Premetto che questo non sarà un lungo post in cui espongo le conseguenze psicologiche, che non conosco.
Semplicemente, conosco una ragazza il cui fidanzato da sei mesi è sotto tranquillanti per lo spavento che si è preso in seguito ad una minaccia (forse lo scherzo di un tossico) con un'arma da fuoco (forse finta).
E' andata così: lui era in auto col finestrino giù, fermo al semaforo. Di mattina. E' passato un tipo forse fatto, che gli ha puntato una pistola forse finta al fianco. Non gli ha chiesto nulla, soldi, nulla.
Subito dopo se n'è andato, e questo ragazzo (di 37 anni circa) è andato a fare denuncia contro ignoti.
Fin qui, tutto bene, non fosse che il ragazzo ha iniziato ad avere crisi di panico, attacchi d'ansia, manie di persecuzione, ogni persona in macchina dietro di lui gli sembra che lo stia seguendo e gli voglia far del male.
Ora vive sotto ansiolitici che gli prescrive lo psichiatra.
Nonostante questo, ogni giorno si sente minacciato ed ha paura.
Noi siamo abituati a parlare di questioni puramente tecnico tattiche relative alla minaccia con lama, bastone o pistola, ma questo avvenimento mi ha fatto riflettere sul fatto che forse per molte persone normalissime (lui non aveva mai dato segni di squilibrio prima) la minaccia con arma può rappresentare un evento terribile, ingestibile, congelante. Altro che disarmo, pugno, ecc. Terrore puro.
Forse sarebbe da tener presente quando si insegna a persone dal lavoro normalissimo, a donne, ecc.
Rimango comunque cosciente che il suo è un caso limite e forse proprio sanissimo non era, solo che magari non aveva ancora incontrato un forte stimolo scatenante.