E io sto qua a lavorare..mannagg'
Il modo in cui l’acqua scorre – Intervista con Vladimir VasilievArticolo di Mark Hemels tratto da Meibukan Magazine n. 3 - Settembre 2004
Vladimir Vasiliev è direttore e capo istruttore della scuola di Arte Marziale Russa di Toronto. Nato in Russia, è stato addestrato in maniera intensiva dagli istruttori dell’Unità Operazioni Speciali, e poi vi ha prestato 10 anni di servizio, fra cui quello di istruttore per paracadutisti, unità speciali della polizia e guardie del corpo governative. Trasferitosi in Canada, nel 1993 vi fondò la prima scuola di Systema fuori dalla Russia.
Signor Vasiliev, quando ha imparato l’arte marziale russa chiamata “Systema”?
Per la maggiorparte quando ero nell’esercito, e mi addestravo con il mio principale istruttore Mihail Rjabko, Colonnello dell’Unità Operazioni Speciali delle forze armate. Lavoravamo insieme per un po’, e io ne approfittavo per allenarmi con lui. In precedenza avevo avuto esperienza di Karate e Boxe. In Russia non c’è molta distinzione fra gli stili di lotta. Si trattava semplicemente di modi di usare le braccia e le gambe (ride). Ho anche partecipato a dei campionati, e mi è andata abbastanza bene. Ma quando ero nell’esercito mi resi conto che il Karate mi andava bene per le competizioni, ma non funzionava molto in caso di scontro reale. E scoprii che il Systema russo mi era molto più utile, e fu per questo che iniziai a studiarlo meglio.
Perchè le sembra che il Systema sia meglio del Karate, in un combattimento reale?
Il Systema è più mobile. Puoi essere pronto all’istante. Non ci sono forme o tecniche precodificate con cui prepararsi. Io imparai a muovermi meglio, e la tecnica era solo un dettaglio. Le tecniche si imparano un passo alla volta, e poi combinate fra loro diventano uno stile. Il Systema si focalizza di più sul movimento.
Ma non è la tecnica e il suo esercizio a rendere efficaci in combattimento?
Fino a un certo punto è giusto; è bene esercitarsi a lungo fino a che non si diventa efficaci. Ma se vuoi comprendere meglio la vita, è il modo in cui ti muovi che devi esercitare, non certe mosse. Le tecniche possono essere “un’illusione”, a volte, perché si basano sul fatto di poterle fare. Per esempio, se tu studi il grappling, le tue braccia devono essere in grado di funzionare per bene. Ma cosa accade se sono danneggiate o ferite? O se hai un dito rotto? Non puoi fare più niente. Le tecniche cessano di essere efficaci. Ma se impari a muoverti, non importa che parte del corpo usi. Il movimento naturale si basa quindi più sull’istinto che su quello che hai praticato e “memorizzato”.
E come si allena da voi l’istinto e il movimento naturale?
Ognuno di noi è dotato di istinto fin dalla nascita, e il movimento naturale è solo la via più breve al risultato. E’ come il modo in cui l’acqua scorre. L’acqua trova sempre la via migliore. Magari non è quella fisicamente più corta, ma è quella giusta. Scorre attorno dove la via è più libera. E’ lo stesso che con il movimento naturale; ci gira attorno per trovare la strada migliore. Per ogni situazione la reazione può essere diversa. E’ per questo che è inutile memorizzare degli schemi, perché le possibilità nella vita sono infinite, e non potrai mai essere preparato per tutto. Quindi è meglio imparare a muoversi naturalmente, non solo fisicamente ma anche con l’istinto.
Quanto tempo è stato nell’esercito?
All’inizio due anni, che è la durata normale della leva in Russia. Quindi iniziai a specializzarmi in questo campo. Dopo la leva continuai per altri 10 anni, con l’Unità Operazioni Speciali.
E per 10 anni ha fatto anche l’istruttore?
Venni addestrato da loro, e c’era sempre qualche altra unità che dovevo addestrare. Era tutta una cosa continua: venivo addestrato, addestravo a mia volta e partecipavo attivamente alle missioni.
Perché ha lasciato l’esercito?
Nel 1985, in Russia, la Perestrojka cambiò di molto le cose. Alcune unità vennero smantellate o sciolte, e chi voleva abbandonare il servizio poteva finalmente farlo liberamente. Io volevo andarmene, lasciare un po’ la Russia e viaggiare. Lo feci, e mi fermai in Canada, dove incontrai la mia futura moglie Valerie, che era già diventata cittadina canadese. Quando ci sposammo, mi sistemai definitivamente qui, e ora abbiamo tre figli. Poi aprii la mia scuola, perché era quello che sapevo fare meglio, e perché dovevo trovarmi qualcosa da fare per mantenere la mia famiglia. Iniziò tutto con qualche allenamento in palestra con qualche allievo. Poi la gente mi incoraggiò ad aprire una scuola. All’inizio era una cosa in piccolo, ma poi crebbe, e ora ne stiamo festeggiando il decimo anniversario.
Non riesco a capire come il Systema, con la sua enfasi sulla moralità, possa essere accostata ad unità militari addestrate ad uccidere. Come fanno queste due cose a coesistere?
Ci sono molti tipi di unità speciali, e uno dei primi obbiettivi di ogni sistema morale è difendere la tua terra. Non è un peccato, in sé per sé. Sono guerrieri, e devono proteggere la propria patria. Nella mia unità, vigeva il principio di causare il minor danno possibile. Nelle altre unità può essere diverso; ce ne sono alcune in cui si è davvero pazzi ed esaltati, se sei quel tipo di persona ti ci trovi bene. Ma per fortuna ce ne sono anche di altre. Non è vero che sono tutti degli assassini. Uno dei detti preferiti da Mihail Rjabko è “Non ci sono atei, in trincea”. In battaglia, inizi subito a credere in Dio, non importa cos’eri prima. E’ per questo che chi ha partecipato ad azioni militari, analizzando “sinceramente” quello che è successo, poi si ritrova un po’ più “vicino” a Dio. D’altra parte, non tutte le unità praticano Systema. E’ solo una piccola parte che lo fa. Tutti gli altri fanno Kick Boxing, Karate e Sambo, ma solo pochi Systema.
Ci può dire qualcosa circa il ruolo della Chiesa Ortodossa nel Systema?
Che ne è il fondamento principale. E’ uno stile che venne creato nei monasteri russi. C’era un intera cultura che stava uscendo dai monasteri, nei tempi antichi. Gli insediamenti venivano costruiti vicino un fiume o un lago, c’era una fortificazione, e la struttura principale era una sempre una chiesa. Erano i monaci a difendere quella fortificazione, uomini di religione, ed è per questo che il fondamento di questo spirito guerriero è il Cristianesimo. I guerrieri che difendevano la propria terra erano sempre impegnati in battaglia. Una volta diventati vecchi, si ritiravano nei monasteri per insegnare ai più giovani tutto quello che sapevano. E’ sulla fede che si basa tutto. Gli anziani guerrieri si ritiravano per pentirsi dei peccati che avevano commesso in guerra e continuare quella lotta su un piano spirituale, attraverso la preghiera e una condotta di vita rispettabile. La qualità principale per essere sia un guerriero che una persona corretta è l’umiltà. Altrimenti la tua terra è spacciata. L’umiltà cederà il passo alla superbia e questo distruggerà sia te stesso che tutto quello che hai intorno.
Ci potrebbe spiegare che cos’è che rende il Systema un’arte da combattimento piuttosto che un sistema di combattimento?
Non è neanche un’arte, ma piuttosto è un sistema, è per questo che si chiama così. Si usa definirla arte marziale ma è qualcosa di più. Combina tutti i livelli di abilità umane e sviluppa la nostra fisiologia: il sistema respiratorio, quello circolatorio, muscolare, scheletrico e digestivo. Tutti questi sistemi vengono sviluppati in maniera naturale, e a quel punto si passa a lavorare sul piano mentale e su quello psichico. Come conseguenza, il tuo spirito si rafforza, ti avvicini a Dio. Ti dà forza e un senso di autenticità. E’ per questo che non è un arte, ma un intero sistema. Come la vita stessa.
Quali crede siano le sue responsabilità, come insegnante di Systema?
E’ davvero una responsabilità, perché le persone vengono a farti domande specifiche. Vengono per qualcosa di particolare, non solo per utilità di autodifesa. La maggior responsabilità è essere una brava persona; essere umili, mai superbi, e non cercare di impressionare nessuno…. ma cercare semplicemente di migliorarsi sempre di più; è solo questo che puoi fare per gli altri. Appena fai la cosa giusta per te, allora capisci la verità e sei pronto a passarla agli altri.
Nei suoi seminari a volte ci sono esercizi in cui ci si attacca col coltello. Perché insegna queste cose anche a persone che non ha mai incontrato prima?
Non credo di insegnare niente di aggressivo. Tutte le tecniche sono solo del lavoro. Mostro loro come usare il coltello, e non c’è niente di malvagio in ciò. Non assumo pose animalesche o espressioni cattive, e non c’è aggressività in quello che faccio. L’unica cosa che può essere negativa è se le persone vengono rese aggressive, nervose e tese; allora si che si possono far male. Ma se gli insegni a lavorare correttamente e in un ambiente calmo, allora non sarà pericoloso.
Questo include lavorare con i coltelli?
Si, il coltello è solo un attrezzo per la difesa. Nessuno deve sentirsi in dovere di andare in giro a tagliuzzare la gente. E’ solo una maniera di difendersi. Quello che faccio è calmarli, perché un sacco di persone si innervosiscono quando ci sono le armi. Quindi è un modo di farli sentire a loro agio anche quando hanno a che fare con un coltello.
Nel suo “Russian System Guidebook” dice che essere seriosi nella vita e in allenamento non è di aiuto in caso di pericolo o attacco. Ce lo puoi spiegare?
Essere seri significa essere pienamente responsabili delle proprie azioni, e non essere emotivo, perché a volte le emozioni ci nascondono la verità e non vediamo le nostre responsabilità. E’ una precauzione per non essere irrazionali. Nel Karate una attitudine seriosa mentre si pratica include una forte concentrazione in ciò che si fa…
Quello che capita poi nel Karate è che la gente è davvero tesa. Anche se concentrata, è troppo tesa, e ciò è distruttivo. Distrugge la psiche e il corpo. Un sacco di colpi dati rimbalzano all’interno del corpo e lo distruggono piano piano. Molti praticanti di Karate hanno articolazioni danneggiate, legamenti stirati e spalle, anche e ginocchia usurate. Nel Systema c’è molta enfasi sul preservare il proprio corpo, anzi rafforzarlo; molti dei colpi e dei movimenti seguono questo principio.
Come si addestra il sesto senso, e perché è importante nel Systema?
Il fondamento risiede nel rilassare il corpo. I muscoli tesi impediscono il passaggio di informazioni e non sei più “consapevole”. Se ti rilassi, inizi ad assorbire le informazioni ad intuito. E’ come trovare la giusta lunghezza d’onda. Se sei teso, chiudi questo canale di informazioni. E’ questo il fondamento: stare rilassati. Non significa certo stare mosci, ma che tutto è calmo e sei davvero “sveglio”. E allora, a questo punto, il prossimo passo è la preghiera. Quando preghi, ti senti umile e connesso a Dio. E tutte le cose della terra sono tagliate fuori da te; hai semplicemente una connessione più elevata, e allora hai un sacco di informazioni a disposizione, che non si basano sulla vanità o la timidezza o la volontà orgogliosa di vincere. E’ la vera informazione di cui hai bisogno.
Quindi, il sesto senso si sviluppa tramite il rilassamento e la preghiera?
Si, assolutamente. Ma la preghiera non è solo la ripetizione di alcune parole, altrimenti sarebbe più una sorta di meditazione. La preghiera è autentica se il resto della tua vita è in accordo con quanto espresso dalla Bibbia. E’ il provare a fare per bene tutte le cose della tua vita. Allora la preghiera è potentissima. La preghiera principale è “Dio abbi pietà di me”, nel senso che quando non si è con Dio ci si sente come un nulla, e che solo con Lui si può essere tutto. Ti rende umile e tollerante verso le altre persone. Ma la preghiera non è insegnata in addestramento. E’ una cosa che riguarda l’individuo, ed infatti non bisogna certo essere cristiani per praticare il Systema.
Nel Systema si impara a non guardare l’avversario negli occhi, ma piuttosto sopra la sua testa, a differenza della altre arti in cui lo sguardo è diretto lì. Perché?
Di solito, quando la gente si guarda negli occhi, questo risulta in una sfida. Quindi nel Karate e in altri stili tu sfidi il tuo avversario. Nel Systema l’obbiettivo principale invece è calmare il proprio avversario, e la sola volta in cui lo guardi è se ti senti in grado di calmarlo così. E’ per questo che guardiamo più in alto del livello degli occhi, senza contare che questo migliora la visuale periferica.
Si pensa spesso che guardare negli occhi aiuti a decifrare la mente e le intenzioni dell’avversario. Non si perde questa possibilità, facendo così?
C’è molto di più in una persona che gli occhi, da osservare. Guardare gli occhi o il corpo è più una tecnica da sport. Per me e il mio insegnante bisogna percepire la persona per intero; non abbiamo bisogno di guardare negli occhi. percepiamo l’intera situazione anche oltre le informazioni visive. Guardare negli occhi è anche un aspetto della competizione: chi colpisce per primo, quelle cose lì.
C’è una ragione speciale per la quale i novizi si allenano con gli esperti?
Non ci sono gradi o cinture. La psiche è più importante delle tue abilità fisiche. A volte, quando una persona ottiene un certo livello (ad esempio una cintura nera) ha un prestigio da mantenere. Si sente di dover dimostrare qualcosa e ha paura di perdere la faccia. Ma può anche darsi che qualcuno lo aggredisca per strada all’improvviso e lo strozzi, non sapendo nulla della sua cintura nera. Appena aprii la scuola provai ad usare i metodi di addestramento dell’esercito, ma le persone si spaventarono. Un sacco di loro non rimasero. Ad un certo punto, da 20 allievi me ne rimasero solo 2. Giustamente, forse era un po’ troppo per persone che non avrebbero dovuto andare in guerra, ma ora è tutto più adatto alla vita “normale”.
Quanto contano nel Systema la respirazione e le sue tecniche?
La respirazione è la vita. Letteralmente, è la base di tutto. Quindi devi usare questa risorsa al meglio delle tue possibilità. Perciò facciamo regolarmente molta pratica di respirazione. Il Systema è unico nel trattarne tutti gli aspetti. Gli allievi imparano a mantenere ininterrotto il proprio ciclo respiratorio, non importa cosa accada, ed è una cosa molto importante, insieme a far si che la respirazione non si fermi ai polmoni ma continui attraverso tutto il corpo. Ci sono molte cose che si possono fare con la respirazione. Uno dei colleghi di Rjabko, con tecniche respiratorie guarisce la gente anche da cancri in stato avanzato. Si tratta di persone che hanno provato anche la chemioterapia, e inutilmente. E sono stati aiutati dalla respirazione; il loro male è andato regredendo, con lo stupore dei medici.
C’è qualcosa che vorrebbe aggiungere?
Un modo di comprendere il Systema è che ci sono tre livelli di abilità umane. Il primo è quello fisico; immaginate due persone che lottano: chi è più forte sarà avvantaggiato. L’altro livello è l’intelligenza: chi conosce meglio le tecniche e i modi di muoversi avrà un altro vantaggio. Il livello oltre questi due è quello spirituale, quello della comprensione: chi vede e capisce di più è colui che vincerà. Questa cosa avviene con l’esperienza di vita e la saggezza, di solito fra i quaranta e i cinquant’anni in su. La parte fisica forse non sarà più la stessa, ma se una persona anziana ha il giusto spirito e la giusta comprensione, neanche una persona più giovane e ben addestrata potrà sconfiggerlo.
Per maggiori informazioni su Vladimir Vasiliev e il Systema, visitate
www.russianmartialart.com.
Mark Hemels è editore di Meibukan Magazine. Ha intervistato Vladimir Vasiliev il 23 maggio 2004, con il gentile aiuto di Valerie Vasiliev come interprete.
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=m_meibukan