Mah, io resto dell'idea che nulla sia inutile, semmai, a seconda dei casi, si può parlare di opportuno o inopportuno.
I momenti e le fasi di un combattimento sono differenti, come differenti sono le persone con cui si combatte.
Penso che quando si iniziano a mettere paletti, limiti, a stabilire cosa si e cosa no, a quel punto si inizia a regredire pensando di progredire.
Poi diventa automatico lasciare una disciplina in cerca di nuove conferme.
Ma forse sono io che invecchio e resto ancorato un modo antiquato di pensare il budo.