Muk, sarebbe interessante discutere riguardo al rapporto tra Judo e JuJutsu, considerando quello che si è detto sopra, cioè che i primi praticanti di Judo venivano quasi sempre dalle Koryu.
Il Judo è JuJutsu, ma non tutto il JuJutsu è diventato Judo. Il kime no kata, secondo me, da l'idea della selettività voluta da Kano al riguardo.
Kano ha privilegiato una certa essenzialità, sobrietà ed efficacia delle tecniche da tramandare.
Se guardo le foto che hai postato, la prima sequenza, io vedo un Te-gatame che per fortuna sui tatami ancora ho visto.
Per le altre tecniche non saprei dirti se Kano avesse voluto scremarle o tramandarle, credo che l'occupazione americana abbia influito molto portando, per la sopravvivenza, alla sportivizzazione del Judo.
Ma già per me recuperare le applicazioni del kime no kata, di una serie di cose che fa vedere Mifune e, anche se non mi piace tanto, del Kodokan Goshin Jutsu, sarebbe tantissimo, senza dover indagare quello che nel kata non è entrato.
le premessa da cui parti avrebbero bisogno di approfondimenti notevoli.
Kano praticava ju jutsu, ma al suo tempo il ju jutsu era un concetto piuttosto vago, persino la denominazione non era univoca, a prescindere dall'assoluto casino fra le varie scuole.
Kano provò ad unificare il ju jutsu, ma non lo fece come caposcuola del judo, ma come segretario alla pubblica istruzione, ci sono documenti storici dell'inizio del 1900 che ci descrivono i tentativi del ju jutsu di superare le divisioni fra le scuole, emblematica la riunione del 1906 cui parteciparono i capiscuola delle più importante scuole del tempo.
Kime no kata e koshiki no kata sono kata di ju jutsu, con buona pace di chi sostiene il contrario, nonostante facciano parte del programma del judo, da sempre il koshiki no kata (è il kata di kito ryu), e dal 1906 il kime no kata, che fu per l'appunto creato per essere il kata del ju jutsu unificato.
I kata del judo creati appositamente da Kano restano quindi 3, ovvero nage no kata, katame no kata e soprattutto ju no kata.
poi ci sono serioku zen'yo kokumin taj ku no kata e itsutsu no kata che sono paralleli al judo affrontando i principi di educazione fisica e filosofica della disciplina.
Poi c'è il kodokan goshin jutsu no kata, che è un kata discusso, in quanto comprende tecniche di aikido (o aiki budo) impiantate nel judo da uno dei massimi marzialisti del suo tempo, il maestro Tomiki, allievo diretto di Kano (9°dan) e di Ueshiba (8° dan), ma che ha avuto l'antipatica caratteristica di essere condannato a 7 anni di carcere militare per crimini di guerra dopo la seconda guerra mondiale (la condanna era genocidio), ma se volete lumi su Tomiki al limite apriamo una discussione apposta, ma potete immaginare come non fosse facile per il judo che si affacciava alle olimpiadi mescolare l'immagine con quella di Tomiki.
Kano dice di praticare assiduamente randori e kata intendendo mio avviso una progressione didattica di questo tipo
-nage no kata (in cui si apprendevano i principi dinamici delle tecniche di proiezione e delle relative cadute). Il mio parere è che nel nage no kata le singole tecniche del go kyo fossero piuttosto intercambiabili fino alla codifica definitiva che dovrebbe essere della seconda decade del '900 (il judo ha già circa 25 anni).
-katame no kata (in cui si apprendevano i principi del katame waza, probabilmente anche in piedi)
-koshiki no kata (in cui si impara a gestire l'idea di attacco/contrattacco)
-randori (in cui si applicava quanto appreso nel nage no kata e nel katame no kata contro un avversario non collaborativo, con l'accortezza di evitare gli atemi una volta che le prese erano effettuate).
Fino al 1906, calcolando che la serie di foto è del 1904, possiamo dire che le tecniche di atemi e di difesa da atemi erano studiate singolarmente, in una forma tipo Go kyo, infatti è errore comune pensare al kata come ad una serie di tecniche, ma in realtà una singola tecnica può essere studiata come kata, ed il sistema è tipico delle koryu che in alcuni casi non hanno le serie, ma ogni azione è a se, le serie di tecniche sono forse più comuni nelle scuole di spada, in cui un kata spesso analizza una situazione di combattimento, seppur stilizzata.
Lo studio randori/ kata quindi non è quello che vediamo oggi, ovvero studio ippon seoi nage fino al rincoglionimento e poi mi sparo tutto il koshiki no kata, quello che ci dice Kano è un'altra cosa, ovvero studiare la corretta forma di una tecnica fino a renderla sicura anche per chi la subisce (non per niente si studia sempre in coppia), poi la si prova in randori, poi si torna alla forma, poi si torna al randori, fino alla comprensione "fisica" del gesto tecnico. Poi il colpo deve essere trasferito nel combattimento reale, non più quindi nell'ottica di una situazione di randori amichevole, e qui subentra kime no kata, che in virtù della sua pericolosità è adatto a judoka evoluti, ma le tecniche che qui incontro le devo già conoscere attraverso lo studio di base, kime no kata serve per imparare a metterci il kime, ad addestrare alla reazione istintiva ad un attacco che parta a distanza (che sia atemi o presa o attacco armato), contrariamente allo studio precedente che invece parte dalla situazione di presa reciproca "standard". Quando un judoka ha padronanza di questo aspetto ha raggiunto il primo gradino del judo idealizzato da Kano, lo shobu ho, che somiglia molto all'idea del ju jutsu.