Si parlava di distinguere - da un punto di vista ontologico - ciò che è "naturale" e ciò che è "artificiale": quindi siamo ancora su un piano che, come dice Ryujin, riguarda le definizioni.
Un altro punto di vista potrebbe essere: le api costruiscono tanti alveari quanti ne possono mantenere le risorse circostanti, e non si riproducono più di quanto sia utile ad un funzionamento ottimale della loro società.
Se per certe circostanze le api avessero a disposizione più risorse, costruirebbero più alveari.
Se questo portasse ad un eccessivo sfruttamento dell'ambiente e a un impoverimento delle risorse, la qualità della vita delle api e il loro numero ne risulterebbe condizionato.
Il che accade anche per gli uomini.
Ci espandiamo tanto quanto la natura ci permette di farlo. Se per avventura riusciamo localmente e temporaneamente a "forzare i limiti", questo porterà prima o poi ad uno sfruttamento dell'ambiente e a un impoverimento delle risorse tale che la qualità della vita degli uomini e il loro numero ne risulterà condizionato.
Dov'è la differenza?
Quello che va argomentato e spiegato è questo: perchè lo sfruttare le risorse naturali e l'ambiente - insomma: l'agire SUL mondo DA PARTE di un essere naturale - è diverso nel caso dell'uomo e delle api?
Sarebbe solo una differenza quantitativa? TANTI grattacieli e POCHI alveari? Naaa!
Credo che la differenza sia qui (ipotizzo, ma non ne sono sicuro): l'uomo è in fondo un complotto della natura contro se stessa, perchè sembra possedere degli strumenti così "evoluti" (PUNTO CRUCIALE!
) che sembrano capaci di esaurire
completamente e
definitivamente le risorse naturali.
Se le api la "fanno fuori dal vaso" sfruttando troppo l'ambiente, c'è la certezza che prima o poi la Natura le "faccia ritornare al loro posto".
Se invece è l'uomo a creare quelle pericolose condizioni, c'è il sospetto che riesca a spuntarla e a vincere la Natura una volta per tutte. [EDIT: ma una posizione sull'ambiente non dovrebbe essere fondata sul sospetto!]
Se il punto è questo, ravviso un elemento di vanità antropocentrica!
Siamo così sicuri di essere speciali e al di sopra della natura?
(nell'ultima parte del post ho cercato di capire e di immedesimarmi in chi "ha paura" dei grattacieli e non degli alveari!
)