Visto che si parla di spunti presi da maestri di varie discipline,Tokitsu,che conobbe ed intervistò Sawai,riporta alcune sue idee sul combattimento che mi sembrano degne di interesse:
-nessun pugile degno di questo nome lascia afferrare il suo braccio(riferito all'impossibilità,nella foga del combattimento,di applicare fini tecniche di leva articolare.Ah,il senso del termine "pugile"è generale e riferito al professionista del combattimento,non ai soli boxeur occidentali).
-per come mediamente vengono tirati i calci,si può anche ignorarli(quì Sawai si appoggia all'abitudine,nel suo stile,di correre contro l'avversario;i normali calci al viso,corpo e gambe non hanno così modo di estendersi e muoiono sul nascere,od al più possono far cadere a terra chi li ha tirati;fu ciò che nel primo,storico incontro fra Tai Ki Ken e Kyokushinkay destabilizzò i karateki,non avvezzi a quel tipo di pressione.
Ho già riportato altrove che i calci del Tai Ki Ken sono invece spedatati,spesso estensione ad ariete del loro tipico passo-corsa.
E ricordo che comunque,Sawai,che combattè fino alla vigilia della propria morte,finì in ospedale proprio per il calcio di un suo allievo che gli procurò un ematoma profondo all'addome:nulla è assoluto nelle mutevoli situazioni del combattimento.....)
-Quando si accende un fuoco,subito intervengo prima che mi sia impossibile spegnerlo(sempre caratteristica del suo modo di concepire il combattimento,Sawai insegnava a soffocare l'avversario non lasciandogli spazio di manovra e colpendolo appena l'azione partiva.Nel Tai Ki Ken c'è tutta una serie di esercizi che aiutano a sviluppare le abilità per avvicinarsi in copertura all'avversario).
Spero di essere stato utile.