L'importanza della respirazione

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rockyjoe

Re: L'importanza della respirazione
« Reply #135 on: June 25, 2010, 19:51:26 pm »
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1)avrebbe reagito con un cazzotto in faccia,per strada,perchè così veniva insegnato all epoca contro chi portava avanti la faccia
Double-single leg fatti come dio comanda non sono "schiena piegata e faccia avanti" , lo sai anche tu.
Semplicemente  un certo modo di lottare non era considerato perchè non faceva parte dei loro processi logici.
Hanno dovuto integrare, cosa che ai giapponesi non è risucita benissimo, finchè non s'è cambiato il regolamento agonistico a quella roba ridicola di adesso.
Per cambio di livello io intendevo non solo la sparizione di tutto  ciò che è presa alle gambe, ma anche di un sacco di cose che implicavano un passaggio basso-alto ( tegoruma diretto ).
Non parliamo poi della sparizione di attacchi senza kumikata ( fresco fresco hanno troncato" il modo in cui era stato sostituito morotegari, kosotogake abbracciando.. ) e anche una buona quantità ad una manica sulla distanza ( single leg ) levando proprio tanto dal punto di vista delle soluzioni e delle situazioni, sia tecnicmente che tatticamente.. ).
ovviamente.infatti mi riferivo a una guardia col tronco pendente in avanti.è ovvio che un double leg non presenta bersagli,se ben eseguito.ma se tutto fosse anche sempre ben eseguito,non esisterebbe mai nessuna difesa o risposta.
però volevo solo far notare che non aveva senso in un arte marziale militare fare un double leg con passaggio in monta laterale.in questo senso questi passaggi nel judo sono già un cedimento allo sport..
le arti orientali classiche tendono a non volersi vincolare nella lotta,perchè si poteva lottare nell antico ju jutsu contro più persone o contro avversario armato all arma bianca..un eventualità che la lotta o lo strike sportivo non prendono in considerazione.inoltre le arti classiche prendono in considerazione la possibilità di avere noi stessi un arma.nell arte classica la mano nuda ricalca gestualità e principi dell omologa arte armata.se questo si rivela oggi meno efficace a livello sportivo,non è questo il problema che mi interessa..

per il single leg,ne esiste una variante,sicuramente non valida dal punto di vista della lotta moderna,pure nell aikido,che a livello di codifica,è un po piu giovane del judo.

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rockyjoe

Re: L'importanza della respirazione
« Reply #136 on: June 25, 2010, 19:52:22 pm »
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Poi però risulta triste che in un confronto di judo uno che ha seguito le "finalià ultime" venga fatto a pezzi dall'agonista...
E casualmente certe cose di solito le dice chi non ha mezza idea di come si prepari qualcuno a far gare..

Aspetta però: a me risulta che il bjj sia molto simile a ciò che era il judo "prima". E mi pare che quelli menino senza troppi complimenti. :)
no.ma ovviamente esistono vari punti di vista,tra cui il mio,e magari quello di Helio Gracie.che è anche diverso dal tuo..

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Offline Rev. Madhatter

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Re: L'importanza della respirazione
« Reply #137 on: June 26, 2010, 00:28:12 am »
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Io trovo abbastanza ovvio che uno riesca bene in cio' che allena bene....

Il fatto e' che un atleta agonista allena ottimamente il suo,ad esempio, duble leg provandolo miliardi di volte e facendolo con un avversario realmente non collaborativo con annesso di stress mentale e fisico etc etc.

Un artista marziale allena "fino a un certo punto" le sue tecniche,per vari motivi,finalita' differente,minor tempo,letalità della tecnica....

Io non ho mai infilato le dita negli occhi a nessuno,ma scommetto che xjej ha fatto dl a tutto spiano.

Magari sara' meno "totale e realistico" il suo judo,ma sicuramente l'ha allenato meglio del mio jkd.

IMHO
Peccato che la stupidità non sia dolorosa.
(A. S. LaVey )

il test d'ingresso funziona così
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va bene
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ma avevate detto gratis
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se ti lamenti, non sei adatto ad essere munto, altrimenti cerimonia del the in arrivo e tutti col collo gonfio ad accoglierti

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rockyjoe

Re: L'importanza della respirazione
« Reply #138 on: June 26, 2010, 14:39:24 pm »
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Io trovo abbastanza ovvio che uno riesca bene in cio' che allena bene....

Il fatto e' che un atleta agonista allena ottimamente il suo,ad esempio, double leg provandolo miliardi di volte e facendolo con un avversario realmente non collaborativo con annesso di stress mentale e fisico etc etc.

Un artista marziale allena "fino a un certo punto" le sue tecniche,per vari motivi,finalita' differente,minor tempo,letalità della tecnica....

Io non ho mai infilato le dita negli occhi a nessuno,ma scommetto che xjej ha fatto dl a tutto spiano.

Magari sara' meno "totale e realistico" il suo judo,ma sicuramente l'ha allenato meglio del mio jkd.

IMHO
se vedi la storia,incidenti nei dojo negli anni 30 in giappone ce ne erano a bizzeffe,proprio perchè non c era il concetto moderno di sparring,e si lavorava con eccessiva durezza e rudezza.quindi alcune cose che oggi sono tecniche mortali e non si possono provare,si provavano eccome...e questo fino alla fine della seconda guerra mondiale(anche se in questo senso alcune cose già erano scomparse dalla pratica di dojo).
e si provavano a costo di attaccare briga col primo che passava..

il fatto che oggi non possiamo,in quanto esseri civili,determinate cose,non vuol dire che in passato non sia stato fatto.

allora un conto è dire che una tecnica non può funzionare,un conto è dire che oggi di quella tecnica un tempo in proficuo uso ce ne vantiamo ma neppure l alleniamo in quanto mortale,ma ne facciamo un alibi per giustificare delle carenze nostre..

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Offline Rev. Madhatter

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Re: L'importanza della respirazione
« Reply #139 on: June 26, 2010, 14:50:03 pm »
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Infatti io ne facevo una questione di allenamento effettivo non di "funzionamento possibile".



Ed e' una cosa che sperimento in prima persona quando confronto thai e jkd.
Io ritengo gli "stop kick" al ginocchio siano una delle tecniche piu' semplici,efficaci,devastanti e fighe di questo universo.
Pero' mi rendo conto che per il fatto di aver tirato, effettivi,a piena potenza e contro un avversario incazzoso, due milioni di low kick io finisca col sentirmi piu' "abile" in questi ultimi...
Peccato che la stupidità non sia dolorosa.
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