io nella mia vasta ignoranza credo che, tradizione e codifica o meno gente o magari anche un particolare gruppo culturale, che usa il coltello tutti i giorni, non solo per tagliarci la bistecca, ma ad esempio nel lavoro nei campi, nella vita all'aria aperta (come forse può essere un accampamento rom), per lavoro o altro; da un punto di vista "marziale" sia sempre e comunque pericolosa
magari non conosce certe tecniche specifiche per il combattimento o il duello, ma ha una gran famigliarità a maneggevolezza della lama, instintivamente sa come usarla
è solo nelle culture moderne "civilizzate" che si tengono i bambini lontani dai coltelli perchè "se no si fanno male", in realtà diverse, agricole, nomadi e altre, i coltelli li maneggiano da subito, perchè servono
quindi forse, 1- ne hanno meno paura, 2- sono più smaliziati ad usarli
in passato abbiamo avuto più di un esempio dell'uso di oggetti e attrezzi comuni, che all'occorrezza e col tempo sono diventate delle vere e proprie armi (qualcuno ha detto kobudo?)
mio nonno aveva un'officina, si occupava carri e calessi prima e di moto e biciclette poi, ricordo che ogni volta che aveva bisogno di un "aiuto in casi brutti" dal nulla compariva sempre un martello! e credo che anche i grandi campioncini di kali e kobudo in quei momenti non ci avrebbero voluto avere a che fare
questi sono stati solo dei miei personali ragionamenti ad alta voce, ma forse qualche briciola di spunto interessante in mezzo alle cazzate che ho detto c'è
Post molto interessane che condivido pienamente.
I sistemi-non sistemi nascono o ricevono contributi dalle consuetudini quotidiane;e ciò vale anche per i sistemi disarmati.
Ricordo un mio vecchio compagno di palestra che scoprì che il nonno ottant'enne,ex pastore migrato a Como dalla Calabria 60anni prima,era stato un esperto fenomenale di bastone;erano stati i paesani(di Como)a raccontargli le imprese giovanili del nonno,che mostrava la sua abilità in confronti amichevoli....fra le varie cose,riusciva a "tenere ferma un uomo con la punta del bastone"......va detto che il mio conoscente si fiondò dal nonno a chiedergli di insegnargli ciò che sapeva,ed il nonno alzò le spalle...."vorrei tanto,ma non ricordo più come facevo"....
Cade l'esigenza,decade il "non sistema"o si sclerotizza in forme fisse e inutili(vedi molti stili cinesi).
Ho accennato al metodo dei peruviani di montagna per difendersi;ha funzionato per un amico di un mio maestro che lo ha usato contro ospiti inopportuni(che si erano presi delle libertà non gradite con le figlie)menandone,da solo,tre in una volta;il metodo,tramandatogli dal padre e relativamente comune fra gli indio di montagna,comprende agili passi ispirati agli animali andini che si muovono sulle rocce,per muoversi attorno all'avversario/agli avversari usando le mani in maniera autonoma per due scopi distinti ma armonici:con una mano si copre la vista del opponente usando il classico cappello andino,mentre con l'altra mano,beh,si picchia;mantenendosi mobili,inutile dirlo,difficilmente si viene colpiti.
Chiaramente questo metodo è vivo per gli andini,che lo hanno tratto da generazioni come estensione del loro modo di muoversi,vestirsi,osservare la natura,concepire il confronto,ed in definitiva,vivere;va da se che difficilmente avrebbe lo stesso valore esportato dal suo contesto socio culturale.
Ma riagganciandomi al post,mi sovviene(forse poco opportunamente,ma forse no)un vecchio film con Celentano,mi pare si intitolasse "er più,storia di amore e coltelli";guardacaso i coltellanti erano il barbiere ed il macellaio,gente che insomma,di lame viveva e con esse aveva confidenza;se si guarda il passato medico,si scopre che nei tempi che furono la figura del chirurgo dei fantaccini,in tempi di guerra,era ricoperta guardacaso da barbieri od altri "professionisti"con le lame....sui risultati sorvoliamo pure(conoscenze di anatomia,antisetticità e sterilizzazione,sutura dei vasi,etcetc);ma forse pure nella pellicola si riprendeva qualcosa di effettivamente ispirato a figure del passato.E non a caso.