Stavo pensando che, sebbene riconducibile a poche categorie, il perchè a tutto tondo della pratica di un'arte marziale, uno sport da combattimento o una disciplina di difesa personale varino da praticante a praticante in maniera degna di essere notata attivamente e individualmente.
Vorrei sottoporre alla vostra attenzione un prospetto da "riempire", in accordo a come vivete la vostra pratica. Il prospetto non è rigido, potete tranquillamente modificare quantità e tipo di voce.
Comincio io:
Principio di base usato nello scontro: far si che l'aggressore tema di attaccare, e se lo fa si danneggi da solo, in modo da bloccargli temporaneamente o permanentemente la capacità di rifarlo. Uso di qualsiasi cosa richieda la situazione per conseguire il risultato necessario, qualunque esso sia.
Atteggiamento mentale verso lo scontro: serena accettazione della possibilità che accada, mista alla ferma volontà di reagire ad esso nei modi più appropriati.
Eccellenza marziale perseguita volitivamente: Riuscire a scongiurare, contenere e mettere fine allo scontro nel più breve tempo possibile e con meno conseguenze "globali" possibile.
Tipo di impostazione naturale nello scontro: decisamente più spirituale e "intelligente" che fisica.
Rapporto verso la propria evoluzione: costante crescita, di pari passo con la mia vita. A 40 anni vorrei essere ancora meglio di adesso, e così a 50 ecc..
Prego!