Nicola: secondo te il problema che descrivi può essere causato dal fatto che si è tentato di creare un "sistema" partendo da un'arte che non voleva essere un sistema e che quindi per forza di cose non aveva regole fisse? Se le cose stanno così, qualsiasi tipo di jkd sarebbe lacunoso, a meno che il maestro non sia un genio o un vero esperto in altre AM.
ehm...ora finirò per tirarmi addosso di tutto, ma voglio, oltre che sincero, essere esplicativo al massimo, sperando di fare un po' di chiarezza.
L'affermazione che ti ho sottolineato in realtà è stata negli anni ampiamente travisata. E non ti voglio dire qual era secondo me la vera chiave di lettura, altrimenti la mia diventa una delle solite opinioni del calderone jkd. Voglio provare a spiegartela andando a ritroso.
Se tu non hai schemi né regole fisse non hai un metodo né tantomeno linee-guida. Quindi ogni cosa va bene a patto che sia semplice, efficace e non classica. Quindi cosa faccio, in pratica, ogni volta che entro in palestra e comincio ad allenarmi? Mi scaldo o no, faccio stretching o no, gli esercizi di potenziamento li faccio, gli addominali? Se anche i pugni li tiro, che faccio, ne tiro 20 o 30? abbinare il calcio al pugno?...Se non devo avere schemi fissi non dovrei programmare gli allemanenti, le sessioni di potenziamento, le tipologie di esercizi....capisci che leggendo così quella frase mi troverei con queste problematiche.
Di più: ma Lee, che applicava su di sé il jkd, quando il lunedì pomeriggio arrivava in palestra con tuta e maglietta pronto per cominciare il suo allenamento, che cavolo faceva? Non aveva davvero schermi? Improvvisava? Se qualcosa faceva e lo periodizzava, in realtà degli schemi e delle linee-guida le aveva comunque...
E quindi dovrei chiedermi se quella frase voleva dire proprio quello.
Ti do la mia risposta facendo un paragone che faccio spesso.
C'è un modo migliore per fare tutte le cose. Se voglio eseguire il salto in alto ai massimi livelli, so che devo impostare la rincorsa in un certo modo (altezza delle anche, raggio di curvatura, postura) che la tecnica attuale migliore è quella Fosbury e che influenzeranno la mia prestazione sia la preparazione atletica che quella tecnica che quella mentale.
Nessuno mi dice nulla se io nello scavalcamento tengo le braccia più aperte perché per me è più performante così, o nella rincorsa prediligo la potenza degli ultimi passi perché sfrutto una mia peculiarità, ma tutti rideranno se decido di saltare a piedi uniti.
Quindi quando mi guarderai saltare tu che vedrai: una persona che FA salto in alto, che salta con tecnica Fosbury, ma il mio gesto non sarà mai identico a quello di nessuno dei miei avversari. Tutti facciamo inequivocabilmente salto in alto, ma ognuno ha un suo modo personale. Abbiamo regole fisse per saltare l'asticella? risposta: Sì. Siamo però riconoscibili uno dall'altro nell'esecuzione del gesto, siamo cioè "personali" nel gesto? Risposta: sì.
Tutti i gesti non sono perfettamente uguali perché ADATTATI alla persona che li esegue, ma rispondenti tutti alle regole di efficacia, pulizia e perizia del gesto.