L'ho già sicuramente scritto altrove, ma una vera risposta non c'è.
O meglio, l'unica risposta esatta (e scontata) è: quantità e qualità assieme.
Il problema è che se faccio un allenamento altamente qualitativo e tecnico, ma per 2 ore a settimana, non serve quasi a niente, perché la frequenza non è sufficiente per indurre stimoli che il corpo riesca a tradurre in miglioramenti del gesto. Questo vale sia per la tecnica che per la preparazione atletica.
Se invece mi concentro sull'aspetto quantitativo e dimentico la cura del gesto a favore esclusivo del maggior numero di ripetizioni, di esercizi, rischio di arrivare, nei momenti di bassa lucidità mentale e/o fisica, a produrre un gesto tecnico errato: e allora insegnerò al corpo e al cervello nel migliore dei casi che l'esercizio si può svolgere in diverse maniere (quando sono lucido in un modo, quando sono stanco in un altro), nel peggiore dei casi imparerò un gesto errato e scomposto, sbagliando nella sequenza cinetica la contrazione agonisti/antagonisti (conseguente rischio di infortuni).
Se la quantità invece la metto tutta nella parte tecnica, potrò diventare perfetto, a velocità e potenza ridicole magari.
Se programmo la parte tecnica indipendente da quella fisica, posso ricadere poi nel caso uno o nel due (più frequente) sopra descritti.