Riguardo il tripartitismo indoeuropeo e il sincretismo con il cristianesimo, ti copioincollo da della roba che ho nel compiùter.
--------------------------
Dumézil, è noto, lavorò su materiali mitologici le cui analogie corrispondevano a oggettive affinità documentabili, circoscrivendo il proprio ambito di ricerca entro i confini delle culture indoeuropee, di cui era stata riconosciuta oggettivamente l'affinità genetica, utilizzando gli strumenti della linguistica comparata, dell’archeologia e della storia religiosa. Per Dumézil il concetto “ideologia tripartita” costituiva il quadro della Weltanschauung dominante in quasi tutte le società indoeuropee. In tale struttura i principali elementi del mondo e della società erano ripartiti in tre ambiti armoniosamente connessi. Questi ambiti erano la sovranità con i suoi aspetti magici e giuridici; la forza fisica e il valore (la cui manifestazione era la guerra vittoriosa); la fecondità e la prosperità.
Dumézil rivendicò sempre alle proprie ricerche un grande rigore storico. Nel suo pensiero la scienza della mitologia si collocava come pura indagine storica, escludendo ogni riferimento alla “essenza” del mito, che per Dumézil era testimonianza, non trascendente né metafisica, dell’autentico volto della storia:
I miti non si lasciano comprendere se vengono scissi dalla vita degli uomini che li raccontano. Quantunque chiamati presto o tardi ad una carriera letteraria propria, essi non sono delle invenzioni drammatiche o liriche gratuite, senza rapporto con l'organizzazione sociale o politica, con il rituale, la legge o la consuetudine; il loro ruolo è al contrario di giustificare tutto ciò, di esprimere in immagini le grandi idee che organizzano e sostengono tutto questo. (G. Dumézil, prefazione a Mito e epopea, vol. I)Il compito dello storico era di individuare se, e fino a che punto, tale ideologia si fosse espressa anche nella struttura reale della società. Ma nella pratica il quadro funzionale tripartito, secondo lo stesso Dumézil, rimase puramente un mezzo ideologico per analizzare e comprendere il mondo. In più, a proposito dell'organizzazione sociale, esso non poteva fornire altro, nel migliore dei casi, che un ideale vagheggiato dai filosofi e un’immagine mitica delle origini. Tuttavia questa corrente ideologica sotterranea non sparì definitivamente dalle culture di origine indoeuropea. Se nella testimonianza greca antica la tripartizione era utopica (quindi non foriera di rinnovamenti sociali radicali) nel cristianesimo medievale la tripartizione sociale in sacerdoti - guerrieri - lavoratori si può configurare come ideologica (in quanto giustificava in senso trascendente l’ordine feudale). Abbiamo visto, inoltre, come nell’illuminismo settecentesco la tripartizione utopica presenti i primi caratteri di diversità politica, mentre bisognerà attendere fino ai secoli XIX-XX perché tale tripartizione si sviluppi nelle varianti “rivoluzionarie” (ideologiche) del socialismo utopico, le già citate “ideologie post-cristiane”.
Spoiler per ideologie post cristiane
Secondo l’interpretazione più recente dello storico delle civilizzazioni A. Toynbee, a partire dal XIX secolo, le religioni cristiane occidentali sono entrate in competizione con altri sistemi di idee e valori secolari rispetto ai quali fondare e regolare la vita sociale; queste “ideologie post-cristiane” sono identificate nel nazionalismo, nell’individualismo liberale e nel comunismo. Infatti:
I criteri che consentono l’individuazione di un’ideologia sono: 1) una visione del mondo con un alto grado di coerenza interna; 2) prodotto esplicitamente da gruppi di intellettuali, ma diffuso a più ampi strati della popolazione; 3) che ha la funzione di legittimare o giustificare i rapporti di potere presenti in un gruppo sociale o in un’intera società; 4) a partire non da fonti ultraterrene, ma richiamandosi all’autorità scientifica (per quanto questo richiamo possa essere solo di facciata).
Dal corpus delle conoscenze sociologiche di quello utopico originario sarebbero quindi derivati tre tipi ben distinti di Socialismo: quello Scientifico o Internazionale, quello Nazionale (Nazionalsocialismo), e quello Liberista, la Socialdemocrazia
Sarebbe ancora esistente una “ideologia indoeuropea”? (Da questo studio della tematicità utopica/distopica) sembrerebbe emergere la presenza di una linea di continuità ideologica originatasi nella protostoria e giunta fino all’età moderna nella quale, snodatasi attraversato millenni di Storia, essa si sarebbe conservata essenzialmente uguale a sé stessa. Questa ipotesi è convalidata anche da altri studiosi; citiamo per tutti Fausto Bosi, professore di Preistoria e Protostoria presso l’Università di Bologna, nella prefazione al saggio di Giacomo Scalfari "Terra Guerra Magia ":
Spoiler per la prefazione:
Non sempre ci rendiamo conto di quanto la nostra civiltà e il nostro stesso modo di pensare affondino le radici in epoche remote, che solo l'impegno degli archeologi o la pazienza dei linguisti ci consentono di ricostruire. Eppure gran parte dell'identità europea è stata condizionata, nella sua evoluzione, da idee, concezioni e miti costruiti nella protostoria…Secondo la concezione trifunzionale degli indoeuropei, ricostruita da George Dumézil a partire dagli anni trenta, esistevano tre gruppi di divinità, che presiedevano alle funzioni principali della vita collettiva, la sfera del sacro, la guerra, la fecondità; e a questi gruppi di dèi corrispondevano in terra tre classi sociali: i sacerdoti, i guerrieri e gli agricoltori. Ai fondamentali lavori di Dumézil, ovviamente, si rifà Giacomo Scalfari, ma con una prospettiva tutta particolare, perché nella sua ricerca percorre l'evoluzione di questo motivo della società trifunzionale per lunghissimo arco di tempo, forse quattro millenni, dalle remote origini fino al tardo Medio Evo. E ne pone la nascita nell'epoca stessa in cui i popoli indoeuropei si affermarono in gran parte del continente, sovrapponendosi alle pacifiche e sviluppate civiltà agricole della “Old Europe” ipotizzata da Marija Gimbutas…Ma l'idea della società tripartita, comune a molti popoli protostorici, si conservò meglio e più a lungo nel mondo celtico, soprattutto in quello insulare, riflettendosi in una intricata mitologia, che conosciamo grazie ai racconti trascritti dai monaci irlandesi del Medio Evo…Colpisce anche il fatto che l'antica ideologia indoeuropea non scompaia con la diffusione del Cristianesimo, ma anzi si ripresenti in nuove forme, a partire dal X-XI secolo, in paesi come la Francia e l'Inghilterra, in cui ancora forti erano le radici celtiche. Dapprima sono teologi e trattatisti che teorizzano la divisione della società in tre ordini: gli oratores (quelli che pregano, cioè i chierici), i pugnatores o bellatores (i guerrieri), e gli agricultores, che coltivano la terra…I molti motivi esaminati da Giacomo Scalfari e in questa sua ricerca “archeologica” (di un'archeologia fatta, non di oggetti materiali, ma di idee e di simboli) sono rimasti vivi per secoli nella mentalità dei popoli europei, e solo qualcosa di loro sembra sopravvivere ancora oggi, spesso in forma degradata e banalizzata, nel cinema, nella letteratura “fantasy”, nei fumetti…Eppure a volte possono riaffiorare, per vie misteriose e in circostanze imprevedibili, anche nel mondo moderno.
In un suo splendido libro sull'immaginario collettivo nella Prima Guerra Mondiale (“La Grande Guerra e la memoria moderna”, il Mulino, Bologna, 1984, pp. 158-166), Paul Fussell ricorda come i soldati britannici del fronte occidentale sentivano di vivere come i loro remoti antenati celtici, in un universo tripartito. Tre erano le linee delle trincee e tre le armi di terra, che operavano in tre momenti diversi della battaglia, tre le squadre in cui venivano divisi i reparti, perché ogni uomo avesse il suo turno in prima linea…Così come nella protostoria europea, come nel Medio Evo feudale, la divisione ternaria del mondo si era trasformata in un sistema di pensiero anche nelle trincee della Somme…
Se ci si pone di fronte a questi e agli altri argomenti esposti con una mentalità scevra di preconcetti, si potrebbe avanzare un’ipotesi secondo la quale, nonostante le dottrine trascendentali di salvezza o i programmi degli schieramenti politici (anch’essi in linea di massima tripartiti, se si escludono le altrettanto emblematiche forme di bipolarismo moderne), la Weltanschauung europea contemporanea, dall’America alla Russia, sarebbe sostanzialmente la stessa dei primi millenni documentati dall’archeologia. Riguardo a questa immutabile visione indoeuropea del mondo, è interessante rilevare un’osservazione contenuta nel saggio di Adriano Guerra “La Russia Postcomunista” :
Ma che cos’è, visto da Mosca, il passato, il presente e il futuro ? A differenza di tutti gli altri stati, la Russia ha una storia “orizzontale, non verticale, per cui tutti i periodi sono presenti allo stesso modo, al di fuori di ogni cronologia, e non si sa più se la cristianizzazione sia avvenuta prima o dopo la rivoluzione d’Ottobre, né chi dei due, Stalin o Ivan il Terribile, sia venuto prima dell’altro”. (Michail Gefter, citato in T. Masarik, La Russia e l’Europa, Roma, 1925).
Inoltre, quindi, sarebbe ancora esistente un politeismo “potenziale” del quale una traccia più evidente sarebbe l’assimilazione del nume tutelare al santo medievale. Gli Slavi russi convertiti al cristianesimo nel 988 continuarono ad adorare Perun, il dio del tuono, sotto la forma di Elia, definito nell’Antico Testamento “Il Tonante”.
Questo politeismo sarebbe stato mutilato e distorto dalla lente dottrinaria del monoteismo "di propaganda" Cristiano, nel quale il non raffigurabile Dio di Israele sarebbe stato invece rappresentato con gli attributi del Sovrano Padre Celeste, mutuati dalla figura di Giove (o Zeus, Lug, Odino e Perun) a scapito delle altre tessere del mosaico-Pantheon, tra cui quella della divinità femminile, di conseguenza emarginata e discriminata dall’imposizione dei ruoli della santa o della strega.