Comunque, tornando al discorso, se ho scelto quello che ho scelto è proprio perchè l'andarci gradualmente con i colpi è uno dei fondamenti della didattica.
Mi spiegheresti un po' meglio?
Allora, sarò breve (speriamo
).
I colpi (a prescindere dalla parte del corpo usata per attaccare) vengono concepiti come un'urto, uno spostamento di energia cinetica, una lucida attuazione di una volontà di fare male che ha degli effetti sull'uomo che lo riceve. Quello fisico (l'impatto in sè sul corpo), quello mentale (dolore) e quello psicologico (paura).
Si inizia prima di tutto a lavorare sulla paura di prendere i colpi. In questa fase i colpi vengono dapprima "spinti" sul bersaglio, per far capire alla moviola che cosa succede, per far prendere confidenza con i possibili modi in cui qualcono ci può fare male percuotendo. In questo modo si impara a riconoscere le reazioni naturali del corpo e metterle in pratica: assorbire, schivare ecc. Ovviamente, i possibili esercizi per sviluppare queste capacità sono tantissimi, quindi evito di dilungarmi.
A un certo punto del lavoro di familiarità con i colpi, si arriva alla distinzione fra danno fisico effettivo del colpo, sensazione dolorosa del colpo, paura di riceverne altri. Ma si tratta di tre cose che stanno legate. Per esempio, l'effetto fisico di un pugno nello stomaco può essere contenuto tramite condizionamento muscolare degli addominali (per sembrare un panno di kevlar appeso come una tenda) e respirazione appropriata per rimettere i visceri "al loro posto" dopo l'impatto. Il danno fisico è contenuto, mentre il dolore ci dice che stiamo morendo. A quel punto, inizi a lavorare sulla confidenza con la sensazione di dolore; la fai diventare quello che è, cioè un semplice dato nervoso che ti dice quello che forse già sai. Continuando così, diminuisce anche la paura di non poter reagire se si viene colpiti, e così si chiude il cerchio.
Và da sè che si rispetta la normale capacità di incassare di un essere umano.
Al corpo ci si può anche sfogare
, ma in parti più sensibili, faccia, gola e testa in primis, ci si ferma alle spinte o al massimo alle flessioni fatte con i pugni appoggiati su quello che sta a terra, magari camminandogli addosso...
Ad ogni modo, si tratta di una cosa molto delicata, in cui bisogna per forza rispettare certi parametri, soggettivi, oggettivi, ambientali e temporali. Ma funziona.