completo il ragionamento precedente.
il judo "tradizionale" suddivideva e suddivide il tachi waza (tecniche in piedi) in 3 gruppi, te waza, koshi waza e ashi waza, nell'ordine tecniche di braccia, anche e gambe, e questa suddivisione era effettuata valutando la parte che "apparentemente" agisce in maniera prioritaria nell'esecuzione di una tecnica.
Più modernamente, anche se la classificazione non è universalmente accettata anche perchè più complessa dal punto di vista matematico/fisico, si suddividono le tecniche in tecniche della coppia di forze ed in tecniche della leva fisica. Senza addentrarmi in particolari noiosi harai goshi è una tecnica della coppia di forze (tronco/gamba). mentre il sollevamento che si vede nel video iniziale è una tecnica del momento (leva fisica, nel particolare "braccio variabile"). Cambiano completamente i principi tecnici, ma soprattutto cambiano alcuni fattori dinamici, le tecniche della coppia di forze, perlomeno se applicate in situazioni ideali, richiedono una distanza relativamente ampia fra il corpo di uke e quello di tori, e soprattutto richiedono una situazione a basso attrito, con una velocità di spostamento elevata (si vede nel video di Koike). Più si riduce la distanza fra uke e tori (une esempio potrebbero essere le prese consolidate) più le tecniche della coppia diventano inefficaci, e si passa alle tecniche della leva che normalemnte richiedono un'azione muscolare più intensa, anche in virtù del fatto che la coppia di atleti biomeccanici (idealizzati) si sposta a velocità sempre minori.
Per capirci meglio: le tecniche della coppia più comuni sono le spazzate e le falciate, quindi principalmente tecniche di ashi waza, le tecniche della leva comprendono invece i seoi nage, le tecniche di caricamento sull'anca e quasi tutti i sutemi.
Quanto detto vale in termini ideali, un atleta di livello tira seoi nage ad una velocità mostruosa e quasi a prescindere dalla velocità di spostamento di uke, ma quella è un'altra storia.
Quanto detto non ha un utilità per chi in quell'istante sta combattendo, ma serve per analizzare ed allenare alcuni aspetti situazionali, ovvero in alcune situazioni il mio avversario non potrà eseguire alcune tecniche specifiche (e da qui nasce tutta quella parte supernoiosa del combattimento per le prese), fino a poter dire con discreta sicurezza che da una situazione di reciproco gigo tai (parte superiore del tronco abbracciata) è improbabile che l'avversario mi esegua un de ashi barai (caso estremo), ma che magari da li dovrò fcalizzare l'attenzione su un attacco tipo o goshi.
Calcolando che i tempi di reazione ad un attacco aumentano in maniera proporzionale al quadrato degli attacchi possibili per il nostro avversario è facile capire l'importanza di una adeguata classificazione, utile in questo caso più all'allenatore che non all'atleta, ma poi il beneficiario è sempre l'atleta che può migliorare la sua performance
ciao