Rma Systema Italy 2011- 2012 Scuola Vladimir Vasiliev- Istr. Luca Chiarato

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Re: Rma Systema Italy 2011- 2012 Scuola Vladimir Vasiliev- Istr. Luca Chiarato
« Reply #390 on: February 04, 2012, 17:25:32 pm »
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Systema Russian Martial Art Systema Breathing

Controlla la tua tensione   by Vladimir Vasiliev

Nel condizionamento dI Systema, noi proviamo a creare degli esercizi che ci possano guidare direttamente verso i più alti livelli di abilità del combattimento.

Gli esercizi di addestramento non sono disgiunti dall’arte marziale, ma piuttosto ne formano una base energica per tutti i movimenti di attacco e difesa

Una delle variabili che interferisce con la nostra efficacia di movimento in qualsiasi scontro è la tensione.

Vorrei presentare un po’ di utili esercizi fisici che possono aiutare a controllare la propria tensione, e al tempo stesso fortificare il corpo e sviluppare l’uso della respirazione.

Questa progressione può essere utilizzata anche da sola, indipendentemente dagli altri esercizi, in ogni caso. Tuttavia, costituisce un espansione dei principi descritti nel nostro manuale "LET EVERY BREATH... Secrets of the Russian Breath Masters" e il relativo DVD "SYSTEMA BREATHING".

I movimenti chiave in sequenza per controllare la tensione sono descritti più avanti. Ma se siete dei principianti, consiglio di fare riferimento sia al libro che al DVD per comprendere più profondamente altri aspetti dell’addestramento respiratorio del Systema.

Ora, andiamo a praticare un avanzato…

Controllo della Tensione – Parte superiore del corpo.

Questo lavoro è un’altra espansione dei “metodi di rilassamento e tensione” descritti accuratamente nel capitolo 8 di “LET EVERY BREATH”. Ci aggiungiamo una nuova dimensione, il controllo della tensione per effettuare un lavoro (in questo caso, flessioni).

Come chi avrà già letto il manuale saprà, noi ci concentriamo sui tre gruppi muscolari maggiori:

flessioni per la parte alta del corpo, addominali e dorsali per il tronco e piegamenti per le gambe. In questa presentazione, il Controllo della Tensione verrà spiegato sulla base dell’esercizio di flessioni sulle braccia.

Nella prossima newsletter prenderemo in esame anche gli altri esercizi.

Per ulteriori dettagli riguardo la postura del Systema nella flessione, ci si può documentare nel capitolo 5 del libro o guardare il DVD.

1. PREPARAZIONE GENERALE

-Iniziare in qualsiasi posizione comoda, seduti o sdraiati, ed espirare l’aria dai polmoni
-Inspirare lentamente, contraendo tutto il corpo con la stessa lentezza
-Trattenere il tempo necessario affinché ogni parte del nostro corpo sia tesa completamente
-Espirare lentamente, rilassando tutto il corpo con la stessa lentezza
-Trattenere il tempo necessario affinché ogni parte del nostro corpo sia rilassata completamente
-Ripetere non meno di 6 volte o più, se si vuole.

Alla fine, ci si accorgerà che la respirazione sarà più calma e lenta, e che contrarre o rilassare il corpo sarà diventato più facile.

2. PREPARAZIONE SPECIFICA

-Inspirare e contraere gradualmente solo i muscoli che si useranno per la flessione, cioè quelli delle braccia, tenendo però il resto del corpo (anche le spalle) rilassate
-Espirare e rilassare gradualmente i muscoli delle braccia
Adottare la stessa modalità dell’esercizio precedente, ripetendo almeno 6 volte

3. IN POSIZIONE

- Continuando a respirare naturalmente, mettersi in posizione da flessione
- Inspirare e tendere le braccia e il resto del corpo
- Espirare e rilassare le braccia e il resto del corpo
- Ripetere 2 o 3 volte, abbastanza da sentire il proprio corpo come un tutt’uno

Questo esercizio è molto utile, poiché di solito appena si sta per fare uno sforzo, si forma inconsciamente della tensione involontaria nelle parti del corpo che useremo e nelle aree più deboli.

Con questo paio di atti respiratori fatti in posizione da flessione, la tensione inconscia diventa consapevole, volontaria. A quel punto, diventiamo consapevoli di tutto il nostro corpo, e anche il flusso sanguigno è distribuito più uniformemente. Il principio è che non bisogna sottoporre alcuna parte del corpo a un superlavoro non necessario. Questo protegge le aree più deboli, previene infortuni e si concretizza nell’incredibile guadagno di potenza che avrete sperimentato (e di cui forse vi siete meravigliati) durante una lezione o uno stage di Systema.

4. LOCALIZZARE LA TENSIONE

- Inspirare abbastanza velocemente, e al tempo stesso contrarre tutto il corpo tranne le braccia
- A un certo punto fare 7 flessioni complete con il Burst Breathing (Molti di voi sanno già cos’è, ma nel caso non lo sappiate, si tratta di una breve e rapida inspirazione con il naso seguita da una espirazione fatta con lo stesso ritmo con la bocca, con l’aria espirata che apre dolcemente le labbra per uscire. Si può vedere chiaramente sul DVD e nel libro, a pagina 69). Questo tipo di respirazione permettere di tirare via dolore e fatica dai muscoli e minimizzare lo sforzo fatto dal cuore, in quanto l’afflusso di ossigeno è ininterrotto, a prescindere dallo sforzo fisico che si sta facendo.
- Ora, inspirare ancora e stavolta tendere le braccia lasciando il resto del corpo rilassato e fare 7 flessioni complete con il Burst Breathing.
- Poi, tendere tutto il corpo e fare altre 7 flessioni, ancora con il Burst Breathing
- Infine, rilassare il corpo e fare altre 7 flessioni, sempre con il Burst Breathing
C’è da rimanere meravigliati da come sarà facile fare queste ultime flessioni. Le persone che vengono ad allenarsi dicono spesso che sembra stiano volando, questo perché hanno imparato a controllare la propria tensione.

5.VARIAZIONI PER AUMENTARE IL CONTROLLO

Invece del punto 4 si può provare a fare questo:
- Inspirare gradualmente e fare una flessione tendendo solo il corpo man mano che si scende. Completare l’inspirazione e “costruire” la tensione del corpo per tutto il movimento discendente, mentre le braccia stanno rilassate.
- Espirare e risalire altrettanto lentamente rilassando il corpo, in modo da arrivare al punto superiore con tutta l’aria espirata e il corpo completamente rilassato.
Ripetere 10 volte.
- Inspirare gradualmente e fare una flessione tendendo solo le braccia man mano che si scende. Amplificare l’inspirazione e “costruire” la tensione delle braccia per tutto il movimento discendente, mentre il resto del corpo sta rilassato. Completare l’inspirazione e “costruire” la tensione nelle braccia per tutto il movimento discendente, mentre il corpo rimane rilassato.
- Espirare e risalire con lo stesso criterio, rilassando le braccia.
- Ripetere lo stesso pattern, combinando lo scendere e il risalire con l’inspirare e l’espirare.
- Ripetere 10 volte ognuna di queste varianti.
- Per concludere, fare più flessioni possibili in qualsiasi modo e con qualsiasi pattern ci sembri più comodo,

ed osservare il risultato.
Ovviamente, non dimenticare di bilanciare questi esercizi con gli altri due, cioè gli squat e gli addominali-dorsali. E’ utile per la circolazione, la pressione sanguigna e la psiche.

Una volta completata la sequenza di controllo della tensione per la parte alta del corpo di cui abbiamo parlato nella precedente newsletter, si può procedere per la parte mediana. Gli esercizi di base per questa parte sono gli addominali (Sit-Ups) e i dorsali (Leg Raises). Per i dettagli sulla corretta postura da assumere durante questi esercizi documentarsi pure sul capitolo 6 di “Let Every Breath...” o guardare il DVD “Systema Breathing”.

1. PREPARAZIONE GENERALE
- Mettersi in posizione comoda distesi sulla schiena ed espirare l’aria dai polmoni.
- Se avete appena finito di lavorare sulla parte alta del corpo, forse ci sarà un po’ di tensione nei muscoli usati per le flessioni, quindi respirate profondamente sei volte (come sempre, inspirare con il naso ed espirare con la bocca) e “cercare” queste aree problematiche di tensione nel proprio corpo, non solo nelle braccia. Rendersi conto delle aree di tensione del proprio corpo dovrebbe essere fatto prima di qualsiasi esercizio, perché permette di identificarle, localizzarle e lavorarci su.
- Inspirare, e mentre lo si fa tendere tutto il corpo
- Trattenere il tempo necessario affinché tutto il corpo sia completamente teso
- Espirare, e rilassare tutto il corpo
- Trattenere il tempo necessario affinché tutto il corpo sia completamente rilassato, ripetendo il tutto anche due o tre volte, se si vuole. L’obbiettivo è quello di “coprire” o di “diluire” le piccole aree di tensione, in modo da poter guadagnare tono muscolare, ridurre le aree di debolezza e potenziare tutto il corpo.

2. PREPARAZIONE SPECIFICA
- Inspirare e tendere gradualmente solo la parte superiore del corpo, dalla vita in su, tenendo rilassata quella inferiore
- Espirare e rilassare gradualmente la parte superiore del corpo
- Ripetere due o tre volte
- Inspirare e tendere gradualmente solo la parte inferiore del corpo, dalla vita in giù, tenendo rilassata quella superiore
- Espirare e rilassare gradualmente la parte inferiore del corpo
- Ripetere due o tre volte
Per questo e altri esercizi, bisogna rendere il proprio respirare indipendente dal lavoro muscolare, quindi provare ad alternare l’interazione fra il respiro e la contrazione/decontrazione. Per esempio, la prossima volta tendere la parte superiore del corpo mentre si espira, e fare lo stesso con la parte inferiore. Fare riferimento al “principio di indipendenza del respiro” a pagina 48 di “Let Every Breath”.

3. COSTRUZIONE GRADUALE
- Mantenendo la stessa posizione, inspirare gradualmente e contemporaneamente contrarre ed alzare le gambe tenendole distese; se si può, completare il semicerchio e toccare con i piedi il pavimento dietro la testa. La vera difficoltà di questo esercizio è che ci si trova a dover inspirare mentre il corpo e le gambe si contraggono, fino a che il massimo dell’atto inspiratorio si ha al massimo della contrazione muscolare.
- Espirare, rilassando le gambe e riportandole al punto di partenza.
- Ripetere da 7 a 10 volte
- Inspirare, ed a un certo punto espirare e contemporaneamente alzare le gambe contraendole, come nell’esercizio precedente
- Espirare, e ritornare al punto di partenza come nell’esercizio precedente
- Ripetere da 7 a 10 volte.
Questo è un esercizio estremamente pratico, dà un modo ideale di controllare il proprio movimento, respiro e tensione. Costruisce resistenza muscolare e connettiva (tendini e articolazioni) e rafforza la psiche, perché richiede pazienza, concentrazione e calma. Previene gli infortuni, e aumenta la sensibilità al movimento e ai cambiamenti interni al corpo. Una volta padroneggiata, questa abilità diventerà parte integrante del proprio addestramento marziale ma anche della propria vita quotidiana.

4. LOCALIZZARE LA TENSIONE ALZANDO LE GAMBE
- Nella stessa posizione, inspirare e tendere il corpo dalla vita in su, mentre il resto del corpo è rilassato e alzare le gambe come prima, usando il Burst Breathing per tenere più completo e fluido il movimento.
- Ripetere 7 volte
- Ora inspirare e tendere solo le gambe, mentre il resto del corpo è rilassato. Iniziare il Burst Breathing, tenere le gambe tese e fare tutto il movimento
- Ripetere 7 volte

5. LOCALIZZARE LA TENSIONE NEI SIT-UP
- Inspirare e tendere solo la parte superiore del corpo tenendo le gambe rilassate, iniziare il Burst Breathing e alzare il corpo sedendosi, tenendo la schiena dritta
- Ripetere 7 volte
- Inspirare e tendere solo le gambe, tenendo la parte superiore del corpo rilassata, iniziare il Burst Breathing e alzare il corpo sedendosi, tenendo la schiena dritta
- Ripetere 7 volte

6. LAVORARE IN COMPLETA TENSIONE
- Ora, tendere tutto il corpo e fare 5 alzate di gambe e 5 sit ups aiutandosi con il Burst Breathing.

7. LAVORARE IN COMPLETO RILASSAMENTO
- Per finire, rilassare tutto il corpo, respirare in maniera normale, calma, e rilassata e fare 5 alzate di gambe e 5 sit ups
Apprezzatene i risultati…

Come molti praticanti di Systema avranno notato, i punti 4, 5 e 6 riguardanti l’intensificare e localizzare la tensione sono più difficili da fare della costruzione graduale della tensione. Padroneggiare quei principi è di grande utilità. Sviluppa una totale capacità di multitasking, come l’abilità di fare un lavoro morbido e preciso con una parte del corpo e di farne in contemporanea uno pesante con un’altra parte. Ad esempio, tenere dolcemente un bambino per la mano in strada mentre con l’altra portiamo un peso, senza sforzo. E’ possibile inoltre notare la capacità di tenere simultaneamente diversi livelli psicologici sia di concentrazione che di emozione.

In aggiunta, vi prego di notare i grandi benefici del Burst Breathing. Siamo costantemente tesi nella nostra vita quotidiana, e si solito non ne siamo neanche consapevoli, nonostante ci sia di sicuro un segno di questa tensione, cioè il respiro interrotto. Mentre state facendo questi difficili esercizi, vi sforzate di fare il Burst Breathing, in modo da respirare in continuazione e prevenire ogni accumulo di tensione eccessiva. Quindi, invece di tenderlo troppo, si acquista una tensione funzionale nel gruppo muscolare, esattamente sufficiente a poter compiere lo sforzo. Si diventa più sani, più efficienti in qualsiasi cosa si faccia.
(tratto da  russianmartialart.com )
rmasystemaitaly.it
...Sono il padrone del fuoco e vedo le cose nascoste, vedo la fiamma che si fa tempo, odo il flessibile fuoco del sacrificio sonoro sono un Unuzi, un bimbo davanti al mistero del mondo colmo di timore davanti al Fuoco, che ricompone le cose disperse..Preghiera di uno Sciamano Siberiano.***

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Re: Rma Systema Italy 2011- 2012 Scuola Vladimir Vasiliev- Istr. Luca Chiarato
« Reply #391 on: February 04, 2012, 17:32:45 pm »
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https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=mKJ5hPL_gJ4#!

CONSIDERAZIONI TRATTE DA UNA LEZIONE   
by Vladimir Vasiliev

Un essere umano è un sistema completo, e per questo dobbiamo rendere tale anche il nostro addestramento (è questa la ragione per cui il nostro approccio didattico si chiama Systema)

Molti sport e arti marziali hanno come presupposto che chi inizi l’addestramento sia già in buona forma. Ma nei fatti non sempre è così. Parametri fisiologici come frequenza cardiaca, pressione sanguigna, capacità polmonare, postura, resistenza e scioltezza di muscoli e articolazioni e condizioni mentali sono raramente quelle ideali. E ancor meno è facile che uno sia già in possesso di una psiche stabile ed equilibrata, libera da paura e altre emozioni dannose.

Detto questo, ci poniamo come obbiettivo:
- Rendere l’addestramento un processo graduale di ripristino delle condizioni di salute che possiamo aver perso;
- Costruire le nostre abilità, correttamente supportate dalle nostre capacità fisiche e psicologiche;
- Aiutare il compagno d’allenamento a raggiungere il nostro livello di abilità e forma fisica, in modo da poter “crescere” sempre di più grazie a lui, e viceversa.

Quindi, le considerazioni di addestramento sono:

1 - Usare la respirazione come fondamento di tutto ciò che si fa. A lezione, assicuratevi che sia voi che i compagni di allenamento respiriate sempre correttamente, a prescindere da ciò che succede. Sarete ancora più in grado di rilassarvi, recuperare e calmarvi psicologicamente. (Leggere come e perché in “Let Every Breath…”)

Un comune esempio di interruzione dannosa della respirazione può essere un podista che trattiene il respiro negli ultimi metri davanti al traguardo o un sollevatore di pesi che va in apnea durante l’ultima ripetizione. Questi atleti potranno anche raggiungere il risultato, ma avranno provocato un certo danno al cuore, forzandolo a lavorare di più per compensare quella mancanza di ossigeno.

Ogni praticante di Systema con un minimo di esperienza sa bene che il miglior modo di mantenere un movimento fluido continuo è tramite la respirazione. Trattenere il respiro costringe a interrompere il movimento. Invece, anche se si viene costretti a stare fermi, continuando a respirare ci si continuerà a muovere.

2 - Tenere la postura naturale del corpo in ogni movimento. Schiena dritta e una buona postura mantengono rilassati e calmi, aiutano il cuore, i polmoni e il sistema nervoso a lavorare per bene. Scioltezza, calma e naturalità del movimento sono legate alla giusta postura. Un esempio banale può essere la camminata di un leone: fluida e mobile vista da fuori, piena di potenza, concentrazione e prontezza nello scatto, dentro.
Inoltre, ogni posizione innaturale rende molto difficile assorbire i colpi. E, ancora più importante, l’avversario individuerà subito il punto debole di questa postura, e lo colpirà senza pensarci due volte.

3 - Elasticità “fisica” e “psicologica” saranno discusse in un prossimo articolo.

4 - Praticate l’uso dei colpi in maniera correttamente progressiva (iniziare appoggiando le mani, poi continuare con spinte e pressioni, combinare il contatto con la respirazione ecc., come avevamo già detto nel precedente articolo). In questo modo impariamo a gestire la normale paura di farci male le mani e il corpo durante i colpi, evitando di stare troppo tesi. Infatti questo esercizio rende abili nel “vedere” dove colpire, cioè le aree di tensione o di reazione sul proprio compagno. Poi aiuteremo lui a fare lo stesso, a recuperare da vecchi colpi mai assorbiti, e a sbarazzarsi di tensione e paura tramite patterns respiratori.

Uno degli obbiettivi del colpire è quello di “rompere il guscio”. E infatti bisogna farlo per bene, come quando si deve rompere un uovo; bisogna usare abbastanza forza per aprire un buco nel guscio, ma se è troppa romperemo tutto e distruggeremo il contenuto. E questa situazione sarebbe molto difficile da “aggiustare”. Può sembrare che alcune persone siano in grado di incassare pugni anche molto forti, ma questa “resistenza” è spesso costruita da strati di paura che rafforzano sì questo guscio, ma lo fanno crescere verso l’interno, togliendo posto al vivo e mobile “spazio interno” del corpo. Il risultato finale consisterà in maggiori danni fisici e perdita della salute.

Quindi, bisogna provare ad avere un approccio di allenamento globale e completo: arrivo in palestra, lavoro di “costruzione” delle abilità, esecuzione corretta degli esercizi, recupero e condivisione in modo da progredire continuamente.


This article was published on October 31, 2006.
russianmartialart.com
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Re: Rma Systema Italy 2011- 2012 Scuola Vladimir Vasiliev- Istr. Luca Chiarato
« Reply #392 on: February 04, 2012, 17:45:39 pm »
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er il momento in versione inglese....

PERSONAL INTERVIEW WITH MIKHAIL RYABKO   by Vladimir Vasiliev


FROM A PERSONAL INTERVIEW WITH MIKHAIL RYABKO
 
Question to Mikhail:
In your opinion, what makes stick a good weapon?
 
Reply:
I like it because it is easy to get for training and easy to find in most situations outdoors and indoors.
Also, a stick is not classified as a dangerous weapon; anyone is allowed to have one.
In a confrontation, stick allows you to keep your opponent at a distance and it works well against a knife.
In addition to that, I like the fact that stick training prepares you very well for working with a sword.
 
Question:
In your Stick Seminars you show such a multitude of exercises and drills. Why is it necessary to have so many?
 
Reply:
Stick exercises build the foundation for solid stick application. Endurance and mobility lay within our tendons more so than within the muscles. Thus we need to enhance our tendons with these specialized drills. We are not able to work effectively with any weapon or any partner unless we have strength in every part of the range and every position of the body. We also ought to maximize our general physical ability and that is why we combine any weapons work with breath training.
Most of the drills we covered in the Stick Seminars are so clear and comfortable to do that people can start practicing them at any age.
 
Question:
At what age did you start training with a stick?
 
Reply:
I was exposed to some weapons training since an early age of four. It rarely happens in our modern world, but I was fortunate to use the weapons (such as a stick) as tools for physical labor. There is a great benefit to practical use of weapons at the age when you are not very strong. You learn to hold and handle things properly, efficiently. I was taught that every weapon and tool we use has its own identity and is to be treated with respect and control.
 
Question:
How can one develop subtle and precise stick strikes?
 
Reply:
This is an important goal that we work on in class. In brief, you use the wrist motions without the use of the entire arm.
 
Question:
One of the things you suggest at the seminars is An Instant Warm Up with a Stick that warms up the body in 1 minute. How is it different from just running or jumping for 1 minute?
 
Reply:
Traditional warm ups create superficial effect on the muscles. These specialized Stick drills produce a deep internal effect.
 
Question:
At the recent seminar in New York you tied up your opponent with the stick. Can you tell us what was it that you actually did?
 
Reply:
If you watch this episode closely, well before he ended up on the floor and stuck to his stick, I put his wrist in such a position that his joint perception was altered. The wrist was in such an uncomfortable position that he could not feel it. Then I did the same with his shoulder by slightly bringing it out of the socket. He was not hurt at all, but because of these altered joint perceptions he just was not able to move the muscles.
 
Question:
Do you see any limitations in stick training and application?
 
Reply:
There is one big limitation or obstacle. And that is our personal laziness. If we overcome that the possibilities are amazing.
 
Watch Stick Seminars DVD and learn.
This article was published on April 16, 2008.
russinamartialart.com
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Re: Rma Systema Italy 2011- 2012 Scuola Vladimir Vasiliev- Istr. Luca Chiarato
« Reply #393 on: February 04, 2012, 21:28:23 pm »
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Systema, tempo di reazione neurologico e apprendimento
Articolo scritto dal dr. Andrea Bisaz e pubblicato sulla newsletter di RMA Systema Headquarters.

Un fattore importante nelle arti di combattimento è la velocità di risposta ad un determinato attacco. Come sappiamo, questo dipende da molti fattori diversi. Un intervento tempestivo è fondamentale per avere la meglio contro un avversario. Diverse discipline di combattimento hanno messo in atto diverse strategie per ottenere un vantaggio nel tempismo.
Un approccio comune a molti professionisti, come squadre speciali, gruppi SWAT ecc. è quello di utilizzare solo una manciata di tecniche molto generali, applicabili sulla base delle abilità motorie dei muscoli “maggiori”.
L'idea alla base di questo approccio è la seguente:
- Uno, diminuire il tempo di decisione della mente, per abbreviare così il tempo di reazione (tempo di risposta) a un determinato attacco.
- Due, queste abilità motorie devono permettere alle persone di reagire anche sotto pressione.
Mentre la risposta nel nostro cervello all'attacco fisico è molto complessa e variegata, c'è un aspetto interessante, che vorrei discutere. È importante però comprendere il tempo di risposta dell'approccio subconscio (Systema) in opposizione all’approccio cosciente menzionato sopra.

E’ relativamente poco noto che quando il nostro cervello si prepara per un movimento, ad esempio in risposta ad un attacco contro la nostra persona, dovrà sempre fare un dry-run, un “giro a vuoto” prima, senza attivare i muscoli e senza la consapevolezza cosciente. Questo significa che il cervello ha qualcosa di simile a un emulatore. Prima di diventare consapevoli del nostro movimento, il nostro cervello attiva “a vuoto” il movimento attraverso le sue mappe. Ciò comprenderà l'attivazione ormonale, variazioni di pressione del sangue e tutti gli adattamenti psico-fisiologici consueti. L'unica cosa che manca è l'attivazione dei nostri muscoli (e della nostra consapevolezza). Solo seguendo questo giro a vuoto il nostro movimento diventa cosciente e noi eseguiamo questa azione attivando i nostri muscoli. Alla nostra mente conscia questo movimento appare spontaneo e originale, dato che non siamo consapevoli del fatto che in realtà lo abbiamo già fatto nel nostro cervello.

Ora qui è la differenza: se il movimento è diretto dalla nostra mente subconscia o come la vogliamo  chiamare, e se il movimento avviene spontaneamente, allora la nostra risposta cosciente sarà la seconda. Tuttavia, nell'esempio del controllo della mente cosciente (SWAT team, forze speciali ...), se è necessaria la selezione di una tecnica, allora il cervello ripete il dry-run con la tecnica prescelta, prima di attivare i muscoli ripetendo un terzo percorso.
Mentre la scelta tra un piccolo numero di tecniche diminuisce sicuramente  i tempi di selezione, rimane ancora il terzo percorso adempiuto completamente dal cervello quando si ha l'applicazione a mente consapevole. Nel Systema, tuttavia, ci si basa su una risposta subconscia, il che significa che si è in grado di agire già al secondo ciclo.

Anche se questo vantaggio alla fine rappresenta solo una frazione di secondo, è tuttavia molto significativo.
Questo però non è tutto. Dove hanno origine le idee iniziali del cervello per la risposta subconscia? I neurologi fanno riferimento a questi movimenti di reazione improvvisa come modelli d'azione fissi (FAP: fixed action patterns). Il FAP è un sistema scelto dalla selezione naturale finalizzato una riduzione del tempo di scelta e decisione.
In altre parole, attraverso le esperienze passate il corpo ha imparato a reagire in un certo modo in determinate circostanze (Trigger Event), e al fine di ridurre il tempo di reazione,  un rapido "pacchetto movimento" viene applicato in modo coordinato in caso di necessità, senza che ogni volta il cervello debba lavorare per reinventarselo o riscoprirlo.


Questi modelli sono molto radicati nel nostro sistema di risposta. Essi possono variare dalle azioni di fuga molto semplici a schemi di movimento complessi. Tuttavia, ciò non li rendono la scelta migliore o più efficiente in ogni circostanza.
Lasciatemi fare un esempio: se si tocca un oggetto caldo, si ritirerà la mano immediatamente tramite un FAP, e fin qui va benissimo. D’altra parte, se qualcuno vi afferra il dito in una presa, questo stesso FAP verrà attivato mettendovi in una situazione molto peggiore, magari facendo addirittura aumentare la pressione della presa. Come possiamo cambiare questa situazione, e come possiamo
cambiare un FAP o qualsiasi altro movimento di reazione rapida? ... La risposta è nell’addestramento. Un buon addestramento può permettere di “bypassare” certi FAP.

Diamo un'occhiata a questo un po’ più da vicino. Il cervello contiene mappe del corpo sparse in tutte le sue diverse aree. Le più elementari e conosciute sono la motorietà primaria e le mappe sensoriali, chiamate anche “homunculi”. Queste mappe del corpo interagiscono in modo gerarchico dal grado più basso a quello più alto. Le informazioni dal corpo entrano nella mappa sensoriale primaria e poi risalgono attraverso elaborazioni complesse e procedure costanti di rivalutazione fino agli strati più alti di mappe. Più in alto si spostano, più informazioni si installano nella trasformazione di un’azione come le emozioni, ricordi, immagini del corpo, credenze, modelli di dolore ecc, ecc. Durante il tragitto, le informazioni vengono di nuovo costantemente alimentate a valle della catena per una nuova valutazione e conferma con le nuove informazioni sensoriali appena acquisite.
Alla fine, l'azione appropriata è decisa ed emulata, quindi alimentata giù attraverso la gerarchia e dritta per le mappe motorie primarie, da cui si attivano i muscoli e il movimento cosciente. Teniamo a mente che queste procedure complesse e interazioni prendono delle frazioni di secondo per verificarsi. Possiamo anche vedere che non importa quanto ci si provi, ogni azione è associata a un emozione. Potremmo non essere consapevoli di ciò, ma questo processo è inevitabile!

Attraverso un addestramento costante, si può insegnare al proprio corpo come comportarsi usando dei patterns di risposta a particolari situazioni. Ora, la cosa interessante è che si possono insegnare comportamenti specifici (tecniche) oppure risposte basate sui principi del corpo come movimenti generali spontanei. La differenza è che si può anche permettere al corpo di trovare la propria soluzione ai problemi, fino a che si mantiene la capacità di sfruttare movimenti spontanei, efficienti e naturali, come ad esempio si fa nel Systema.

Per far sì che questa vasta gamma di applicazioni del corpo siano utili, dobbiamo capire che il sistema nervoso funziona tramite ciò che noi chiamiamo agevolazione. In termini semplici, questo significa che più usiamo un’azione più è probabile che la stessa azione verrà scelta la prossima volta. Ora, se usiamo una azione-specchio più e più volte, ci troveremo a rafforzare questa azione in modo specifico come un FAP, per essere utilizzato da ciò che è considerato come situazione causa (Trigger Event). Tuttavia, se continuiamo a variare i movimenti specifici, pur mantenendo costante il modus operandi, e cioè un calmo e rilassato movimento, quindi la qualità di questa abitudine si comincia a instillare come una risposta FAP senza che vi sia allegato uno specifico schema di movimento iper-facilitato. Il cervello poi ci accoppia la scelta del modello di movimento che considera più appropriato. Si attingerà a schemi di movimento familiari che sono stati ormai formati, ma tuttavia ci sarà più 'libertà', che sarà vantaggiosa per adattarsi con precisione alle singole situazioni.

Once the initial subconscious response has taken place, we can include a consciously directed action if necessary, as we can perform it concurrently with the already happening responses, thus, we do not suffer an apparent time delay. In simple terms, the brain is multitasking (although strictly speaking due to the on/off nature of the nervous system it is actually an alternating action).
A subconscious approach requires a certain level of faith, as we teach ourselves principles, hoping that the best response will be chosen subconsciously at a time of need. It is a very different approach to training specific names and techniques for specific situations.

Una volta che la risposta iniziale subconscia ha avuto luogo, possiamo includere un’azione diretta consapevolmente, se necessario, in quanto siamo in grado di eseguirla in concomitanza con le risposte che già avvengono, quindi non abbiamo un ritardo apparente di tempo. In termini semplici, il cervello è multitasking (anche se strettamente parlando, per via della natura “on / off” del sistema nervoso, in  realtà opera un’azione alternata).
Un approccio subconscio richiede un certo livello di confidenza, dato che apprendiamo dei principi, nel fatto che la migliore risposta sarà scelta inconsciamente nel momento del bisogno. Si tratta di un approccio molto diverso dall’addestramento di tecniche specifiche per situazioni specifiche.

Un vantaggio dell’approccio “sui principi” rispetto a quello “sulla tecnica” è che il cervello non si “annoia” attraverso ripetizioni infinite dei movimenti stessi, dato che alla fine ogni movimento è leggermente diverso e in qualche modo “nuovo”. Una volta che i principi si sono affermati, si verifica una cosa meravigliosa: invece di una serie limitata di “risposte tecniche”, ora abbiamo una serie illimitata di “risposte principio'” a disposizione (spesso indicate come “memoria del corpo”). Abbiamo addestrato i nostri corpi a elaborare creativamente delle proprie soluzioni per una determinata situazione. Naturalmente il corpo vorrà sempre sviluppare le proprie idiosincrasie preferite, in gran parte a causa della facilitazione neurologica, parametri del corpo individuali e capacità del singolo praticante.

E’ anche molto importante ricordare che il rilassamento è assolutamente indispensabile per poter lavorare inconsciamente. Quando siamo afflitti da tensioni (paura, aggressività, ecc) i nostri cervelli perderanno la capacità di essere creativi, multitasking ed eventualmente funzionare in modo efficiente. Molto è stato scritto sugli effetti debilitanti della tensione sulla nostra prestazione, soprattutto nella situazione lotta-fuga. Non è scopo di questo articolo discutere di questo, ma  vorrei semplicemente sottolineare che è fondamentale lavorare in modo rilassato, se vogliamo infondere inconsciamente il movimento in modo efficiente.
E’ anche importante, quando ci si addestra su situazioni di conflitto, integrare regolarmente l'interazione uomo-uomo con contatto significativo, come colpi, comportamenti aggressivi e simili. Ciò contribuirà a fornire adeguati eventi trigger e aiutare anche nella revisione di “approccio e comportamenti elusivi” specifici e già presenti nel FAP. Se fatto correttamente, contribuirà anche a ridurre la paura e il dolore provocati dalla tensione.

Un altro punto interessante è che la ricerca ha dimostrato come l’addestramento lento a movimenti complessi riduca in modo significativo il tempo di apprendimento necessario per quei movimenti... Vi suona familiare?
Ora, più addestriamo il livello più in basso  della gerarchia di mappe cerebrali più spostiamo il processo vero e proprio. Ciò significa che dopo molti anni di addestramento le nostre risposte di principio possono essere trattate per lo più nelle nostre mappe motorie primarie. A questo punto, abbiamo fatto nostro il sistema e rispondiamo istintivamente e spontaneamente con delle FAP, in base alla nostro addestramento. In altre parole, la nostra mente subconscia inizierà ora a rispondere spontaneamente ad un attacco in un modo fluido, creativo e intelligente
proprio come nell’addestramento, anziché in un modo frenetico, improvviso e teso. Con una pratica adeguata, saremo anche in grado di lavorare con un coinvolgimento molto meno emotivo e meno dirompente, meno basato sulla paura e sulla tensione.

Ovviamente, anche l’addestramento basato sulla tecnica può ignorare la risposta spontanea FAP, tuttavia, se continuiamo a coinvolgere la nostra mente cosciente per le scelte tecniche, dovremo ancora reagire attraversando per forza il “terzo cervello”. Allo stesso modo, se i praticanti di Systema non colgono il concetto di azione subconscia per via di errori nell’addestramento o mancanza di confidenza, allora anche loro risponderanno solo alla terza prova. Ciò è particolarmente evidente nei nuovi studenti e cambia solo dopo un allenamento considerevole.
Come già detto, è molto accettabile, anche consigliabile utilizzare decisioni coscienti durante un conflitto fisico, ma il trucco è che non si deve iniziare con una azione cosciente se la situazione è provocata “spontaneamente”. Piuttosto, si mescola con parsimonia tra un sacco di lavoro subconscio. Questo ridurrà al minimo le interferenze e lascerà che il vostro lavoro sia fluido, veloce e naturale, pur mantenendo un certo controllo cosciente e strategico.

Tutto questo può sembrare semplice, come può sembrare facile e naturale il  movimento di un professionista competente di Systema, ma è in realtà molto difficile da raggiungere. Difficile, in quanto ci vuole dedizione e anni di formazione consapevole per acquisire questo naturale ed efficace processo di risposta subconscio/cosciente, quando si è sotto attacco o stress. Una buona dose di giocosità, la dedizione e la fiducia in sé stessi può rendere questo percorso spettacolare, gioioso e soddisfacente. Per non parlare della visione della nostra persona e delle nostre emozioni, che si può ottenere attraverso l'introspezione e attraverso la sensibilità durante l’addestramento.

L'Autore: Dr. Andres Bisaz è un Istruttore di Systema della RMASystema-Australia a Melbourne, e insegna Systema dal 2005.
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Re: Rma Systema Italy 2011- 2012 Scuola Vladimir Vasiliev- Istr. Luca Chiarato
« Reply #394 on: February 11, 2012, 05:03:49 am »
0
















questa è la massima  risoluzione che sono riuscito a fare  :)
« Last Edit: February 11, 2012, 05:06:55 am by Trepicchi »
...Sono il padrone del fuoco e vedo le cose nascoste, vedo la fiamma che si fa tempo, odo il flessibile fuoco del sacrificio sonoro sono un Unuzi, un bimbo davanti al mistero del mondo colmo di timore davanti al Fuoco, che ricompone le cose disperse..Preghiera di uno Sciamano Siberiano.***


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Re: Rma Systema Italy 2011- 2012 Scuola Vladimir Vasiliev- Istr. Luca Chiarato
« Reply #395 on: February 13, 2012, 19:59:29 pm »
0
Impatto del Systema sull’addestramento professionale.
Articolo di Brandon Sommerfeld pubblicato il 21 luglio 2009.

Vorrei cogliere l'occasione di condividere con voi il modo in cui il Systema ha avuto un impatto sul tipo di formazione fornita presso l'International Training Inc. (ITI) in Virginia. L’ITI, una divisione della WSI, addestra circa 5.000 studenti all’anno in una varietà di discipline, come ad esempio le operazioni di sicurezza, la guida istintiva e fuori strada, l’uso di armi da fuoco, combattimento, operazioni di servizio di protezione (PSO), e altri corsi speciali. I nostri clienti sono forze militari multinazionali, forze dell’ordine e privati cittadini. Il livello di competenza della nostra clientela è estremamente elevato,  variando da quello di operatori qualificati ad alto profilo fino a quelli a basso profilo, che lavorano in una varietà di ambienti ad alto rischio.

Sono stato un praticante di arti marziali fin dal 1971, e dal 1983 sono stato impegnato nella progettazione e lo sviluppo di vari programmi tattici di combattimento e di difesa per l’esercito degli Stati Uniti e per il settore privato.

Nel novembre del 2002, ho ricevuto una telefonata da un caro amico, il dottor Scott Andrews, il quale mi disse che aveva visto alcuni video di un ex Spetsnaz che anch’io avrei dovuto esaminare.
Ora a quel tempo, mi sentivo molto fortunato ad avere addestrato grandi marzialisti e conosciuto alcuni maestri davvero bravi, ed ero purtroppo arrivato al punto in cui sentivo che non c’era più niente di nuovo sotto il sole. Questo fino a quando ho ricevuto dal mio buon amico "Doc" un pacchetto con dei vecchi nastri VHS, cioè “Knife Fighting” e “H2H”. Prima di aver finito il primo nastro ero già sbalordito da quello che avevo visto! Si trattava di movimenti incredibilmente fluidi, uno stile di colpi e atterramenti non convenzionale, tutto fatto da Vladimir Vasiliev in un atteggiamento incredibilmente calmo e rilassato. Non potevo credere a quello che stavo guardando! Vidi e rividi entrambi i nastri, mi iscrissi al forum RMA e poi prenotai un volo per il prossimo seminario. Pochi mesi dopo sono stato in grado di vedere dal vivo un altro maestro straordinario, Mikhail Ryabko, in un seminario con Vladimir Vasiliev a Toronto, in Canada, nel 2003. Non potevo credere al livello di padronanza che stavo osservando in uomini tanto giovani e umili. Sono stato anche piacevolmente sorpreso di riunirmi con alcuni dei miei amici di lunga data, che erano già dentro "Il Sistema" o "Systema". Inutile dire che ci sono entrato anch’io, e senza guardarmi indietro.

Tre anni e mezzo fa, l’ITI mi ha chiesto di sviluppare un programma di combattimento che potesse soddisfare la vasta gamma di esigenze dei nostri clienti. Ero euforico, in quanto questa era la mia possibilità di utilizzare i principi e concetti di Systema, condividerli con una vasta gamma di professionisti e di ricevere un feedback immediato. Ancora più gratificante, è stato ricevere occasionalmente le relazioni dal campo su come questo tipo di formazione ha salvato loro la vita o li ha fatti uscire da una situazione pericolosa.

La bellezza di Systema è che si può veramente personalizzare l’addestramento in base al lavoro da fare della specifica missione. Permettetemi di darvi alcuni esempi. Molti gruppi si alleneranno in tutte le maggiori discipline di operazioni speciali, armi da fuoco, di guida, e combattimento, ovunque, per un minimo di tre giorni fino a diverse settimane. Ovviamente, la quantità di informazioni che si può assorbire da un giorno ai cinque giorni di classe è enorme, così tutti gli studenti ricevono le tecniche fondamentali di respirazione, forma, rilassamento e movimento. La maggior parte degli studenti iniziano con la sensazione che il respiro sia l'aspetto meno importante della loro formazione, ma si  ricredono velocemente durante le esercitazioni di Systema. Quelli di noi che si allenano in Systema sanno come il lavoro di molti tipi di respiro può contribuire a gestire il cocktail chimico che il nostro corpo produce durante una situazione stressante. I nostri clienti arrivano a convalidare costantemente questo principio particolare più e più volte. Gli studenti trattengono il respiro, durante l'esecuzione di un esercizio di azione immediata sul malfunzionamento di un’arma, e combattono sé stessi mentre tentano di ricaricarla. Una volta che prendono un respiro, tutto ciò che stanno facendo diventa più facile e più fluido.

Nel nostro programma di guida, c’è quello che viene chiamato un esercizio a sorpresa,  dove l'istruttore tiene un grosso pezzo di cartone davanti al pilota, limitandogli il campo visivo. L'istruttore dirige poi il mezzo verso una serie di coni da traffico, mentre accelera alla velocità di circa 75 kmh. All’ultimo secondo, l’istruttore toglie il cartoncino in modo che il guidatore possa reagire all'ostacolo. Ho più volte osservato che le prestazioni dei piloti migliorano se prendono un respiro pieno, prima che l’istruttore lasci cadere il cartone. Si ha un risultato simile in scenari di scontro. Questo corretto utilizzo della respirazione aiuta gli studenti ad ampliare la loro sensazione di sicurezza, e aiuta a ridurre il sovraccarico sensoriale se colti di sorpresa. Nel programma di Systema per il combattimento, ci sono molti più esercizi e scenari che permettono ai praticanti di studiare la respirazione a raffica, l’estensione del respiro, la tenuta del respiro, così come esercizi di tensione e rilassamento. Le valutazioni e i feedback sono stati a dir poco eccezionali. L’unico inconveniente è che i clienti desiderano più tempo per la formazione su questo materiale... Anche se molti non ricevono subito il “dono” del Systema, l’ITI, insieme ad alcune aziende, stanno però facendo conoscere il Systema ai professionisti che si trovano a rischiare sul serio, per salvare vite umane e tentare di rendere il mondo un posto più sicuro.

Voglio solo esprimere la mia più profonda gratitudine a Vladimir Vasiliev, Mikhail Ryabko e tutti gli istruttori di alto livello con i quali ho avuto il privilegio di lavorare. Incorporare i concetti del Systema nel curriculum ITI è stato la realizzazione di un mio sogno, e per la prima volta nella ventennale storia della società, l’ITI ospiterà un seminario molto particolare di Systema con Vladimir. Programmato per il 3 e 4 ottobre 2009, la "Formazione orientata al professionismo", si concentrerà sul lavoro in spazi confinati, con l’accento sulla respirazione in condizioni claustrofobiche. Corpo a corpo a corta distanza, sia con armi convenzionali che improvvisate, nonché formazione specialistica con un corso sulla nostra fusoliera di DC-9, su autobus e diverse marche di veicoli, sia suv che berline.

Brandon Sommerfeld è un istruttore Systema certificato da Vladimir Vasiliev, e insegna al “Russian Martial Art West Point Virginia”. È un veterano dell’esercito e delle forze speciali americane, e negli ultimi cinque anni è stato impiegato come capo istruttore presso l’ITI in Virginia,. Attualmente, insegna solo Systema.

Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=35&osCsid=cb3c0ac80c5448e49932381a6e7e9b69
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Re: Rma Systema Italy 2011- 2012 Scuola Vladimir Vasiliev- Istr. Luca Chiarato
« Reply #396 on: February 21, 2012, 19:29:25 pm »
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PUGNI E COLPI
Articolo di Vladimir Vasiliev tratto dalla newsletter di RMA Systema Headquarters
Traduzione: Chiara Dalla Vecchia

Un po’ di anni fa, quando andai a Mosca a far visita a Mikhail Rjabko, ricordo che mi mostro’ una flessione con i pugni contro il muro. Ricordo ancora chiaramente quanto lo stare accanto a lui mi facesse sentire come se ci fosse stato un grande animale chiuso in una stanza, con il muro che “ronzava” e “bisbigliava” sotto i suoi pugni.
In Systema le flessioni non sono solamente degli esercizi per le spalle e il petto, bensì un metodo valido per prepararsi a combattere e a colpire. Come lo fece Mikhail, era evidente che lui aveva la piena sensibilita’ della superficie su cui appoggiava i pugni, e non si trattava solamente di muovere su e giù il corpo, ma bilanciare il suo peso in modo tale da lavorare attraverso tutto il suo corpo.
Le flessioni con i pugni costituiscono un buon allenamento per quando si deve colpire. Quando sono eseguite correttamente, ci aiutano ad apprendere come colpire senza tensione nel corpo.
Quando impariamo a fare le flessioni mantenendo il corpo rilassato, usando solo i muscoli di cui abbiamo bisogno, allora saremo in grado di fare lo stesso quando dobbiamo colpire, cioè di mantenere il corpo libero dalle tensioni.
Il controllo della tensione dei nostri muscoli ci da potere e precisione, ci permette di scegliere la distanza in modo corretto, non c’è più il bisogno di allungarsi verso nessuno, i colpi sono corti, forti e precisi.
I colpi eseguiti senza tensione non producono effetti di forzatura e fatica, il tempo di recupero tra allenamento e combattimento si reduce al minimo.
Quando praticavo karate anni fa, prima dell’esperienza di Systema, vi notavo una certa vulnerabilita’.
Quando dovevo completare un colpo, il corpo era immobile in una struttura rigida, non si muoveva ed era in tensione. Ho scoperto che questo spesso creava una struttura molto fragile in un confronto reale. Se l’attaccante veniva colpito proprio in quel momento, veniva facilmente ferito. Ad un corpo in tensione manca sensibilita’ e agilita’, non può reagire, scappare e fare velocemente e senza difficolta’ un controattacco.

Ecco qui come puoi far pratica con le flessioni:
- Con i pugni mettiti nella posizione di partenza per eseguire la flessione.
- Posiziona in modo adeguato la superficie dei pugni in contatto con il pavimento.
- Esegui la flessione e continua a sentire il terreno con la stessa parte di pugno con     cui. hai cominciato l’esercizio e mantienila per tutto il tempo dell’esecuzione.
- Nel frattempo, attento alle tensioni nel corpo. Appena senti che la superficie del pugno non ha più piena sensibilita` del pavimento, sai che è entrata in gioco la tensione. In quel caso, continua la flessione e cerca di rilassarti attraverso il respiro e il movimento.
- Ripeti per quanto senti necessario.

Inoltre, come spiega Mikhail, tali flessioni eseguite tramite il controllo della tensione hanno un enorme beneficio per la salute. Assicurano che l’eccessiva pressione non vada sulla testa ma che venga ben distribuita lungo tutto il corpo. Sappiamo quanto l’eccessiva pressione sulla testa possa essere nociva durante i colpi. Una volta che diventi esperto nelle flessioni, il controllo della pressione avverrà automaticamente anche quando farai partire un colpo.

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La via breve per la conoscenza
Articolo di K. Komarov pubblicato dalla newsletter di RMA Systema Headquarters.

Per me, l’essenza del Systema consiste nell’imparare a rapportarsi ad ogni ambiente sfavorevole, cioè aumentare le proprie possibilità di sopravvivenza. Uno non può pensare ad ogni possibile scenario negativo che può incontrare. Quindi, non ci si può preparare per ogni singola possibilità. Di converso, bisogna prepararsi per tutte una volta sola. Perciò, nel Systema, le tecniche specifiche e i metodi di lavoro non sono importanti come i cambiamenti che avvengono nel corpo e nella psiche del praticante.
Il mio servizio nell’esercito mi ha insegnato a superare ogni impatto negativo. Il punto è che ho dovuto imparare in maniera differente, padroneggiando me stesso. Nel corso dei quattro anni di studio alla scuola militare, correndo, ho probabilmente fatto il giro del mondo. Correvamo così tanto ogni giorno, al mattino, di sera o di notte, al gelo o con caldo, sempre con anfibi e uniforme, spesso con le armi e tutto l’equipaggiamento, su sci, attraverso percorsi ad ostacoli, foreste, sia su strada che fuori. Odiavo correre, con tutto me stesso. Mi chiedevo: ma nell’era delle auto, delle jeep e dei mezzi blindati di ogni tipo, perché mai dobbiamo stare a correre e marciare così tanto? All’epoca, non trovavo una risposta.
Oltre a questo, l’addestramento fisico era anche parte di altre discipline come tattiche, armi da fuoco, topografia, difesa da armi di distruzione di massa, o guida militare. Questa componente includeva molte miglia da percorrere camminando o correndo con armi ed equipaggiamento, spesso con materiale per la protezione personale; essere cronometrati nell’uscire ed entrare dai veicoli, caricare e scaricare le munizioni, montare e smontare le armi e altre “piacevolezze” simili. In breve, durante i primi due anni mi sono mosso quasi esclusivamente marciando o correndo. Continuavo a chiedermi “perché facciamo questo?” perfino quando sognavo!
Improvvisamente, dopo la fine del corso e durante il mio primo incarico, lo capii. Seppi perché avevo sofferto. I miei comandanti ed istruttori mi avevano aiutato a sviluppare una psiche e una resistenza stabili, le due qualità che determinano la prontezza nell’affrontare eventi negativi e quindi sopravvivere. Come dice anche un vecchio detto militare, “quello che non ti uccide ti rende più forte”. Infatti, padroneggiando sé stessi, si può scoprire di avere delle potenzialità incredibili! Mi accorsi di avere questa forza interiore, e lo stesso avevano fatto le persone che comandavo. Altrimenti, essi non avrebbero mai eseguito i miei ordini. 
Quindi, l’esercito mi insegnò per bene come padroneggiare me stesso, mentre il Systema insegna a comprendere sé stessi. Nell’esercito mi sono formato attraverso molti esercizi, e nel Systema ho sviluppato direttamente me stesso. Sotto un buon istruttore di Systema, questo è un percorso molto più breve. Si, ci sono esercizi, ma so esattamente come ognuno mi cambia, e perché. Mi posso costruire dalla base, scoprire e correggere i miei sbagli e rafforzare le mie qualità. Il Systema è un meraviglioso, sottile strumento di auto miglioramento, che aiuta a costruire una solida fondamenta per ogni movimento, ogni attività. E non tanto attraverso il padroneggiare, quanto lo scoprire sé stessi. Fidatevi, questo processo è ancora più veloce e sicuramente più piacevole.
Provate un piccolo esperimento. Guardate un video di un relativamente semplice ballo (moderno o folk) e provate a copiare le mosse per un minuto. Se funziona, siete sul giusto cammino del Systema. Vedete, l’addestramento del Systema dà al vostro corpo la libertà di ripetere ogni movimento atipico e complesso.
Volete raccogliere la sfida del padroneggiare voi stessi e raccoglierne il frutto? Provate a strisciare senza l’uso delle braccia e delle gambe, senza fermarvi, per 20 minuti o anche fino a 90, in base al vostro livello di allenamento. Quindi, a lezione, fate un po’ di lotta o praticate un po’ di semplici colpi, prese e liberazioni in movimento. Quelli che riescono a padroneggiare sé stessi ne otterranno un incredibile e eccellente risultato a lungo termine. Questo capita perché facciamo la maggior parte delle cose con le gambe e le braccia, ma il tronco è meno capace di movimento. Ma questo approccio non è per tutti. Nel Systema Camp di quest’estate vorrei condividere con voi gli esercizi più semplici, più coinvolgenti e più divertenti. Insieme padroneggeremo molte cose interessanti! Ci vediamo lì!

L’autore: Konstantin Komarov è Maggiore delle forze speciali di polizia, ha servito
nell’esercito Russo con il ruolo di Ricognitore. E’ anche ricercatore universitario in
Psicologia del Combattimento e guardia del corpo presso l’elite moscovita, nonché istruttore presso il Systema Immersion Camp.

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Offline Takuanzen

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Dmande e osservazioni sarebbero tante su tutto questo materiale interessantissimo, quindi faccio un breve estratto:


Gli esercizi di addestramento non sono disgiunti dall’arte marziale, ma piuttosto ne formano una base energica per tutti i movimenti di attacco e difesa


Mi sembra un eccellente principio, che cerco di applicare anch'io in quello che pratico. :)



Volete raccogliere la sfida del padroneggiare voi stessi e raccoglierne il frutto? Provate a strisciare senza l’uso delle braccia e delle gambe, senza fermarvi, per 20 minuti o anche fino a 90, in base al vostro livello di allenamento. Quindi, a lezione, fate un po’ di lotta o praticate un po’ di semplici colpi, prese e liberazioni in movimento. Quelli che riescono a padroneggiare sé stessi ne otterranno un incredibile e eccellente risultato a lungo termine. Questo capita perché facciamo la maggior parte delle cose con le gambe e le braccia, ma il tronco è meno capace di movimento.


Ci ho provato, non è affatto semplice per me. Ancora peggio a pancia in su. :-X
E' un esercizio divertente e utile.

Ecco qui come puoi far pratica con le flessioni:
- Con i pugni mettiti nella posizione di partenza per eseguire la flessione.
- Posiziona in modo adeguato la superficie dei pugni in contatto con il pavimento.
- Esegui la flessione e continua a sentire il terreno con la stessa parte di pugno con     cui. hai cominciato l’esercizio e mantienila per tutto il tempo dell’esecuzione.
- Nel frattempo, attento alle tensioni nel corpo. Appena senti che la superficie del pugno non ha più piena sensibilita` del pavimento, sai che è entrata in gioco la tensione. In quel caso, continua la flessione e cerca di rilassarti attraverso il respiro e il movimento.
- Ripeti per quanto senti necessario.


SYSTEMA ISRAEL: learning to relax and use the arms under tension.
A che velocità vanno eseguite? Lentamente?
Da quel che ho capito le ripetizioni non sono importanti, conta il mantenere la sensibilità (priopercezione) e il rilassamento, uniti ad una tensione funzionale al movimento che si sta eseguendo. Giusto?
Eseguite contro il muro, valgono gli stessi consigli? Col muro ho visto che si può anche scendere e salire, variare l'altezza. Lui (uno dei miei preferiti), qui li esegue anche con gli stipiti delle porte:

Systema Israel Fist density and injury prevention

Grazie ragazzi per i vostri articoli. Scusate la prolissità, ma ho concentrato le domande. ;)

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Offline Trepicchi

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Intervista con Vladimir Vasiliev durante il seminario di Tokio, organizzato da Andy Cefai e Ryo Onishi

Pubblicata da Hiden Budo e Bujitsu magazine, traduzione in inglese di Taka Kitagawa. Traduzione in italiano: P. Verrone.

- Quando hai incontrato per la prima volta il Systema?

VV: Nei primi anni ’80, quando incontrai Mikhail Rjabko

- Eri nell’esercito, a quel tempo. In quale tipo di arte marziale venivi addestrato?

VV: Principalmente, in quelle orientate al “combattimento ravvicinato”. Quelle arti avevano molte cose buone, ma Mikhail mi mostrò un approccio del tutto differente.

- Ricordi la tua prima impressione di Mikhai?

VV: Lo guardai con scetticismo. Non sembrava il classico combattente.

- Cosa ti fece cambiare idea?


VV: Le cose che mi mostrò erano davvero speciali. Mi chiedevo, ma se è una persona così normale, come fa a mostrarmi cose tanto incredibili? È solo una brava persona. Niente di spettacolare come un eremita che vive su una montagna o un mago con la barba come si vede nei film.

- Iniziasti ad imparare, quindi?

VV: Mikhail non si presentò mai come un “insegnante”. Quindi ci stavamo solo allenando insieme. Non mi sentivo come se fossi un suo studente. Ovviamente possiamo dire che eravamo suoi studenti, ma lui non si definì mai in quel modo.

- Credo che ti addestrassi a stretto contatto con Mikhail. Ti allenavi molte volte alla settimana?

VV: Iniziammo come due amici della stessa città, Tver. Mikhail veniva a trovarmi, per mangiare, bere e parlare. Lui è un maestro, ma si comporta come una persona normale. Attraverso questo rapporto, ho guadagnato rispetto e amicizia con lui anche al di fuori dell’addestramento. Ai tempi, mi allenavo tre volte alla settimana per due o tre ore. E siamo amici da più di trent’anni, ora.

- Hai ricevuto qualche consiglio speciale da Mikhail in quei primi giorni?

VV: Il suo consiglio era “rilassati e non avere fretta”.

- Hai trovato difficoltà nello studiare il movimento piuttosto che le tecniche?

VV: Di solito, nella pratica delle arti marziali, si sapeva già la velocità dell’attacco, l’arma usata o il tipo di colpo, ma Mikail non pianificava niente. Significa che ogni attacco inaspettato sarebbe stato OK. Ogni velocità, ogni direzione, un calcio o un pugno, andava tutto bene. Questo fu ciò che mi sorprese più di altre cose. All’inizio fu difficile abituarsi a tanta libertà. Quando facevo pugilato le cose non erano così.

- Di solito, infatti, ci si addestra con qualche tipo di schema. Hai imparato tanta libertà per “osmosi”?

VV: Più ne capivo, più errori mi accorgevo di commettere, mi sentivo di aver perso ogni illusione riguardo le mie “capacità”. Ancora adesso, vedo altri errori, ma invece di scoraggiarmi, cerco di rimediare.

- Credo che questo sia parlare da persona in gamba, Quanti anni ti sei allenato con Mikhail?

VV: Circa un anno e mezzo. Ovviamente, a volte non potevo andare a lezione. Non ero proprio uno studente modello.

- Nei primi anni ’90 ti sei trasferito a Toronto, Canada.

VV: Si.

- Dopo esserti trasferito, non hai visto più Mikhail per qualche anno. Quando lo hai rivisto, hai notato dei cambiamenti rispetto a prima?

VV: Ci siamo sentiti a telefono, e ci siamo rivisto dopo 8 anni. Mikhail era cambiato parecchio.

- In che senso?

VV: I suoi movimenti erano ancora più brevi e semplici. Era più vario di prima. Era anche diventato più “spirituale”, e da quello aveva tratto molta più forza.

- Credo infatti che la spiritualità del Systema sia la fede della Chiesa Ortodossa. È una cosa assolutamente imprescindibile?

VV: Il Systema ha le sue radici in questa fede, ma non credo che sia imperativo abbracciarla. Imparare il Systema dovrebbe far parte del processo di diventare una persona buona. Ma questo è un argomento difficile, perché ognuno ha il suo punto di vista.

- Hai controllato più avversari in questo seminario. Quando controlli il primo, ti aspetti l’attacco del secondo?

VV: Faccio attenzione al secondo, è chiaro, ma non lo aspetto. Cerco di sentirlo. È possibile controllarli guardando. So come reagiscono ai miei movimenti, e mi regolo di conseguenza.

- Credo di capire che dal tuo modo di muoverti fluido, riesci a controllare attacchi da più angoli senza spostarti da un punto. Se hai bisogno di muoverti, ti ritrai e giri da dietro. Come fai a sviluppare questo “sentire”?

VV: È difficile spiegarlo, ma più sei libero e a tuo agio nel tuo corpo, più inizi a “sentire”.

- Puoi trovare o inventare movimento da solo?

VV: Possiamo praticare il movimento libero in addestramento. La cosa importante da ricordare è cercare il proprio movimento senza imitare nessuno. Ognuno ha il suo modo speciale di muoversi.

- Quindi, anche qui la chiave è continuare a muoversi, giusto?

VV: Credo di si. Si dimenticano le tecniche quando la paura arriva. Pensare efficientemente è difficilissimo quando abbiamo paura.

- Qual’è la tua “sfida” attualmente? Non riesco a trovare alcun difetto nel modo in cui ti muovi.

VV: (Scuotendo la testa come a dire “no”) Penso di avere troppa tensione. Più capisco il Systema, più trovo tensione. Inoltre, gioco un po’ troppo.

- Giochi un pò troppo?

VV: Intendo che mi muovo troppo. Se guardi Mikhail, puoi capire cosa intendo. Mikhail per me è il migliore.

- A voler dire la verità, il movimento di Mikhail è troppo “elevato” da capire?

VV: Esattamente. Vorrei imparare a fare così.

(Prende la parola Andy Cefai, istruttore e coordinatore del “Systema Japan”).

Andy: Mi hai consigliato “Guarda di più dentro te stesso”. Per esempio mi dicesti “Quando qualcuno sta provando a darti un pugno, non dovresti guardare l’avversario o analizzare il suo movimento. A quel punto dovresti guardare dentro te stesso. Allora conoscerai te stesso e ti muovi basandosi tu te stesso. Si possono gettare nuove basi con questo approccio”. Mi puoi dare altri dettagli?

VV: Quando guardi l’avversario durante la pratica, significa che vuoi mostrare qualcosa come istruttore. Più cerchi di dimostrare, più fragile diventi. Invece, prova a lavorare mentre guardi te stesso. Allora puoi portare un cambiamento positivo per tutti.

A: Capisco. Non devi guardare l’avversario, ma te stesso.

VV: Provare ad aiutare qualcuno in addestramento può indicare il tuo ego. Le persone che non possono aiutarsi, non possono aiutare gli altri. Laddove invece, se riesci a lavorare su te stesso mentre lavori sugli altri, allora sei un maestro. Più pratichi questo tipo di addestramento, più ti rendi conto di cosa intendo.

- Grazie per il tempo che ci hai dedicato oggi.

VV: Grazie a voi.

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« Last Edit: April 01, 2012, 15:04:55 pm by Trepicchi »
...Sono il padrone del fuoco e vedo le cose nascoste, vedo la fiamma che si fa tempo, odo il flessibile fuoco del sacrificio sonoro sono un Unuzi, un bimbo davanti al mistero del mondo colmo di timore davanti al Fuoco, che ricompone le cose disperse..Preghiera di uno Sciamano Siberiano.***


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Ecco qui come puoi far pratica con le flessioni:
- Con i pugni mettiti nella posizione di partenza per eseguire la flessione.
- Posiziona in modo adeguato la superficie dei pugni in contatto con il pavimento.
- Esegui la flessione e continua a sentire il terreno con la stessa parte di pugno con     cui. hai cominciato l’esercizio e mantienila per tutto il tempo dell’esecuzione.
- Nel frattempo, attento alle tensioni nel corpo. Appena senti che la superficie del pugno non ha più piena sensibilita` del pavimento, sai che è entrata in gioco la tensione. In quel caso, continua la flessione e cerca di rilassarti attraverso il respiro e il movimento.
- Ripeti per quanto senti necessario.


SYSTEMA ISRAEL: learning to relax and use the arms under tension.
A che velocità vanno eseguite? Lentamente?
Da quel che ho capito le ripetizioni non sono importanti, conta il mantenere la sensibilità (priopercezione) e il rilassamento, uniti ad una tensione funzionale al movimento che si sta eseguendo. Giusto?
Eseguite contro il muro, valgono gli stessi consigli? Col muro ho visto che si può anche scendere e salire, variare l'altezza. Lui (uno dei miei preferiti), qui li esegue anche con gli stipiti delle porte:

Grazie ragazzi per i vostri articoli. Scusate la prolissità, ma ho concentrato le domande. ;)

Grazie a te e scusa il ritardo nel rispondere  :-[ ..

Hai capito benissimo. La lentezza dell'esecuzione è funzionale al lavoro di sensibilità e gestione della tensione, insieme alla funzionalità del gesto (è il caso delle flessioni coi pugni sul corpo del compagni di allenamento, sia sdraiati che in piedi (e quindi lo stesso principio si applica sul muro ;) ), in cui impari a piazzare bene il pugno in modo che abbia una direzione di impatto più preciso e "coinvolgente"). Ovviamente questo modo di esecuzione non esclude dal "programma" le flessioni normali.

Ad ogni modo, fai bene a seguire i video di S. Friedman, è molto preparato riguardo il lavoro di "affinamento" neuromotorio. Io "seguo" principalmente altri (Secours, Kostic, Wheeler..), ma Sharon è davvero un ottimo insegnante  :)



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Offline Takuanzen

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Ad ogni modo, fai bene a seguire i video di S. Friedman, è molto preparato riguardo il lavoro di "affinamento" neuromotorio. Io "seguo" principalmente altri (Secours, Kostic, Wheeler..), ma Sharon è davvero un ottimo insegnante  :)

Ottima risposta in generale Wolvie, non solo per il pezzo citato!! I suoi video li seguivo soprattutto qualche tempo fa, trovati quasi per caso e li ho spesso trovati originali, soprattutto per quel che riguarda la sperimentazione sulle possibilità di movimento corporeo e l'affinamento neuromotorio, come dici giustamente tu. Qualche esercizio, tra cui le flessioni a muro, l'avevo anche provato e inserito nei miei allenamenti. Sarebbe anche utile magari anche da parte vostra fare dei piccoli "gruppi tematici" sui vari signori che citi, anche per capirne le differenze e i punti di forza. Immagino che anche nel Systema, visto anche l'approccio esperienziale, vi saranno differenti 'correnti', no? La mia è solo una proposta, il vostro lavoro d'informazione è interessante, aiuta a fare chiarezza su cosa sia il vostro metodo, anche perché oggi ormai moltissimi stili si stanno "systemizzando" (perdonami il termine), spesso in modo parecchio ambiguo e fuorviante, a mio parere. Saluti "Black metaller" e grazie di nuovo.   :)

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Sui gruppi tematici, allo stato attuale il fatto che ci sia chi conosce S. Friedman è già grasso che cola  :'( , quindi i tempi purtroppo non sono ancora maturi per far conoscere meglio i diversi modi con cui gli istruttori di Systema della prima-seconda generazione trasferiscono agli altri quello che sanno e sanno fare. Cioè, puoi anche tradurre e postare l'inverosimile, ma poi i video più (inutilmente) commentati sono sempre gli stessi, e salvo su alcune piattaforme, gli articoli vengono letti poco e niente.. :dis:
Ma ovviamente questo significa solo che dobbiamo lavorare di più  :D .

Sulla systematizzazione di alcuni stili, la cosa non mi sorprende. Con tutta l'umiltà possibile, è davvero difficile ignorare l'importanza con cui il modo di trattare l'argomento "biomeccanica umana" del Systema (nei suoi quasi venti anni di diffusione dal Canada e dalla Russia) abbia contribuito a "sbloccare" alcuni approcci più eterogenei alle discipline di combattimento e a renderli più accessibili e comprensibili. Ovviamente, nel caso in cui la curiosità e l'apertura mentale di insegnanti e praticanti lo abbiano permesso. Questo non per dire che il Systema è meglio delle altre cose, ma solo che è diverso e alle volte anche "integrabile".  :)

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Con enorme soddisfazione pubblico alcune foto del Police Basic Training  ( PROGRAMMA SPECIFICO PER FORZE DELL'ORDINE ) approvato dalla Polizia Locale di alcuni comuni della zona di VICENZA ...PERFINO IL SINDACO HA VOLUTO SENTIRE  :)
« Last Edit: April 12, 2012, 23:02:07 pm by Trepicchi »
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Prossimo appuntamento con RMA Systema Italy: dimostrazione a Treviso il 29 Aprile.



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