Il 19 Gennaio si è spento Kuroiwa Sensei all'età di 77 anni.
Sparisce così un'altra pietra miliare del mondo dell'Aikido.
Nella cronologia della mia pratica egli ha rappresentato un solido punto di riferimento.
Tuttora, resto stupito dall'eredità che ci ha lasciato e di quanto i suoi principi siano radicati nell'Aikido che pratichiamo.
Ho tradotto dall'inglese una sua vecchia intervista su Aikijournal, ne condivido ogni punto e... la posto quì
Febbraio 1985
Dal momento che non esistono incontri nell'Aikido, dovremmo
pensare accuratamente a qual'è la natura della nostra pratica.
La sua parte spirituale è altrettanto importante, ma se la si
enfatizza troppo, il nostro allenamento diverrà "idealizzato" a
scapito dell'aspetto realistico.
Kata (forma) e Waza (tecnica) dovranno essere ben distinte
nella pratica.
da Kata a Waza
Il Kata dovrebbe essere praticato secondo un certo ordinamento
o un metodo prestabilito basato su di uno scambio razionale (Riai).
Tuttavia, noi non cadiamo perchè siamo stati proiettati bensì,
stiamo praticando un Kata appositamente studiato per farci cadere.
Quando si padroneggia un movimento razionale (Kata), automaticamente viene espresso come movimento naturale (Waza). Quindi, se si diventa abili nell'esecuzione di un Kata in
maniera spontanea come risultato di una pratica costante,non si starà più eseguendo un Kata ma si starà esprimendo un Waza.
Impariamo dal Kata e ne diventiamo inconsapevoli.
In altre parole, fin quando i nostri movimenti richiederanno la nostra attenzione si parlerà di Kata, quando il Kata diverrà spontaneo potrà essere chiamato Waza.
Il punto di partenza è rappresentato dalle tecniche base (Kihon Waza) per imparare i movimenti dell'Aikido.
Le basi sono lo standard per sviluppare un comune senso della prospettiva. Per una più approfondita osservazione, dobbiamo comprendere l'essenza del Kata, non il suo aspetto esteriore.
Per esempio, in un puzzle composto da pezzi di legno che si incastrano, si può conoscere la stabilità e la posizione di ogni componente semplicemente comprendendone la forma.
Nella stessa maniera, possiamo esprimere il Kata utilizzando razionalmente le parti comuni della struttura del corpo umano (parti come i gomiti che possono piegarsi solo all'interno).
Potrebbe sembrare esagerato utilizzare termini come "razionale" o "logico" tuttavia, questi concetti propri del senso comune, non necessitano di spiegazioni.
Finchè continuiamo a pensare al Kata in maniera superficiale, cominceremo a pensare che essi sono di speciale importanza. Non si può spiegare o comprendere un Kata allenandolo in maniera
ripetitiva,senza capire perchè alcuni di essi , rappresentano le basi della pratica.
Tutto ciò che otteniamo dalla ripetizione automatica è la preservazione della forma (la trasmissione della forma esterna) ma non l'abilità di creare (capire l'essenza del Kata).
In poche parole, non si riesce a capire cosa si sta eseguendo.
Le basi non vanno solamente praticate ma comprese. Dimostrano le meccaniche del come sbilanciare un'avversario e creare l'opportunità di applicare una tecnica. Se si fraintende questo
concetto, si darà adito a credere che si possa controllare l'avversario unicamente in maniera circolare, senza ragionare sul fatto che il lavoro di due corpi che ruotano implicherà una
separazione degli stessi per via della forza centrifuga. E' per questo che la pratica dell'Aikido è un'espressione dello Yin e l'uso della "forza" (leggi controllo) nell'Aiki richiede
l'azione dello spingere.
Kata: uno strumento di allenamento
In un'allenamento capita di praticare parecchie tecniche ma esse sono tutte variazioni di una singola postura. Dunque, ikkyo, shihonage e altre tecniche sono la stessa cosa.
La ragione per cui sembrano differenti è solo perchè la loro apparenza esteriore viene mostrata.
I Kata sono l'espressione di un numero di variazioni attraverso il movimento da una singola postura e nulla più di uno strumento per allenare il corpo a muoversi liberamente.
L'idea che tutto è uno e uno è tutto non è solo un'argomento spirituale, vale anche per il nostro corpo...
Non c'è un metodo differente in base alla tecnica da eseguire, pratichiamo vari kata per comprendere un singolo movimento originale. Pratichiamo i Kata come mezzo per capire lo Yin e lo Yang di una postura corretta.
La pratica dell'Aikido è una pratica Yin (quì inteso come percorso introspettivo).
usando il Judo come esempio, sembra come se si praticasse solamente durante il Randori (tecnica libera).
yin rappresenta principalmente un "accordo" sulle sequenze di pratica quindi, in allenamento, il passaggio che intercorre fra il ricevimento di un'attacco e l'applicazione di una tecnica e possibile laddove vi sia una differenza di abilità fra Uke e Tori.
Quando l'abilità dell'avversario è superiore alla nostra, questo scambio non può avvenire.
Waza (movimenti naturali) sono espressi secondo il livello di pratica di ciascuno e la loro sostanza (tecnica) viene espressa differentemente ogni volta. Questo perchè ciò che possediamo naturalmente (abilità acquisite attraverso la pratica) viene espresso attraverso differenti relazioni.