ok Fanchinna, ho capito come la pensi
non condivido del tutto, ma ci sta
giusto per la cronaca: quando parlo di avversario collaborativo, intendo comuque uno che porti un attacco non reale ma realistico
facendo un esempio, se ti devo tiare un pugno, se non sei pronto non ti rompo il naso, ma l'intenzione del beraglio deve esserci
se mi fermo a tre spanne dal tuo naso o miro una spanna sopra la tua testa non serve a nulla
eeehhh
hai toccato un nervo dolente
non è sufficiente che l'attacco sia realistico nel senso che descrivi tu
(e qui si aprirebbe il grande tema del collega di studio che tira a destra perchè sa che tu vai a sinistra e ti vuole aiutare, oppure tira a sinistra per dimostrare che la tecnica non funziona)
ma deve, ad un certo livello, essere anche reale
non solo perchè
a. se non lo pari te lo becchi, impari cosa vuol dire prendersi un pugno in faccia, e vedrai che la prossima volta stai più attento (filosofia tai-kick-jkd probabimente)
ma
b. c'è un enfasi, uno spirito, un clima, un atmosfera
nell'attacco reale che, se non ricreati
siamo troppo lontani dalla verità
quando io parlo del controllo mi riferisco a chi si difende
non a chi fa la parte dell'aggressore