ju-jitsu essenziale

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Offline Koryu

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Re: ju-jitsu essenziale
« Reply #45 on: March 01, 2010, 23:41:49 pm »
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....
Se parliamo di efficacia in un ipotetico scontro ritengo il settore di Orlandi tutto tranne che essenziale; ritengo l'Hontai Yoshin Ryu non essenziale in quanto caricato di sovrastrutture.
Per quanto riguarda i kata sono utili se si hanno le giuste chiavi di lettura, altrimenti sono una perdita di tempo, o meglio....sono un buon esercizio fisico e basta. :)

dubbi sempre legittimi...essenziale forse nelle azioni......nei movimenti ...negli insegnamenti...chissà....

Avendo studiato e praticato diverse scuole di JuJutsu tradizionale direi che sicuramente l'Hontai è una delle più essenziali in termini di tecnica.....forse le "sovrastrutture" ne rappresentano una parte....ma bisognerebbe capire cosa intendi per sovrastrutture.....

Per i kata vale sempre il solito discorso...la chiave di lettura "giusta" arriva con una certa pratica........e anche con un buon insegnante, capace di trasmettere.....e con un buon allievo, capace di cercare e ascoltare....non solo le parole....

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Offline Koryu

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Re: ju-jitsu essenziale
« Reply #46 on: March 01, 2010, 23:49:51 pm »
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La realtá é che questi pochi rari maestri non sono stati iniziati dai patriarca dell'arte, ma sono stati dei veri e propri ricercatori cha hanno dato la vita per ricercare il tesoro perduto delle am.
Come tutti sappiamo é impossibile ricostruire la conoscienza originale basandoci sulla ricerca di fonti attuali di am delle quali sono rimaste le ceneri.
Quindi quel poco che hanno riportato in vita é un pressapochismo, e purtroppo bisogna accontentarsi o si passa ad altro.

beh non è che proprio di tutto sia rimasta sola cenere......

qualcosina in giro di valido si trova ancora.

A volte purtroppo non si trova l'insegnante giusto, a volte purtroppo non si trova la strada giusta...a volte purtroppo si vuole apprendere con spirito "occidentale"...e ci si incazza perchè allora non si capisce la tecnica..........

infine dipende tutto da quello che cerchiamo e se ci piace quello che pratichiamo......


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Offline Koryu

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Re: ju-jitsu essenziale
« Reply #47 on: March 01, 2010, 23:58:06 pm »
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.....
Il punto è che spesso so dice di non ripetere a pappagallo, ma al contempo non si spiega nulla di questi principi del movimento e dell'uso della forza, spiegandoli al più con la forma medesima e finendo in un circolo vizioso. Occorre, invece, spiegare a parole e apprendere per piccolissimi passi tramite la forma.
Purtroppo ciò ho visto che accade poco, per diversi motivi ...

forse perchè si vuole "sentire" una spiegazione, invece che "sentire" la tecnica.......del resto è tutto legato al metodo di insegnamento dell'arte studiata...che mi spiace non vedo proprio perchè debba essere cambiato.....del resto funziona.....forse non per tutti....perchè con la continua ricerca del particolare forse si perde proprio il particolare.


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Offline baltoro 06

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Re: ju-jitsu essenziale
« Reply #48 on: March 02, 2010, 09:12:08 am »
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....
Se parliamo di efficacia in un ipotetico scontro ritengo il settore di Orlandi tutto tranne che essenziale; ritengo l'Hontai Yoshin Ryu non essenziale in quanto caricato di sovrastrutture.
Per quanto riguarda i kata sono utili se si hanno le giuste chiavi di lettura, altrimenti sono una perdita di tempo, o meglio....sono un buon esercizio fisico e basta. :)

........Avendo studiato e praticato diverse scuole di JuJutsu tradizionale direi che sicuramente l'Hontai è una delle più essenziali in termini di tecnica.....forse le "sovrastrutture" ne rappresentano una parte....ma bisognerebbe capire cosa intendi per sovrastrutture.....

Per i kata vale sempre il solito discorso...la chiave di lettura "giusta" arriva con una certa pratica........e anche con un buon insegnante, capace di trasmettere.....e con un buon allievo, capace di cercare e ascoltare....non solo le parole....

Per sovrastrutture intendo tutte quelle cose di cui abbiamo parlato in altri 3d e che hanno "addolcito" la parte marziale.  :)
Quoto la 2a parte del tuo post: perseveranza nella pratica, buon maestro e buon allievo. :)

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Offline baltoro 06

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Re: ju-jitsu essenziale
« Reply #49 on: March 02, 2010, 09:21:47 am »
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.....
Il punto è che spesso so dice di non ripetere a pappagallo, ma al contempo non si spiega nulla di questi principi del movimento e dell'uso della forza, spiegandoli al più con la forma medesima e finendo in un circolo vizioso. Occorre, invece, spiegare a parole e apprendere per piccolissimi passi tramite la forma.
Purtroppo ciò ho visto che accade poco, per diversi motivi ...

forse perchè si vuole "sentire" una spiegazione, invece che "sentire" la tecnica.......del resto è tutto legato al metodo di insegnamento dell'arte studiata...che mi spiace non vedo proprio perchè debba essere cambiato.....del resto funziona.....forse non per tutti....perchè con la continua ricerca del particolare forse si perde proprio il particolare.



Hai scitto una cosa che andrebbe incorniciata, un concetto tanto banale quanto profondo che meriterebbe ore di discussione. Un concetto basilare per capire la pratica.
Quello su cui non siamo d'accordo è sulla progressione di apprendimento: io, e i ragazzi che lavorano con me sono dello stesso parere perchè han visto che così funziona meglio, sostengo l'importanza di avere poche e chiare chiavi di lettura, il giusto indispensabile per ciò che serve al livello in cui ci si trova per non creare confusione, in modo che la pratica risulti chiara e comprensibile e sia ben chiaro il risultato a cui dobbiamo mirare.
Tu (la tua scuola) sostieni che la comprensione arriva tramite la pratica continua e ripetuta, aiutata ogni tanto da un'imbeccata del maestro.
Quetso direi che è il punto su cui divergiamo sostanzialmente. :)


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Offline muk

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Re: ju-jitsu essenziale
« Reply #50 on: March 02, 2010, 16:12:03 pm »
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bella discussione, mi era sfuggita.
Diciamo che forse quello che ha capito di più l'applicazione di kata fu Kano ed infatti per un cinquantennio ha ripetuto che per una pratica utile dal punto di vista dell'efficacia in combattimento e del benessere fisico (valori imprescindibili secondo il Kano pensiero) fosse indispensabile l'alternanza di kata e di randori. Probabilmente per kata non intendeva solamente le sequenze, ma, secondo uno schema affine al mondo da cui proveniva, anche lo studio delle singole tecniche, il go kyo era una serie di kata. Da qui si evince che se uno vuole applicare la tenica in randori e poi in shiai la deve studiare minuziosamente in situazioni collaborative, usando il kata in una prima fase di apprendimento. La tecnica poi muta via via fino all'istante in cui sarà interiorizzata e personalizzata.
I kata in sequenza servono per uno studio dei principi, quindi fossilizzarsi in una ricerca del dettaglio anatomico-posturale a mio avviso è una perdita di tempo, ma focalizzare l'attenzione sui principi che regolano le singole tecniche ed il combattimento è indispensabile per capire il combattimento stesso: se la prima tecnica del nage no kata del judo ci dice che se uke spinge noi dobbiamo sfruttare la sua spinta per proiettarlo potremmo applicare questo studio al tai otoshi, e a qualsiasi tecnica che usa questo principio, e non studiare il tai otoshi tirando come forsennati.....poi la gara è un'altra cosa, sono d'accordo, ma prima della gara ci sarebbe da fare un gran lavoro.
Certo che se io prendo un ragazzino e lo faccio gareggiare dopo 2 mesi di pratica, il sistema didattico kata-randori va necessariamente a farsi benedire, non dando tempo di apprendere i principi, e segnerò per sempre la sua pratica degli allievi........ma questa è un'altra storia.
Penso che grosso modo gli stessi presupposti siano presenti in tutte le discipline, immaginiamo il kata come un abbecedario o come un dizionario in cui andare a ricercare l'origine dei vari gesti, come ad uno strumento e non come al fine ultimo della pratica (alcuni fra i cugini karateka ne sanno qualcosa).

ciao a tutti

PS: per quel poco che possa valere sono convinto che per Kano tutta la parte tecnica del judo (kata, go kyo, katame waza) era ju jutsu bello e buono (altrimenti non avrebbero senso nel suo metodo kime no kata e koshiki no kata) cui ha aggiunto alcune valenze morali e di ginnastica (occorre buona salute per fare grandi imprese).


conosci te stesso

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Offline Raptox

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Re: ju-jitsu essenziale
« Reply #51 on: March 02, 2010, 16:54:30 pm »
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bella discussione, mi era sfuggita.
Diciamo che forse quello che ha capito di più l'applicazione di kata fu Kano ed infatti per un cinquantennio ha ripetuto che per una pratica utile dal punto di vista dell'efficacia in combattimento e del benessere fisico (valori imprescindibili secondo il Kano pensiero) fosse indispensabile l'alternanza di kata e di randori. Probabilmente per kata non intendeva solamente le sequenze, ma, secondo uno schema affine al mondo da cui proveniva, anche lo studio delle singole tecniche, il go kyo era una serie di kata. Da qui si evince che se uno vuole applicare la tenica in randori e poi in shiai la deve studiare minuziosamente in situazioni collaborative, usando il kata in una prima fase di apprendimento. La tecnica poi muta via via fino all'istante in cui sarà interiorizzata e personalizzata.
I kata in sequenza servono per uno studio dei principi, quindi fossilizzarsi in una ricerca del dettaglio anatomico-posturale a mio avviso è una perdita di tempo, ma focalizzare l'attenzione sui principi che regolano le singole tecniche ed il combattimento è indispensabile per capire il combattimento stesso: se la prima tecnica del nage no kata del judo ci dice che se uke spinge noi dobbiamo sfruttare la sua spinta per proiettarlo potremmo applicare questo studio al tai otoshi, e a qualsiasi tecnica che usa questo principio, e non studiare il tai otoshi tirando come forsennati.....poi la gara è un'altra cosa, sono d'accordo, ma prima della gara ci sarebbe da fare un gran lavoro.
Certo che se io prendo un ragazzino e lo faccio gareggiare dopo 2 mesi di pratica, il sistema didattico kata-randori va necessariamente a farsi benedire, non dando tempo di apprendere i principi, e segnerò per sempre la sua pratica degli allievi........ma questa è un'altra storia.
Penso che grosso modo gli stessi presupposti siano presenti in tutte le discipline, immaginiamo il kata come un abbecedario o come un dizionario in cui andare a ricercare l'origine dei vari gesti, come ad uno strumento e non come al fine ultimo della pratica (alcuni fra i cugini karateka ne sanno qualcosa).

ciao a tutti

PS: per quel poco che possa valere sono convinto che per Kano tutta la parte tecnica del judo (kata, go kyo, katame waza) era ju jutsu bello e buono (altrimenti non avrebbero senso nel suo metodo kime no kata e koshiki no kata) cui ha aggiunto alcune valenze morali e di ginnastica (occorre buona salute per fare grandi imprese).




megaquotone..elogio...bacio accademico e dignità di stampa!!
...crederai di essere nel punto più alto

In fondo il "taiji" non esiste.... è semplicemente un nome
quello che è certo è che esistono tante Vie che portano a destinazioni diverse oppure altre Vie che portano alla stessa destinazione

tutto sta...a decidere quale strada percorrere e con che destinazione

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sotutsu

Re: ju-jitsu essenziale
« Reply #52 on: March 15, 2010, 17:30:45 pm »
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bella discussione, mi era sfuggita.
Diciamo che forse quello che ha capito di più l'applicazione di kata fu Kano ed infatti per un cinquantennio ha ripetuto che per una pratica utile dal punto di vista dell'efficacia in combattimento e del benessere fisico (valori imprescindibili secondo il Kano pensiero) fosse indispensabile l'alternanza di kata e di randori. Probabilmente per kata non intendeva solamente le sequenze, ma, secondo uno schema affine al mondo da cui proveniva, anche lo studio delle singole tecniche, il go kyo era una serie di kata. Da qui si evince che se uno vuole applicare la tenica in randori e poi in shiai la deve studiare minuziosamente in situazioni collaborative, usando il kata in una prima fase di apprendimento. La tecnica poi muta via via fino all'istante in cui sarà interiorizzata e personalizzata.
I kata in sequenza servono per uno studio dei principi, quindi fossilizzarsi in una ricerca del dettaglio anatomico-posturale a mio avviso è una perdita di tempo, ma focalizzare l'attenzione sui principi che regolano le singole tecniche ed il combattimento è indispensabile per capire il combattimento stesso: se la prima tecnica del nage no kata del judo ci dice che se uke spinge noi dobbiamo sfruttare la sua spinta per proiettarlo potremmo applicare questo studio al tai otoshi, e a qualsiasi tecnica che usa questo principio, e non studiare il tai otoshi tirando come forsennati.....poi la gara è un'altra cosa, sono d'accordo, ma prima della gara ci sarebbe da fare un gran lavoro.
Certo che se io prendo un ragazzino e lo faccio gareggiare dopo 2 mesi di pratica, il sistema didattico kata-randori va necessariamente a farsi benedire, non dando tempo di apprendere i principi, e segnerò per sempre la sua pratica degli allievi........ma questa è un'altra storia.
Penso che grosso modo gli stessi presupposti siano presenti in tutte le discipline, immaginiamo il kata come un abbecedario o come un dizionario in cui andare a ricercare l'origine dei vari gesti, come ad uno strumento e non come al fine ultimo della pratica (alcuni fra i cugini karateka ne sanno qualcosa).

ciao a tutti

PS: per quel poco che possa valere sono convinto che per Kano tutta la parte tecnica del judo (kata, go kyo, katame waza) era ju jutsu bello e buono (altrimenti non avrebbero senso nel suo metodo kime no kata e koshiki no kata) cui ha aggiunto alcune valenze morali e di ginnastica (occorre buona salute per fare grandi imprese).

Neanche io avrei potuto esprimere meglio il concetto.
A parte gli scherzi, quoto!

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rockyjoe

Re: ju-jitsu essenziale
« Reply #53 on: March 17, 2010, 18:01:08 pm »
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bella discussione, mi era sfuggita.
Diciamo che forse quello che ha capito di più l'applicazione di kata fu Kano ed infatti per un cinquantennio ha ripetuto che per una pratica utile dal punto di vista dell'efficacia in combattimento e del benessere fisico (valori imprescindibili secondo il Kano pensiero) fosse indispensabile l'alternanza di kata e di randori. Probabilmente per kata non intendeva solamente le sequenze, ma, secondo uno schema affine al mondo da cui proveniva, anche lo studio delle singole tecniche, il go kyo era una serie di kata. Da qui si evince che se uno vuole applicare la tenica in randori e poi in shiai la deve studiare minuziosamente in situazioni collaborative, usando il kata in una prima fase di apprendimento. La tecnica poi muta via via fino all'istante in cui sarà interiorizzata e personalizzata.
I kata in sequenza servono per uno studio dei principi, quindi fossilizzarsi in una ricerca del dettaglio anatomico-posturale a mio avviso è una perdita di tempo, ma focalizzare l'attenzione sui principi che regolano le singole tecniche ed il combattimento è indispensabile per capire il combattimento stesso: se la prima tecnica del nage no kata del judo ci dice che se uke spinge noi dobbiamo sfruttare la sua spinta per proiettarlo potremmo applicare questo studio al tai otoshi, e a qualsiasi tecnica che usa questo principio, e non studiare il tai otoshi tirando come forsennati.....poi la gara è un'altra cosa, sono d'accordo, ma prima della gara ci sarebbe da fare un gran lavoro.
Certo che se io prendo un ragazzino e lo faccio gareggiare dopo 2 mesi di pratica, il sistema didattico kata-randori va necessariamente a farsi benedire, non dando tempo di apprendere i principi, e segnerò per sempre la sua pratica degli allievi........ma questa è un'altra storia.
Penso che grosso modo gli stessi presupposti siano presenti in tutte le discipline, immaginiamo il kata come un abbecedario o come un dizionario in cui andare a ricercare l'origine dei vari gesti, come ad uno strumento e non come al fine ultimo della pratica (alcuni fra i cugini karateka ne sanno qualcosa).

ciao a tutti

PS: per quel poco che possa valere sono convinto che per Kano tutta la parte tecnica del judo (kata, go kyo, katame waza) era ju jutsu bello e buono (altrimenti non avrebbero senso nel suo metodo kime no kata e koshiki no kata) cui ha aggiunto alcune valenze morali e di ginnastica (occorre buona salute per fare grandi imprese).



quoto,ma questo contraddice quello che hai detto altrove sull analisi scientifica di un arte,almeno secondo me..

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Offline muk

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Re: ju-jitsu essenziale
« Reply #54 on: March 18, 2010, 15:15:46 pm »
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non penso di contraddirmi, Kano è stato senz'altro il primo a prendere una serie di discipline basate solo sull'esperienza in combattimento ed a razionalizzarle con criteri scientifici, infatti ha fatto una selezione durata quasi quaranta anni prima di dare un volto definitivo alla discipline dal punto di vista tecnico e programmatico.
Quello che più caratterizza il judo di Kano (non quello postriore a lui) è che tutto è basato su razionalità ed efficacia, sempre tenendo ben presente il fine ultimo della pratica, che non è il combattimento per la vita ma un miglioramento della società attraverso una pratica, che ha componenti di difesa personale, sportivi, filosofici, sociologici e psicologici.
Questa è l'utopia di Kano, ma fu lui a costituire commissioni per l'analisi scientifica e medica del judo, anche perchè da solo non riusciva a fare tutto (e questo è il suo merito, ha organizzato il judo come un'azienda in cui ognuno ha i suoi compiti, sfruttando le dinamiche aziendali come stimolo a migliorare per tutti, allievi e maestri), lui personalmente si preoccupò soprattutto di trasmettere l'ideale, lascando il lavoro di tatami in massima parte ai sui selezionatissimi collaboratori (il metodo era meritocratico, contrariamente a molto di ciò che è nipponico che tende ad essere piuttosto legato a nepotismo e raccomandazioni).
Lo studio delle cadute è stato fatto con criteri scientifici già ai tempi di Kano, come lo studio degli effetti di leve e strangolamenti, in molte tecniche si noto un approccio biomeccanico, e se non è scienza questa. Lo stesso regolamento per le competizioni di ju jutsu è un capolavoro di scienza.
Poi il fatto stesso che ci fosse la competizione ha fatto si che l'allenamento si arricchisse con pratiche provenienti da altri settori, diciamo che se c'era una persona aperta all'innovazione nel Giappone di inizio 900 era proprio Kano, almeno nel mondo marziale.

ciao a tutti, adesso ho un po' fretta, ma spero di tornare sulla discussione.
conosci te stesso


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sotutsu

Re: ju-jitsu essenziale
« Reply #55 on: March 18, 2010, 16:47:45 pm »
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non penso di contraddirmi, Kano è stato senz'altro il primo a prendere una serie di discipline basate solo sull'esperienza in combattimento ed a razionalizzarle con criteri scientifici, infatti ha fatto una selezione durata quasi quaranta anni prima di dare un volto definitivo alla discipline dal punto di vista tecnico e programmatico.
Quello che più caratterizza il judo di Kano (non quello postriore a lui) è che tutto è basato su razionalità ed efficacia, sempre tenendo ben presente il fine ultimo della pratica, che non è il combattimento per la vita ma un miglioramento della società attraverso una pratica, che ha componenti di difesa personale, sportivi, filosofici, sociologici e psicologici.
Questa è l'utopia di Kano, ma fu lui a costituire commissioni per l'analisi scientifica e medica del judo, anche perchè da solo non riusciva a fare tutto (e questo è il suo merito, ha organizzato il judo come un'azienda in cui ognuno ha i suoi compiti, sfruttando le dinamiche aziendali come stimolo a migliorare per tutti, allievi e maestri), lui personalmente si preoccupò soprattutto di trasmettere l'ideale, lascando il lavoro di tatami in massima parte ai sui selezionatissimi collaboratori (il metodo era meritocratico, contrariamente a molto di ciò che è nipponico che tende ad essere piuttosto legato a nepotismo e raccomandazioni).
Lo studio delle cadute è stato fatto con criteri scientifici già ai tempi di Kano, come lo studio degli effetti di leve e strangolamenti, in molte tecniche si noto un approccio biomeccanico, e se non è scienza questa. Lo stesso regolamento per le competizioni di ju jutsu è un capolavoro di scienza.
Poi il fatto stesso che ci fosse la competizione ha fatto si che l'allenamento si arricchisse con pratiche provenienti da altri settori, diciamo che se c'era una persona aperta all'innovazione nel Giappone di inizio 900 era proprio Kano, almeno nel mondo marziale.

ciao a tutti, adesso ho un po' fretta, ma spero di tornare sulla discussione.

Scusa MUK io ho già sentito sta storia della razionalizzazione riferita a Kano diverse volte.
Vorrei capire dove ha razionalizzato una tecnica. Per esempio prendiamo il de ashi barai, in che cosa consiste la razionalizzazione del de ashi barai?
Dove stanno i criteri scientifici?
Ho dato una scorsa al libro “biomeccanica del judo” a parte che aiuta poco alla pratica, ma dove Kano ha fatto simili ragionamenti?
Per conto mio Kano ha usato un linguaggio internazionale, questo sì. Per farsi capire ha parlato di spingere e tirare, di direzioni di squilibrio. Poi ha voluto farsi capire (cosa assai rara anche oggi).
Leggendo il libro di Yokoyama di inizio secolo, si nota che la teoria degli squilibri è spiegata considerando il corpo umano come una bacchetta rigida, ma dicendo poi che le cose non stanno così (tanto è vero che il corpo umano è un corpo deformabile essendo costituito per il 70% di acqua). Onde per cui Kano ha usato un linguaggio aperto a tutti, ma con ciò non ha voluto dire che tutto potesse essere spiegato con quel linguaggio, né ha voluto attribuire a quel linguaggio il significato che gli insegnamenti del passato fossero errati, perché lontani dalla scienza. Queste sono aggiunte postume, da parte di chi direbbe di tutto pur di sostenere il ju sport.
Altra questione è stabilire ciò che è scientifico da ciò che non è scientifico. Da una definizione precisa si potrebbe dire che è scientifico ciò che è provato scientificamente e allora di scientifico nel judo come in quasi tutto ciò che succede, ci sarebbe ben poco.
Se invece s’intende per scientifico, un fatto a cui è possibile dare una spiegazione scientifica, allora si entra in un altro ordine di idee, ma questo non vuol dire dimostrare scientificamente come un fatto è accaduto. Per esempio cade un albero. Io posso dimostrare che è caduto per effetto della gravità ed anche di un forza laterale rispetto al suo asse, con ciò però non ho descritto tutto l’evento, in quanto posso non essere al corrente di come si è generata la forza laterale, oppure che l’albero è sprofondato. Più semplice è spiegare che un elefante lo ha tirato giù spingendolo da un lato, ma questa non è una spiegazione scientifica.

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Offline muk

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Re: ju-jitsu essenziale
« Reply #56 on: March 19, 2010, 10:03:03 am »
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provo a rispiegarmi evidentemente non riesco a rendere l'idea, la prendo più larga.
Qui non è in discussione l'analisi del de ashi barai moderno, quanto di cosa c'era prima del de ashi barai stesso, con scienza non intendo il solo il risultato finale, ma tutto il percorso fatto, considerando il prima ed il dopo.
Se analizziamo cosa c'era prima di Kano vediamo decine e decine di scuole di X-jutsu che si basano su trasmissioni orali, interventi divini, strane energie.
Kano ha razionalizzato innanzi tutto l'approccio, e lo ha fatto togliendo l'alone di mistero che circondava le vecchie ryu, ed ha potuto fare questo perchè aveva un fine completamente differente.
Ha razionalizzato la divisa creando un abito adatto ai suoi scopi, consentendo di modificare le tecniche per una pratica più sicura sfruttando le prese, ha iniziato a definire una metodologia che passasse per il randori, in modo che ognuno potesse verificare i suoi progressi nella pratica, per fare questo ha trascurano una componente essenziale di una delle sue scuole eliminando gli atemi. Ha spiegato tutto quello che ha fatto e l'approccio al judo in decine di conferenze, documentate e disponibili, ha pubblicato libri, ha aperto il ju jutsu all'idea del confronto, anche sportivo se vogliamo.
Ha preso un mondo e lo ha rigirato come un calzino, portando tutte le innovazioni che il Giappone del suo tempo cercava forse più di oggi, ed ha cercato di assorbire l'esperienza dei college inglesi ed americani per costruire una disciplina adatta allo sviluppo di una società, per primo ha affrontato l'idea di trasformare una pratica di morte e di guerra in una pratica di pace e fratellanza.
Non pago di questo ha istituito commissioni che praticavano ed analizzavano le tecniche delle varie ryu nella kobudo kenkyukai, che era una sezione del Kodokan.
Ha organizzato la sua scuola utilizzando un approccio manageriale, cosa mai vista prima nel Budo, e forse neanche dopo.
Ha costituito commissioni mediche per definire gli effetti delle tecniche, delle cadute, delle varie azioni e per testare gli allenamenti degli allievi: se teniamo presente questo approccio, considerando ovviamente la pochezza degli strumenti del suo tempo su questi argomenti in confronto ad oggi, era un innovatore, e dove non arrivava da solo usava i suoi collaboratori.
Ha modificato la disciplina indirizzandola verso il benessere fisico e psicologico, mettendo per la prima volta in risalto il concetto di igiene fisica in senso che modernamente potremmo definire fitness.
Penso che quanto ho scritto sia sufficiente per definire Kano un razionalizzatore ed un innovatore. Io leggo un approccio scientifico per quanto potesse essere scientifico nel 1900 l'approccio alle arti marziali, non a caso il metodo Kano è stato ricalcato da moltissime discipline marziali, perfino l'idea stessa della divisione in gradi attraverso le cinture è frutto di un approccio moderno (l'idea non fu completamente  di Kano ma fu da lui avvallata).

Più di questo non mi viene in mente, ad ogni modo frequentando ambienti marziali diversi dal judo ho visto ad esempio un approccio più scientifico nel judo che nell'aikido, nonostante questo sia successivo cronologicamente, e questo mi sembra rappresentativo di due modi differenti di intendere il budo da parte di Kano e di Ueshiba.

ciao a tutti
conosci te stesso

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shizentai

Re: ju-jitsu essenziale
« Reply #57 on: March 19, 2010, 10:21:34 am »
0
Il Ju Jitsu Bianchi non è essenziale .... questo non è proprio vero, almeno non per tutte le tecniche... spesso si confonde la non essenzialità e la non efficaci con una pratica approssimativa !

Sull'HYR, a me piace perchè trovo che sia lo stile di JJ più essenziale tra quelli che ho potuto sperimentare : è essenziale nella ricerca del principio centrale che regge la tecnica. Il kata serve proprio a questo a studiare e cercare quel principio... poi l'applicazione altro non è che l'applicazione di quel principio elaborato a livello cognitivo e assimilato a livello istintivo

*

sotutsu

Re: ju-jitsu essenziale
« Reply #58 on: March 19, 2010, 12:08:08 pm »
0

La realtá é che questi pochi rari maestri non sono stati iniziati dai patriarca dell'arte, ma sono stati dei veri e propri ricercatori cha hanno dato la vita per ricercare il tesoro perduto delle am.
Come tutti sappiamo é impossibile ricostruire la conoscienza originale basandoci sulla ricerca di fonti attuali di am delle quali sono rimaste le ceneri.
Quindi quel poco che hanno riportato in vita é un pressapochismo, e purtroppo bisogna accontentarsi o si passa ad altro.

beh non è che proprio di tutto sia rimasta sola cenere......

qualcosina in giro di valido si trova ancora.

A volte purtroppo non si trova l'insegnante giusto, a volte purtroppo non si trova la strada giusta...a volte purtroppo si vuole apprendere con spirito "occidentale"...e ci si incazza perchè allora non si capisce la tecnica..........

infine dipende tutto da quello che cerchiamo e se ci piace quello che pratichiamo......


La logica non è nè occidentale, nè orientale.
si potrà capire in modo occidentale od orientale, ma capire è capire, se uno non capisce, non capisce e allora gli devi spiegare come fare a capire. Vedi quindi che si finisce sempre per dover spiegare qualcosa. Altrimenti c'è un altro modo per capire: capire da autodidatti, in questo caso il maestro non serve e si fa da soli. Questo è anche un buon metodo, ma i risultati si fanno attendere a lungo.
C'è anche un altro modo: capire a modo nostro e non spiegare niente a nessuno.
In questo modo quello che abbiamo capito va sempre bene, perché non si deve confrontare con niente, mentre colui che vorrebbe capire può a sua volta capire quel che vuole perché va sempre bene (convinto lui).
Quest'ultmo modo di ragionare mi ricorda un forum di un altro argomento che non ci azzecca un fico ... Dove in virtù dell'esperienza i luminari parlavano dall'alto della loro saggezza e dove si pretendeva che si dovesse dare fiducia a loro in virtù della loro polvere sulle scarpe.

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shizentai

Re: ju-jitsu essenziale
« Reply #59 on: March 19, 2010, 12:36:34 pm »
0
C'è anche un'altra via.....

Seuno capisce bene se non capisce pace per lui !
Mica tutti devono capire per forza.... e mica sono obbligato a dover far capire per forza qualcosa a tutti...e in ultima analisi ( la più importante) non me ne frega una mazza  ;)