Forse gli attacchi non erano tali.
Parlo da ex praticante di Aikido tuttora innamorato di quest’arte meravigliosa che ho praticato anche 5 volte alla settimana, sia in Italia che all’estero, per la precisione in Polonia dove l'ai-ki-do è abbastanza duretto.
Personalmente ritengo che se l'obbiettivo è quello della difesa personale, allora chi pratica aikido sta perdendo tempo.
Difficile trovare un maestro che lo dica (a volte per ignoranza altre per interesse) ma l’Aikido non è stato creato per insegnare a difendersi ma per creare la pace nel mondo. Non sono parole mie ma di O’Sensei Morihei Ueshiba.
Il “problema” (che problema non è) non riguarda affatto (come vogliono far credere) i tempi di apprendimento lunghissimi o la difficoltà delle tecniche. Si tratta invece di qualcosa che e' insito nell'arte stessa dell'aikido e che la rende meravigliosa quanto (o proprio in quanto) inutile.
In aikido NON esiste un avversario da battere e nemmeno un opponente o tanto meno un nemico. In aikido ogni tecnica deve fluire in armonia con Uke che non è l’avversario ma colui che ci consente di praticare la via. Se le tecnica non riesce non è solo colpa di Tori che non l’ha eseguita bene ma anche di Uke. Gli attacchi sono quasi sempre pre-ordinati, spesso morbidi e lenti ... anche quando vengono eseguiti in velocità e con molto kime.
Perché l’obbiettivo non è sconfiggere Uke.
O’Sensei diceva che noi siamo UNO nell’Universo. Se io e te siamo una cosa sola allora se tu mi attacchi non ha senso che io ti spacchi la faccia. Molto meglio entrare nei tuoi movimenti, diventare una cosa sola io e te, indirizzare il movimento dove voglio e magari chiudere con un bel massaggio ai canali energetici (le leve).
Certo l’aikido è complesso sotto tutti i punti di vista. L’esecuzione delle tecniche passa per innumerevoli livelli di consapevolezza, tra cui anche quello che ci consente di capire che Uke non e' il nemico da battere e che comunque, nonostante cio', c'e' una battaglia da combattere e che l'aikido e' l'arte marziale che ci consente di farlo.
Se O'Sensei avesse voluto un a.m. efficace ed efficiente anche sotto il profilo della difesa personale, non si sarebbe scomodato a creare AI-KI-DO ma avrebbe continuato la pratica delle arti che già erano a sua disposizione (daitoryu ecc..), sviluppandone alcune peculiarità.
Invece no, convinto com'era della necessità di promuovere la pace nel mondo ci regala qualcosa di meraviglioso la cui pratica riesce ad agire sulla nostra psiche e sui meridiani del nostro corpo anche quando non ce ne rendiamo conto.
Un'arte marziale che anziché farci studiare come eliminare l'avversario ci aiuta a capire e far capire l'inutilità di un agire in disarmonia con il resto dell'universo.
E lo fa capire a noi in veste di Tori ma anche ad Uke, quindi allo pesudo-avversario.
L’aikido è meraviglioso NON perche' ci consente magiche ed armoniose difese ma perché possiamo portare questo messaggio fuori dal dojo. E questo può avvenire "solo" nella misura in cui la pratica ci porta ad una piu' alta consapevolezza nei rapporti con gli altri, smettendo, ad esempio, di dividere il prossimo in amici, nemici e indifferenti.
Le volte in cui penso quanto sopra, mi ritrovo anche a pensare che molto spesso alcuni "maestri" adottano un approccio assolutamente sconsiderato cercando in ogni modo di convincere l'allievo che certo, ora applichiamo questo squilibrio ma se volessimo basterebbe mettere il ginocchio nel tal posto o chiudere la leva nel tal'altro ed ecco che ci ritroviamo tra le mani una micidiale arte marziale con la quale - dopo molti molti anni, questo si - poterci difendere.
Perche' ? Ma soprattutto; chi se ne frega !
Il senso dell'aikido e' fare aikido, “mushotoku”, senza spirito di profitto.
Troppo difficile ? Non credo, per un praticante onesto e sincero non c'e bisogno di attribuire alcun valore aggiunto sviscerando presunte applicazioni nell'ambito della difesa personale.
L'aikido non ha bisogno di essere mistificato per trovare praticanti. Certamente, dopo un po', qualcuno potrebbe andarsene perché ritiene che non si tratti di quello che cercava .... o forse e' questo il problema ? e' la paura di perdere una parte degli allievi che porta ad insegnare facendo intendere, a volte in maniera velata altre in maniera spudoratamente disonesta, che l'allievo sta comunque imparando qualcosa di utile in caso di problemi per la strada ?
"...... Basterà però che uno solo viva in solitudine, in una capanna coperta di paglia e passi i suoi giorni mangiando radici di erbe selvagge cucinate in una pentola con le gambe rotte. Applicandosi con concentrazione ai suoi affari, sarà l'unico ad incontrarmi tutti i giorni e ad essere padrone della propria vita.
Chi potrà fargli qualcosa?
Siate diligenti! Siate diligenti! "
(Gli ammonimenti di Kozen Daito)