Oggi vorrei parlare di un giovanotto che ha dato grande prova di sé in uno sport purtroppo negletto e non considerato dai mezzi di informazione e conseguentemente dall’opinione pubblica, nonostante ci stia dando parecchie soddisfazioni anche in campo internazionale. Parlo del K-1.
Questa è il tipo di storia che mi piace leggere e, in questo caso, che mi piace raccontare.
Lui si chiama Christian Cioffi e al suo primo campionato italiano di K-1 Light (categoria -75 Kg) è salito sul primo gradino del podio, vincendo il titolo nazionale.
Christian ha 24 anni, lavora nel settore edile, pertanto fa un lavoro piuttosto impegnativo e stancante, ma nonostante ciò va agli allenamenti serali con costanza e determinazione, anche se magari i muscoli indolenziti e la grande stanchezza dopo un giorno di lavoro massacrante, gli potrebbero far venire voglia di buttarsi sul divano come Inzaghi in area di rigore e guardarsi un film in tv con birra e frittatona di cipolle alla mano.
Non è però andata così e i risultati sono arrivati.
Gli ho fatto un’intervista per telefono e questo è il resoconto.
Domanda di Fabius) Da quanto tempo ti alleni nel K-1?
Risposta di Christian) Con Guido
(Colombo, fondatore e direttore tecnico della Società Sportiva Versus A.S.D. -n.d.F.-) da novembre 2009, quindi sono 8 mesi.
D) Con che frequenza?
R) Un mese prima della gara, lunedì, mercoledì e giovedì, altrimenti lunedì e giovedì.
D) Ma tu eri nuovo a questo tipo di pratica?
R) Sì, avevo fatto però kick boxing per 4 anni, che ho iniziato quando avevo 14 anni.
D) Quindi dai 18 anni ai 24 non hai più fatto nulla?
R) Esatto, però anche senza andare in palestra mi sono sempre tenuto in allenamento facendo esercizi a casa appena tornato dal lavoro.
D) Che lavoro fai?
R) Lavoro nell’edilizia.
D) Mi pare un lavoro faticoso… Non arrivi agli allenamenti già stanco?
R) Sì, molto spesso. Soprattutto agli inizi. Arrivavo in palestra che ero già a pezzi e poi mi trascinavo a casa per andare quasi subito a letto. Col tempo è migliorato, ma ho dovuto rinunciare alle mie uscite serale come al solito, per uscire solo nel fine settimana.
D) Sei il fidanzato ideale che ciascun genitore vorrebbe per la propria figlia
R) Eh eh eh… Diciamo pure così…
D) Qual è il tuo colpo preferito?
R) Low kick gamba dietro
D) E la tua combinazione preferita?
R) Low kick gamba avanti, destro, sinistro e middle o low kick gamba dietro.
D) Bravo, vedo che non ti fai mancare niente!
R)…
D) Come ti definiresti come combattente? Aggressivo, tecnico, di rimessa, alla distanza, attendista…
R) Aggressivo e tecnico. Non parlo di salire sul ring e smanacciare tirando colpi a caso sperando che qualcuno vada a segno: cerco di portare dei colpi puliti e nello stesso tempo di imporre il mio ritmo all’avversario per non dargli il tempo di contrattaccare, dato che a mettersi sulla difensiva si rischia di più.
D) Che consigli daresti a chi vuole iniziare?
R) Quando vedo i ragazzi agli inizi fare sparring, a volte mi arrabbio un po’ perché non li vedo reagire ma subire. Non si impegnano, non cercano di imporsi, di farsi valere. Sembra che non importi loro di vincere o comunque di essere più attivi perché hanno paura e stanno più sulla difensiva.
Se vogliono fare bene, devono aspettarsi anche tanti sacrifici.
D) Cos’hai provato quando sei salito per la prima volta sul ring?
R) Panico e ansia.
D) E ora qual è il primo pensiero prima di combattere?
R) “Vediamo di fare un bell’incontro, possibilmente senza ammazzarmi…”
D) Cosa pensi di Petrosyan?
R) È un grande, lo ammiro tantissimo. Anche fisicamente.
D) Progetti per il futuro?
R) A settembre e ottobre devo spararmi un sacco di gare, quindi quest’estate farò in modo di non perdere il mio allenamento. Poi vorrei iniziare a fare gare con meno protezioni.
D) Fisicamente come sei?
R) 1,80 x 77 Kg
D) Ci pensi al professionismo?
R) Più che un pensiero è un sogno.
D) Ma se ti capitasse l’opportunità?
R) La coglierei al volo!
D) Mi sembra che vincere un titolo nazionale con “soli” 8 mesi di allenamento partendo quasi da zero, possa definirsi un’impresa piuttosto interessante, no?
R) Sì, un po’…
D) Come ci sei riuscito?
R) Beh, voglio dire che per l’80% è stato merito di Guido per la parte tecnica e di Stefano
(Donato, istruttore di difesa personale, arti marziali filippine e Kickboxing-K1 nella società Versus –n.d.F.-) per la parte fisica.
Poi tanto allenamento. Mi alleno anche a casa facendo addominali, piegamenti, fiato… Sono un patito dell’allenamento.
D) E alla fine sono arrivati i risultati.
R) Per fortuna!
Non mi resta allora che rinnovare le mie congratulazioni ad un nuova promessa negli sport da combattimento e a chi l’ha allenato, non solo per l’evidente qualità dell’insegnamento, ma anche per aver saputo riconoscere un talento e averlo saputo valorizzare in tal modo, dimostrando grande competenza, esperienza e qualità tecniche e didattiche nonostante la giovane età (mi riferisco a Guido Colombo e a Stefano Donato).
Bravi giòvini!