Si può anche dire che, parlare di "applicazioni" in ordine alle tecniche, ai movimenti e a certe combinazioni, può essere più fuorviante che istruttivo, a meno che non ci sia la costante chiarezza nel dire che "è solo uno dei troppi esempi", perchè quando mostro, ad esempio, Morote Uke ad un ragazzo e gli dico che è una parata da usare nel tal frangente, devo anche sperare che lui non faccia mai stage e non frequenti altri Karateka, perchè altrimenti rischio che scopra troppe altre spiegazioni, alcune addirittura opposte alla prima, fino a trovare quello che la spiega come somma di X movimenti in una fase di lotta (prese e leve) o che addirittura ne fa un attacco.
Io sono più per "qualche esempio", perchè non credo possibile spiegare tutte le varianti e le variabili, ma anche se lo fosse, sarebbero troppe, allora si che creerei casino e confusione nella testa dei ragazzi.
G.Funakshi, in origine era contrario al Ju Kumite, era più per la ripetizione estenuante, in modo che il gesto venisse imparato, memorizzato, assorbito, interiorizzato fino a diventare gesto naturale, a quel punto sarebbe uscito da sè all'occorrenza se la situazione si prestava.
Ma è un modo troppo poco adatto in occidente, qui occorre dire il perchè e il percome di tutto, anche del superfluo.
Allora credo che si debba cercare il compromesso, ma senza eccedere, perchè pensare di spiegare un movimento dandone un significato, può essere un atto di presunzione e ignoranza, proprio perchè troppi altri ce ne sono.