casi pratici - caso 1: afferrati da dietro

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Offline Mokarta

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Re: casi pratici - caso 1: afferrati da dietro
« Reply #90 on: January 24, 2010, 10:10:34 am »
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Un colpettino prima per distrarre l'avversario ce lo mettiamo?? Suuu,dai...altrimenti con un mio allievo di 115 kg non ho speranze!   ;)
Ma si anche due ci stanno bene

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Offline steno

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Re: casi pratici - caso 1: afferrati da dietro
« Reply #91 on: January 25, 2010, 19:41:53 pm »
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Un colpettino prima per distrarre l'avversario ce lo mettiamo?? Suuu,dai...altrimenti con un mio allievo di 115 kg non ho speranze!   ;)
basta una sonora scoreggia... fosse anche 2 q.li...
la fijlkam è alla frutta

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Leomanga

Re: casi pratici - caso 1: afferrati da dietro
« Reply #92 on: January 25, 2010, 20:14:36 pm »
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Prendo la forma del mio amico !

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Offline Joseph

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Re: casi pratici - caso 1: afferrati da dietro
« Reply #93 on: January 25, 2010, 20:37:38 pm »
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ti se un buttafuori ti prende in discoteca?? questo è il caso?
Cmq 1^a lezione di bjj e judo  dimenticavo che se lui ti porta via in quella posizione la tecnica ovviamente è anche più efficace perchè non fai altro che sfruttare la sua forza in quella direzione per farlo cadere, spero di essere stato chiaro.



Da Judoka: la tecnica è una delle soluzioni.
Se lui ruotasse a sinistra o soto otoshi lavorerebbe anche meglio, se girasse a destra ci potrebbe essere soto makikomi, seoi makikomi.
Io comunque andrei subito di seoi nage se la stazza lo permette, altrimenti di seoi otoshi o makikomi.
Il primo tipo mi convince più di kira perchè spezza l'azione di ukè all'inizio, nella posizione in cui arriva il torì di kira la tecnica non c'è.
Comunque se l'aggressore sa tirare la tecnica non è così facile come appare.
Io in ogni caso assesterei anche qualche gomitata-calcio  e non escluderei a priori un paio di uscite in leva.

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Offline clàsole

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Re: casi pratici - caso 1: afferrati da dietro
« Reply #94 on: January 25, 2010, 20:56:38 pm »
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ti se un buttafuori ti prende in discoteca?? questo è il caso?
Cmq 1^a lezione di bjj e judo  dimenticavo che se lui ti porta via in quella posizione la tecnica ovviamente è anche più efficace perchè non fai altro che sfruttare la sua forza in quella direzione per farlo cadere, spero di essere stato chiaro.



Da Judoka: la tecnica è una delle soluzioni.
Se lui ruotasse a sinistra o soto otoshi lavorerebbe anche meglio, se girasse a destra ci potrebbe essere soto makikomi, seoi makikomi.
Io comunque andrei subito di seoi nage se la stazza lo permette, altrimenti di seoi otoshi o makikomi.
Il primo tipo mi convince più di kira perchè spezza l'azione di ukè all'inizio, nella posizione in cui arriva il torì di kira la tecnica non c'è.
Comunque se l'aggressore sa tirare la tecnica non è così facile come appare.
Io in ogni caso assesterei anche qualche gomitata-calcio  e non escluderei a priori un paio di uscite in leva.

Se chiude la presa è facilissimo uscire, perchè chi subisce dopo 10-15 secondi cade svenuto  ;)
W.C.R.A. Bari


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beno

Re: casi pratici - caso 1: afferrati da dietro
« Reply #95 on: January 28, 2010, 15:40:41 pm »
0
secondo me il problema e` che si cerca una soluzione ad un attacco che non e` standard perche` ci sono troppe variabili dovute alle eventuali differenze fisiche tra i due protagonisti.
io sono alto 180cmX70kg e devo farlo con uno alto 190cmX90kg con un bel po` di panza e le braccia lunghe. poi al contrario, io prendo lui e lui prende me. poi la stessa tecnica uno di noi due con uno alto 160cm ma pesante e grosso e poi con uno 160cm ma che pesa 50 kili.
che tecnica si puo` proporre a tutti?
nessuna.
la soluzione sta necessariamente nel conoscere alcune dinamiche del corpo umano e forse ancor piu` importante i rischi a cui vado incontro.
per questo capisco john che riporta spesso il discorso allo strangolamento, perche` a parte le tecniche da youtube dove lui vola al tappeto e io resto in piedi o quelle dove lo stendo con un colpo strategico, il primo istinto dell`aggressore ad una mia reazione che gli fara` perdere il vantaggio probabilmente sara` sempre passare dalla presa scomoda attorno a corpo e braccia su verso il collo. e li` sono ca22i perche` se lo sa fare e disgraziatamente "gli ha detto bene" con le proporzioni tra noi due non ne esco piu`.
la tecnica non c`e`....c`e` l`occasione specifica e l`intelligenza (e il culo).
ma piuttosto che allenare una tecnica tante volte cercando di riprodurla sempre meglio allora e` meglio allenare tante volte l`attacco e provare di tutto lasciando che le cose scorrano.
il problema e` che "la tecnica" non nasce piu` da un`esperienza finita bene, meritevole, che si passa alle generazioni successive ma dall`esigenza di creare dei set sicuri al tot% da insegnare in un programma.
finisce che se su dieci attacchi ci riusciamo a liberare 6 volte in 6 modi diversi ma non possiamo riassumerlo in un set da insegnare, automaticamente quelle 6 volte perdono di valore perche` non riconoscibili, schematizzabili. quando invece potrebbero significare che abbiamo interiorizzato qualcosa di diverso dal set o che siamo naturalmente portati per risolvere quella situazione. e non sarebbe un aspetto che vale la pena di sacrificare alla ricerca dello schema buono per tutti.
io mi alleno in un`arte marziale che nella pratica e` l`antitesi di quanto ho scritto ma la alleno per diversi motivi che non sono soltanto quelli della difesa personale, anzi. ma se dovessi concentrarmi solo sulla dp preferirei un metodo come quello di john, ma non per il nome o altro, ma proprio perche`, per quello che so di certi allenamenti, preferirei tante situazioni sotto stress a tante tecniche perfette a tensione zero.
e scusate la lunghezza del post.

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Offline tapemaru

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Re: casi pratici - caso 1: afferrati da dietro
« Reply #96 on: January 28, 2010, 15:44:53 pm »
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secondo me il problema e` che si cerca una soluzione ad un attacco che non e` standard perche` ci sono troppe variabili dovute alle eventuali differenze fisiche tra i due protagonisti.
io sono alto 180cmX70kg e devo farlo con uno alto 190cmX90kg con un bel po` di panza e le braccia lunghe. poi al contrario, io prendo lui e lui prende me. poi la stessa tecnica uno di noi due con uno alto 160cm ma pesante e grosso e poi con uno 160cm ma che pesa 50 kili.
che tecnica si puo` proporre a tutti?
nessuna.
la soluzione sta necessariamente nel conoscere alcune dinamiche del corpo umano e forse ancor piu` importante i rischi a cui vado incontro.
per questo capisco john che riporta spesso il discorso allo strangolamento, perche` a parte le tecniche da youtube dove lui vola al tappeto e io resto in piedi o quelle dove lo stendo con un colpo strategico, il primo istinto dell`aggressore ad una mia reazione che gli fara` perdere il vantaggio probabilmente sara` sempre passare dalla presa scomoda attorno a corpo e braccia su verso il collo. e li` sono ca22i perche` se lo sa fare e disgraziatamente "gli ha detto bene" con le proporzioni tra noi due non ne esco piu`.
la tecnica non c`e`....c`e` l`occasione specifica e l`intelligenza (e il culo).
ma piuttosto che allenare una tecnica tante volte cercando di riprodurla sempre meglio allora e` meglio allenare tante volte l`attacco e provare di tutto lasciando che le cose scorrano.
il problema e` che "la tecnica" non nasce piu` da un`esperienza finita bene, meritevole, che si passa alle generazioni successive ma dall`esigenza di creare dei set sicuri al tot% da insegnare in un programma.
finisce che se su dieci attacchi ci riusciamo a liberare 6 volte in 6 modi diversi ma non possiamo riassumerlo in un set da insegnare, automaticamente quelle 6 volte perdono di valore perche` non riconoscibili, schematizzabili. quando invece potrebbero significare che abbiamo interiorizzato qualcosa di diverso dal set o che siamo naturalmente portati per risolvere quella situazione. e non sarebbe un aspetto che vale la pena di sacrificare alla ricerca dello schema buono per tutti.
io mi alleno in un`arte marziale che nella pratica e` l`antitesi di quanto ho scritto ma la alleno per diversi motivi che non sono soltanto quelli della difesa personale, anzi. ma se dovessi concentrarmi solo sulla dp preferirei un metodo come quello di john, ma non per il nome o altro, ma proprio perche`, per quello che so di certi allenamenti, preferirei tante situazioni sotto stress a tante tecniche perfette a tensione zero.
e scusate la lunghezza del post.


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Offline The Spartan

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Re: casi pratici - caso 1: afferrati da dietro
« Reply #97 on: January 28, 2010, 16:44:56 pm »
0
Io nn sono così convinto che mediamente nn possa esistere una tecnica buona per tutti...
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beno

Re: casi pratici - caso 1: afferrati da dietro
« Reply #98 on: January 28, 2010, 16:49:06 pm »
0
Io nn sono così convinto che mediamente nn possa esistere una tecnica buona per tutti...
il problema e` il mediamente. ci saranno sicuramente vari gradi di fattibilita` ma bisognerebbe capire se sto cercando la mia soluzione o la soluzione da insegnare e potrebbero essere due ricerche diverse con risultati diversi.

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Il Sommo Piastrellista

Re: casi pratici - caso 1: afferrati da dietro
« Reply #99 on: January 28, 2010, 18:00:24 pm »
0
Io nn sono così convinto che mediamente nn possa esistere una tecnica buona per tutti...

dai John non farti pregare dì la tua opinione...dettagliata


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Offline The Spartan

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Re: casi pratici - caso 1: afferrati da dietro
« Reply #100 on: January 28, 2010, 18:16:34 pm »
0
Intanto nn mi dispiace quella di Clasole.
Poi ti ho già espresso le mie "remore".
Io dico cosa, nn come:
Uno, la reazione deve essere cmq immediata perchè bisogna evitare l'ipotesi in cui si punti allo strangolamento.
Due, la reazione nn deve basarsi sul forza contro forza ma nel mettermi in condizione di esercitare la mia massima forza contro la sua debolezza.
Tre, è una situazione in cui una "tecnica di sacrificio" può avere il suo perchè.
Quattro, ho le anche libere, le gambe libere...nn può impedirmi di mettermi in una posizione scomoda per lui...da quella posizione si aprono diversi scenari.
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Il Sommo Piastrellista

Re: casi pratici - caso 1: afferrati da dietro
« Reply #101 on: January 29, 2010, 11:16:18 am »
0
Intanto nn mi dispiace quella di Clasole.
Poi ti ho già espresso le mie "remore".
Io dico cosa, nn come:
Uno, la reazione deve essere cmq immediata perchè bisogna evitare l'ipotesi in cui si punti allo strangolamento.
Due, la reazione nn deve basarsi sul forza contro forza ma nel mettermi in condizione di esercitare la mia massima forza contro la sua debolezza.
Tre, è una situazione in cui una "tecnica di sacrificio" può avere il suo perchè.
Quattro, ho le anche libere, le gambe libere...nn può impedirmi di mettermi in una posizione scomoda per lui...da quella posizione si aprono diversi scenari.

Grazie mille, adesso mi è più chiaro

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Offline The Spartan

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Re: casi pratici - caso 1: afferrati da dietro
« Reply #102 on: January 29, 2010, 11:26:36 am »
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Uno scenario può essere questo...

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Offline clàsole

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Re: casi pratici - caso 1: afferrati da dietro
« Reply #103 on: January 29, 2010, 11:43:10 am »
0
Il problema serio è quando ti sanno strangolare, ora questo video è solo una dimostrazione ma provate a contare i secondi che ci vogliono.... ora con la presa chiusa la storia cambia... Soluzioni?
W.C.R.A. Bari

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Offline The Spartan

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Re: casi pratici - caso 1: afferrati da dietro
« Reply #104 on: January 29, 2010, 11:45:18 am »
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Praticamente nessuna.
Se concedi più di 2 secondi prima della reazione a un aggressore che sa cosa fare, determinato a strangolarti, la sola speranza è che tentando una cosa analoga al video sopra lui ceda...altrimenti tutti a nanna.
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