Secondo me, il tempo identificato coi 10/20 sec è teorico/didattico per trasferire la mentalità adeguata al combattimento.
Ogni azione al 110% delle proprie capacità psicofisiche perchè non si può fare affidamento all'idea di amministrare il combattimento come nei contesti controllati. Ogni azione potrebbe essere l'ultima a nostra disposizione e da essa potrebbe dipendere l'incolumità nostra e/o delle persone a cui teniamo.
Nella pratica presumo che la durata dello scontro dipenda dal potere d'arresto dei colpi e delle armi (naturali o vere e proprie) utilizzate, dai modi delle azioni e dai bersagli danneggiati dell'aggressore.
Per esempio in un ipotetico scontro col coltello (in mano nostra) dovremo tenere conto appunto del minimo potere d'arresto dell'arma utilizzata, del fatto che una ferita mortale potrebbe “spegnere” l'avversario solo dopo 10-20 secondi, tempo in cui dovremo continuare a sopravvivere, ad aumentare il danno arrecato all'opponente per avvicinare il termine dello scontro e contemporaneamente continuare a proteggersi per uscirne alla meno peggio possibile.
Per questo motivo oltre alla potenza è fondamentale la precisione di esecuzione. Nello striking meglio 20 kg per cmq sul bersaglio giusto che 80 kg per cmq su quello sbagliato. Questa è una mia personale, e probabilmente per molti eretica, possibile interpretazione del tradizionale “quattro once possono superare mille libbre”, traducendola parlando come mangio.
D'altro canto c'è pure da considerare che non è necessario essere Pacquaio o Bruce Lee per tirare 2 pugni al secondo che corrispondono in 10 sec almeno a 20-30 colpi.
Sarò ottimista ma facendo il calcolo delle probabilità su 20 colpi tirati mi auguro di metterne bene a segno almeno 3-4 a bersaglio.
Ultimo, ma non ultimo, 10-20 secondi di inferno/raid di caos organizzato sono comunque un'eternità.
A 200 km/h in 10 secondi si percorrono più di 500 m!