E' abbastanza umano che si proiettino insicurezze e paure sul coltello
Non è questione di umano ma di società, per lo meno in Italia.
Se parlate di coltello(utensile da lavoro/arma)) ai non addetti ai lavori, tutti lo inquadrano, come avete scritto, come qualcosa di brutto, se parlate di spada(ARMA, molto più efficiente di un coltello) al contrario tutti ne restano ammirati.Tutto nasce dal fatto che la spada, benchè strumento di morte, sia legato alla nobiltà(guerriera prima,inutile poi), che aveva una collocazione sociale a cui tutti anelavano e dunque tutto ciò che la riguardava era "desidereabile" , il coltello invece era legato al volgo , al rozzo, a quella società violenta dura, a quelle realtà di sopprusi e povertà, a quella condizione sociale da cui tutti volevano scappare.
Se leggiamo le cronache del secolo scorso o di fine ottocento, non si può negare che il coltello è stato il segno crudelmente e ferocemente esibito di una radicata e diffusa violenza.
Da qualche parte si parla di "spada del popolo", mah, forse, ma come mi raccontavano i mie maestri, alla fine non era altro che una arma estratta fulmineamente, quasi proditoriamente, nelle feste, nelle fiere, soprattutto nelle osterie, quand'erano pieni, a causa di futili provocazioni per lavare nel sangue gli "oltraggi".
Istintivamente il coltello non viene interpretato come strumento/utensile/attrezzo ma come qualcosa di malvagio come qualcosa che a livello, passatemi il termine, "ancestrale" ricorda quella condizione da cui tutti vogliono fuggire.
Difficile cancellare secoli di violenza in pochoi anni.
Ciao
Ego