Secondo me Eastwood, ormai ottantenne, non riesce a gestire la sua insicurezza come regista. Si sente un eterno dilettante e per questo deve cercare a tutti i costi un epilogo originale o inaspettatamente tragico (vedi anche Gran Torino).
In alternativa, Eastwood si rifugia in comodi pseudo-documentari, come quello sulla presa della collina con la famosa foto della bandiera americana (Flag of our fathers) .
Per me il suo meglio lo ha dato con Sergio Leone, nei panni di attore.
Come narratore non è all'altezza, sebbene come regista si circondi di tecnici bravissimi e abbia appreso bene l'arte di "filmare".
Nello specifico: Million dollar Baby è la storia di un tecnico fallito che aveva i mezzi e le competenze per creare campioni, ma è riuscito solo a:
- accecare il suo migliore amico (Scrap)
- tarpare i sogni di gloria di un ragazzo (Willy) che per vincere il titolo ha dovuto tradirlo e, infine
-
mandare prima in rianimazione, poi all'obitorio una poveretta (Maggie) che aveva chiesto il suo aiuto.
L'azzimato Frankie finisce, in conclusione,
solo come un cane, a ingozzarsi di torta al limone in un cupo e sperduto locale.
Senza nemmeno il conforto di una corrispondenza epistolare con la figlia, che lo detesta e che per tutto il film ha disatteso le sue richieste di avvicinarlo.
Film tecnicamente buono: avvincenti le scene sull'addestramento dei pugili; credibili e persino entusiasmanti i match.. Ma, narrativamente parlando, una storia in fondo priva di senso: una sequenza di delusioni che nulla insegnano ma solo deprimono.
Poteva essere un saggio su tecnica e tattica che, accuratamente coltivate, fanno trionfare la volontà di vincere, anche contro avversari con giovinezza e talento dalla loro parte.
Ma ha voluto essere un' opera sconsolata e sterile, che nulla ha da dire sul tema esistenziale umano, ma, al massimo, su quello su quello pugilistico.