In realtà non sono in disaccordo con voi, anche io divido "l'universalmente utile" dal "utile per tizio o caio", così come però, mi capita spesso, di vedere spiegare, da istruttori, questa o quella tecnica, questo o quel movimento/gesto, in maniera del tutto sbagliata, priva di cultura di merito.
Se un movimento è pensato (in origine) per un frangente in cui i due sono a contatto, quando questo dttaglio si perde, quando viene ingessato nel formalismo, quando viene insegnato avulso da quel contesto, di fatto diventa una cagata.
Se ho una tecnica pensata su un affondo (penso ai pugni presi al volo) e nel tempo, per ignoranza, la tramuto in una difesa da pugno, a quel punto insegno una cazzata.
Se nello studiare una o più tecniche, non valuto mai il "come siamo arrivati in questa situazione", diventa facile che finirò per proporre movimenti e tecniche inapplicabili, perchè magari non vanno bene a distanza, o all'acchito eccetera.
Ma stiamo sempre parlando di ignoranza specifica e di errori nell'insegnamento.
Detto ciò, le troppe tecniche e varianti, sono utili a livello cognitivo, di cultura, sono persino divertenti, ma nella parte pratica e pragmatica, ovviamente occorre tornare a quelle poche cose che davvero possiamo mettere in essere.
Mi viene in mente un incontro milanese, in cui proposi un gioco "tutti vs uno", atto proprio a vedere, rispetto alla enorme quantità di tecniche conosciute, quante fossero quelle realmente acquisite.
Trovo sempre interessante vedere come, il numero di tecniche che escono in quei frangenti, vada più o meno da 3 a 0.