Considerazioni tratte da una lezioneArticolo di Vladimir Vasiliev pubblicato il 31 ottobre 2006.
Un essere umano è un sistema completo, e per questo dobbiamo rendere tale anche il nostro addestramento (è questa la ragione per cui il nostro approccio didattico si chiama Systema)
Molti sport e arti marziali hanno come presupposto che chi inizi l’addestramento sia già in buona forma. Ma nei fatti non sempre è così. Parametri fisiologici come frequenza cardiaca, pressione sanguigna, capacità polmonare, postura, resistenza e scioltezza di muscoli e articolazioni e condizioni mentali sono raramente quelle ideali. E ancor meno è facile che uno sia già in possesso di una psiche stabile ed equilibrata, libera da paura e altre emozioni dannose.
Detto questo, ci poniamo come obbiettivo:
- Rendere l’addestramento un processo graduale di ripristino delle condizioni di salute che possiamo aver perso;
- Costruire le nostre abilità, correttamente supportate dalle nostre capacità fisiche e psicologiche;
- Aiutare il compagno d’allenamento a raggiungere il nostro livello di abilità e forma fisica, in modo da poter “crescere” sempre di più grazie a lui, e viceversa.
Quindi, le considerazioni di addestramento sono:
1 - Usare la respirazione come fondamento di tutto ciò che si fa. A lezione, assicuratevi che sia voi che i compagni di allenamento respiriate sempre correttamente, a prescindere da ciò che succede. Sarete ancora più in grado di rilassarvi, recuperare e calmarvi psicologicamente. (Leggere come e perché in “Let Every Breath…”)
Un comune esempio di interruzione dannosa della respirazione può essere un podista che trattiene il respiro negli ultimi metri davanti al traguardo o un sollevatore di pesi che va in apnea durante l’ultima ripetizione. Questi atleti potranno anche raggiungere il risultato, ma avranno provocato un certo danno al cuore, forzandolo a lavorare di più per compensare quella mancanza di ossigeno.
Ogni praticante di Systema con un minimo di esperienza sa bene che il miglior modo di mantenere un movimento fluido continuo è tramite la respirazione. Trattenere il respiro costringe a interrompere il movimento. Invece, anche se si viene costretti a stare fermi, continuando a respirare ci si continuerà a muovere.
2 - Tenere la postura naturale del corpo in ogni movimento. Schiena dritta e una buona postura mantengono rilassati e calmi, aiutano il cuore, i polmoni e il sistema nervoso a lavorare per bene. Scioltezza, calma e naturalità del movimento sono legate alla giusta postura. Un esempio banale può essere la camminata di un leone: fluida e mobile vista da fuori, piena di potenza, concentrazione e prontezza nello scatto, dentro.
Inoltre, ogni posizione innaturale rende molto difficile assorbire i colpi. E, ancora più importante, l’avversario individuerà subito il punto debole di questa postura, e lo colpirà senza pensarci due volte.
3 - Elasticità “fisica” e “psicologica” saranno discusse in un prossimo articolo.
4 - Praticate l’uso dei colpi in maniera correttamente progressiva (iniziare appoggiando le mani, poi continuare con spinte e pressioni, combinare il contatto con la respirazione ecc., come avevamo già detto nel precedente articolo). In questo modo impariamo a gestire la normale paura di farci male le mani e il corpo durante i colpi, evitando di stare troppo tesi. Infatti questo esercizio rende abili nel “vedere” dove colpire, cioè le aree di tensione o di reazione sul proprio compagno. Poi aiuteremo lui a fare lo stesso, a recuperare da vecchi colpi mai assorbiti, e a sbarazzarsi di tensione e paura tramite patterns respiratori.
Uno degli obbiettivi del colpire è quello di “rompere il guscio”. E infatti bisogna farlo per bene, come quando si deve rompere un uovo; bisogna usare abbastanza forza per aprire un buco nel guscio, ma se è troppa romperemo tutto e distruggeremo il contenuto. E questa situazione sarebbe molto difficile da “aggiustare”. Può sembrare che alcune persone siano in grado di incassare pugni anche molto forti, ma questa “resistenza” è spesso costruita da strati di paura che rafforzano sì questo guscio, ma lo fanno crescere verso l’interno, togliendo posto al vivo e mobile “spazio interno” del corpo. Il risultato finale consisterà in maggiori danni fisici e perdita della salute.
Quindi, bisogna provare ad avere un approccio di allenamento globale e completo: arrivo in palestra, lavoro di “costruzione” delle abilità, esecuzione corretta degli esercizi, recupero e condivisione in modo da progredire continuamente.
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=17&osCsid=f58250b9734638d846e3e4f1a21fa00a