bene ..iniziamo con un po' di materiale che parte dalle origini della cultura e tradizione della
russia.....ho pensato che mano mano inseriro' alcuni temi a 360 per dare una panoramica
piu' ampia...ovviamente con spirito di condivisione e senza nessuna pretesa di verita'....
Il Canto della Schiera di Igor'
Splendido poema epico del medioevo slavo, il Canto della schiera di Igor' ha per argomento la tragica sconfitta di un esercito russo avvenuta nel 1185 ad opera dei Polovesiani o Cumani. Scritto forse poco dopo la disfatta, il poema ha avuto vicende assai complicate.
Il manoscritto, scoperto casualmente alla fine del XVIII secolo, andò distrutto durante l'incendio di Mosca nel 1812. Ne rimasero l'edizione a stampa «Musin-Puškin» del 1800 e una copia scritta appositamente per l'imperatrice Caterina II. Già questo fatto gettò dei dubbi in alcuni studiosi, per i quali si tratterebbe di un falso. Tale idea è però stata sempre respinta dalla critica russa, e non soltanto per ragioni di ordine filologico.
L'esegesi
Il Canto è di grande suggestione, ed anche i luoghi oscuri del testo e la difficoltà ad interpretarli (c'è un'intera letteratura critica, dalla fine del '700 ad oggi) contribuiscono non poco ad accrescerne il fascino. L'ignoto autore possedeva una notevole forza poetica, sapeva disporre gli episodi in modo suggestivo, usava la fantasia magica e l'immaginazione storica alternandole sapientemente ed infine riusciva ad esporre il suo pensiero (la nostalgia per il tempo passato e per la perduta unità dei principi) in modo accorato e convincente. Il linguaggio è ricco di termini di origine turanica, tanto che alcuni studiosi (tra cui il grande scrittore kazako Olžas Sulejmenov) hanno avanzato l'ipotesi che il Canto sia stato composto in ambienti turco-russi; idea duramente osteggiata da parte del potere accademico, che ha sempre sostenuto con forza la «purezza russa» del poema.
Il testo risente moltissimo - anche se forse soltanto per aderenza a un tipo di poesia epica - dell'antico spirito pagano: le forze della natura sono vive e titaniche; Igor' può dialogare possentemente con il fiume Donec, e la triste Jaroslavna può effondere il suo lamento al sole e al vento. La poesia trasfigura eroi e cantori in lupi e in falchi, e quelle che sembrano similitudini poetiche sono forse l'eco di antiche idee venate di sciamanesimo. Non mancano neppure preziosi riferimenti alle antiche divinità slave a rendere il Canto di valore inestimabile per lo studioso di mitologia.
Edizioni italiane
BAZZARELLI Eridano [cura]: Il canto dell'impresa di Igor'. RIZZOLI, Milano 1991. Splendida edizione tradotta e riccamente annotata.
SARONNE Edgardo [cura]: Il cantare di Igor'. PRATICHE, Parma 1988.
L'epopea del principe Igor', ovvero la campagna del 1185 contro i nomadi della steppa > Alda Giambelluca KOSSOVA: All'alba della cultura russa. STUDIUM, Roma 1996. Traduzione di Angiolo Danti (1979), recuperata e pubblicata postuma in appendice al bellissimo libro della Kossova.
POGGIOLI Renato [cura]: Cantare delle gesta di Igor'. EINAUDI, Torino 1954.
PACINI SAVOJ Leone [cura]: Detto della campagna di Igor'. Napoli 1946.
Il canto della schiera di Igor' > Bruno MERIGGI: Le Byline, canti popolari russi. ACCADEMIA, Milano 1974. Le parti dell'epopea igoriana che riguardano il vate Bojan.
http://www.bifrost.it/SLAVI/Fonti/CantoschieraIgor.html CANTO DELLA SCHIERA DI IGOR', DI IGOR' FIGLIO DI SVJATOSLAV, NIPOTE DI OLEG.
Esordio nel ricordo di Bojan
Non sarebbe forse meglio, o fratelli, intonare in stile antico il racconto della schiera di Igor', di Igor' figlio di Svjatoslav?
Che invece questo canto esordisca secondo i fatti del nostro tempo, e non secondo la fantasia di Bojan! Ché il vate Bojan, se per qualcuno voleva cantare un canto, si arrampicava come uno scoiattolo sugli alberi, correva per la terra come un lupo grigio, volava sotto le nubi come un'aquila azzurra.
Rievocava, diceva, le battaglie dei tempi andati. Lanciava allora dieci falchi contro uno stormo di cigni, e quale che arrivava a segno intonava per primo un canto in onore dell'antico Jaroslav, per l'ardito Mstislav che trafisse Rededja davanti alle schiere circasse, al bel Roman figlio di Svjatoslav.
Ma Bojan, o fratelli, non dieci falchi lanciava contro lo stormo di cigni: ma posava le sue dita stregate sopra le corde viventi e quelle da sole cantavano ai principi gloria.
Cominciamo dunque, o fratelli, questo racconto dall'antico Vladimir all'odierno Igor', il quale temprò la mente con la volontà, infiammò il cuore con il coraggio e, ricolmo di spirito guerriero, condusse le sue valorose schiere oltre la terra russa, in terra polovesiana
Alzò Igor' lo sguardo al sole lucente e vide che da esso veniva un'ombra che copriva le schiere.
E disse Igor' alla sua družina: «Fratelli e družina, è meglio morire che essere fatti prigionieri. Montiamo perciò, o fratelli, sui nostri veloci destrieri per guardare l'acqua dell'azzurro Don!»........................................
http://www.bifrost.it/Antologia/CantoschieraIgor.html