Come hai letto, non è che abitui il corpo a consumare solo grassi, fai attività a intensità tali per cui il tasso di grassi bruciati è massimo. Ma i carboidrati servono ugualmente.
E c'è anche dell'altro.
Ne ho avuto conferma recentemente, parlando con la nutrizionista di Pacquiao e di una serie di atleti al top di MMA, boxe, triathlon, etc. (che per una coincidenza che è troppo lungo spiegare, ho avuto la fortuna di conoscere).
Tolto il fatto ovvio, e non certo trascurabile, che le persone non sono tutte uguali (il che può far variare anche di molto le percentuali e quindi i programmi nutrizionali), lo sbilanciamento eccessivo di un macronutriente nella dieta, indipendentemente dal macronutriente, genericamente non apporta benefici, ma tende a innescare fenomeni di accumulo e a peggiorare le prestazioni e tutta una serie di altri fattori (sonnolenza, senso di fame, reattività, etc.).
Ah, per finire... e tanto per chiarire ulteriormente la questione, riporto uno stralcio da un articolo di Albanesi, che è stato ripreso in molti siti di preparazione atletica di vari sport:
"Un eccesso di carboidrati fa ingrassare, non fa bruciare i grassi, stimola maggiormente la fame, rende fisicamente meno attivi.
Non tutti i soggetti però rispondono nella maniera descritta all'introduzione dei carboidrati; il comportamento fisiologico che abbiamo descritto vale per circa metà della popolazione (tipologia normoinsulinica). Per un 25% della popolazione (tipologia b-insulinica) la risposta insulinica è esaltata: un troppo rapido assorbimento dei carboidrati produce un rilascio eccessivo di insulina e quindi il meccanismo di conversione in grasso parte più facilmente. Per un 25% la reazione insulinica è depressa perché è maggiore la sensibilità dell'organismo a essa: ciò comporta una diminuita richiesta insulinica per un dato incremento della glicemia (tipologia a-insulinica).
In sostanza il 75% della popolazione deve controllare in modo più attento il consumo di carboidrati. Si deve notare che non si tratta di situazioni congenite, ma del risultato di stili alimentari errati. Cambiando stile, si può lentamente passare da una classe all'altra, almeno entro certi margini di reversibilità della situazione.
L'attenzione ai carboidrati è nata dopo il fallimento del progetto del governo americano di ridurre l'obesità. Il cuore del progetto era molto semplice: eliminiamo i grassi, diminuendo le calorie giornaliere. In dieci anni, dal 1981 al 1991, le calorie sono scese da 2600 a 2200, ma il numero degli obesi è aumentato del 18%! La banale demonizzazione dei grassi a vantaggio dei carboidrati (un po' meno calorici, visto che 1 g di carboidrati apporta 4 calorie contro le 9 dei grassi) non aveva ottenuto l'effetto sperato, anzi...Se in America si sta già correndo ai ripari, in Italia si sta seguendo la stessa strada americana di qualche anno fa.
Troppa è la pubblicità che invita a consumare cibi privi di grassi, ma con un sacco di carboidrati, come esempio di cibo genuino che dà forza ed energia. Il caso più classico è rappresentato da biscotti e merendine. Anche quelli light, con pochi grassi, hanno un contenuto calorico impressionante: anche ragionando in modo tradizionale questo fatto è un inganno per il consumatore. Pensiamo a quanti si permettono una merendina in più solo perché è light! (questo passaggio è per Morgana )
Occorre però fare attenzione: l'errore che si può essere portati a compiere è demonizzare i carboidrati, proprio come certi dietologi demonizzano i grassi. Diminuire troppo i carboidrati porterebbe al fenomeno della gluconeogenesi: il corpo per sopperire al fabbisogno di glucosio, con diversi meccanismi, sarebbe costretto a trasformare i grassi e le proteine in energia utilizzabile. Questo processo, se diventa la regola, porta con sé una serie di conseguenze negative. La gluconeogenesi a partire dalle proteine in seguito a deamminazione porta a una diminuzione della massa magra e a un sovraccarico dei reni che devono eliminare le scorie azotate, mentre quella che utilizza il glicerolo proveniente dal catabolismo dei grassi provoca un accumulo di corpi chetonici (scorie con azione acidificante) eliminati tramite le urine, provocando un aumento dei livelli plasmatici di acido urico, un'alterazione dell'equilibrio elettrolitico e disidratazione. La soluzione di questi difficili equilibri sta in una dieta veramente scientifica."