caricamento parate,secondo voi solo una didattica o nasconde un'applicazione?

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Mah sai, il gesto, per essere efficace, per essere applicabile, deve essere un gesto che viene da dentro, dalle viscere, li dove sta il combattimento, non dalla memoria o dalla logica raziocinante che, in quanto tali, sono antitetiche al combattimento.
Il gesto deve essere assimilato, interiorizzato, fino al punto da sostituirsi con l'originario gesto istintivo che faremmo nella tal situazione.
In quel senso, poco importa tutto il corollario di possibili spiegazioni per quel gesto, sarà il nostro corpo, le nostre viscere, il nostro istinto di sopravvivenza a tirarlo fuori, non la memoria, non la ragione, non quindi quelle aree dove abbiamo archiviato le pur convincenti spiegazioni.
Quando l'adrenalina ha il sopravvento, quando la paura domina, quando la mente va in caos, allora viene fuori la reale tecnica che possediamo, quella di cui davvero disponiamo, nulla in comune con le dimostrazioni, i duelli o le gare, dove sappiamo cosa accadrà, con chi, quando e perchè, avendo il tempo e il modo di essere pronti, anche strategicamente.
Un pò il concetto di "dai la cera togli la cera", in quel filmetto è ben espressa questa concezione dell'apprendimento.
Attaccato all'improvviso, un tizio comune avrà, probabilmente, l'istinto di coprirsi il viso con le mani, ecco allora che dovrò sostituire quel gesto istintivo con un'altro, più utile, che nella stessa situazione scaturisca alla stessa maniera.
Poi ripeto, in fase iniziale occorre dare dei perchè, ma è più una forma di convincimento, qui non c'è pazienza, si vuol sapere, capire, subito, o non si fanno le cose, poi pazienza se quelle stesse cose necessitano di X anni per diventare vere.
Guarda caso, moltissimi Karateka, dopo una ventina di anni, finiscono per riscoprire e rispolverare proprio quelle cose che appartengono alle prime lezioni, l'Oi Tsuki, Age Uke, Shuto Uke eccetera, perchè hanno acquisito un bagaglio di comprensione fisica dei gesti che gli consente di tornare su quei primi gesti con una differente consapevolezza e un differente approccio.
"Troppe spiegazioni" creano solo confusione, "nessuna spiegazione" è roba da setta religiosa, bisogna fare quel che è il minimo, ma senza far credere che sia tutto li.
Se fate un giro all'Hombu Dojo di Tokio per assistere a una lezione di Aikido, noterete, un bellissimo clima, ma noterete anche che le sole parole che sentirete saranno quelle del maestro che dice "ora fate questo" e poi solo "Damè", per il resto sarà solo da guardare.
« Last Edit: January 10, 2011, 14:50:45 pm by Ronin44 »
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita

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muteki

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Mi pare che l'utente Muteki avesse filmato alcuni suoi studi relativi alle tre parate fondamentali del karate Goju Ryu.

Se non ricordo male si trattava non tanto di vere e proprie "applicazioni", quanto piuttosto di un metodo propeduetico-didattico per capire che senso potesse avere il caricamento e il lavoro a due mani.




verissimo. e mi piovvero non poche critiche addosso.  :'(

aah...  :D

cmq trovate ancora i video sul mio canale youtube, sotto il nome harussherlan...

in ogni caso i kata ci insegnano una cosa che troppo spesso si scorda: le parate e gli attacchi non sono due momenti separati. proprio come nel WC, giusto per tornare all'inizio del thread...

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Offline nameganai

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sulla didattica io ho notato che è meglio far vedere prima le cose "difficili"...
altrimenti non abbandoneranno mai quelle facili...
ma questo dipende molto dagli allievi,dallo stile praticato ecc...quindi non si può fare una regola..

riguardo al 3D,la mia era semplice curiosità dettata dal fatto che ho conosciuto molti karateka che anche a livelli elevati continuavano a lavorare solamente "a bilancino" con le braccia..

sapendo che qui scrivono karateka che si impegnano nello studio approfondito delle cose,ho ottenuto la risposta che speravo..
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Mi pare che l'utente Muteki avesse filmato alcuni suoi studi relativi alle tre parate fondamentali del karate Goju Ryu.

Se non ricordo male si trattava non tanto di vere e proprie "applicazioni", quanto piuttosto di un metodo propeduetico-didattico per capire che senso potesse avere il caricamento e il lavoro a due mani.






verissimo. e mi piovvero non poche critiche addosso.  :'(

aah...  :D

cmq trovate ancora i video sul mio canale youtube, sotto il nome harussherlan...

in ogni caso i kata ci insegnano una cosa che troppo spesso si scorda: le parate e gli attacchi non sono due momenti separati. proprio come nel WC, giusto per tornare all'inizio del thread...

un link per favore?
non mi funziona la ricerca sul tubo...
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muteki

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asp che ho un problema.. i video non ci sono più!!! tsk... li rimetto e poi linko appena posso... sempre che li abbia ancora nel PC. sennò li rifaccio... sigh...

cmq il canale è https://www.youtube.com/user/harussherlan#p/u


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Offline nameganai

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grazie mille,aspetterò i video,sono molto curioso.. ;)
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Offline Dipper

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sulla didattica io ho notato che è meglio far vedere prima le cose "difficili"...
altrimenti non abbandoneranno mai quelle facili...
ma questo dipende molto dagli allievi,dallo stile praticato ecc...quindi non si può fare una regola..
Però può essere da stimolo... se impari a fare bene A allora avrai la possibiltà di eseguire B.
Come scrive Ronin44 ci vuole la giusta quantità di informazioni, troppo e troppo poco non vanno bene entrambi.

riguardo al 3D,la mia era semplice curiosità dettata dal fatto che ho conosciuto molti karateka che anche a livelli elevati continuavano a lavorare solamente "a bilancino" con le braccia..
Perchè ci sono molti karateka che con un livello da 5° kyu hanno una marea di allievi sotto, e tutti a ripetere le stesse cose a macchinetta senza mai usare il cervello. O addirittura sono già alla terza o quarta generazione con un "capostipite" di quel tipo :nono:
Quanti, ma quanti ne conosco che alla cintura nera pensano di parare mawashigeri con un solo braccio e la mano aperta...
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Offline Paguro49

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Verissimo :sur: :sur:
Il problema è anche quello, c'è la voglia, il bisogno, di passare di là, con i maestri, a qulsiasi costo, prima possibile, poi pazienza se non si è ancora capito una mazzafionda :blue:
Un pò il discorso delle cinture, checchè se ne dica, la cosa più frequente in assoluto, nella testa di chi inizia, è la domanda su quanto ci vorrà per la "nera", quasi fosse un traguardo invece che un principio.
Infatti sono una marea quelli che prendono il 1° Dan e smettono o passano ad altro.
C'è la voglia e il bisogno di essere considerati, ammirati, seguiti, un bisogno assolutamente umano e naturale, pazienza se il 1° Dan corrisponde al livello "principiante" anche nel suo significato tradotto.
Per cui vedi parare la mazzata dall'alto con Age Uke, tutto ok finchè non trovi quello che la tira davvero e ti spezza l'avambraccio, oppure il Mawashi come dici tu, parato in senso di blocco, invece che assorbito e deviato.
Ma penso sia giusto, si impara anche da quelle cose li e se si fà una figura da cioccolatai, ci si va giustamente a nascondere o ti trova il coraggio di riconoscere i propri limiti.
Selezione naturale, nulla di più. ;)
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Il problema è anche quello, c'è la voglia, il bisogno, di passare di là, con i maestri, a qulsiasi costo, prima possibile, poi pazienza se non si è ancora capito una mazzafionda :blue:
Un pò il discorso delle cinture, checchè se ne dica, la cosa più frequente in assoluto, nella testa di chi inizia, è la domanda su quanto ci vorrà per la "nera", quasi fosse un traguardo invece che un principio.
Infatti sono una marea quelli che prendono il 1° Dan e smettono o passano ad altro.
C'è la voglia e il bisogno di essere considerati, ammirati, seguiti, un bisogno assolutamente umano e naturale, pazienza se il 1° Dan corrisponde al livello "principiante" anche nel suo significato tradotto.
Per cui vedi parare la mazzata dall'alto con Age Uke, tutto ok finchè non trovi quello che la tira davvero e ti spezza l'avambraccio, oppure il Mawashi come dici tu, parato in senso di blocco, invece che assorbito e deviato.
Ma penso sia giusto, si impara anche da quelle cose li e se si fà una figura da cioccolatai, ci si va giustamente a nascondere o ti trova il coraggio di riconoscere i propri limiti.
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o si passa ad altro e si dice che il karate "non funziona"....
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o si passa ad altro e si dice che il karate "non funziona"....
Io ne ho ben due di Karate che non funzionano, ma il primo aveva la garanzia scaduta, il secondo l'avevo comprato alla fiera dei Obej Obej su una bancarella, insomma, me li sono tenuti entrambi li in cantina.
Ora c'ho quello preso su ebay che funziona benissimo.......ma non prende Rete4....pazienza :spruzz: :spruzz: :spruzz:
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Offline XinYiMan

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Verissimo :sur: :sur:
Il problema è anche quello, c'è la voglia, il bisogno, di passare di là, con i maestri, a qulsiasi costo, prima possibile, poi pazienza se non si è ancora capito una mazzafionda :blue:
Un pò il discorso delle cinture, checchè se ne dica, la cosa più frequente in assoluto, nella testa di chi inizia, è la domanda su quanto ci vorrà per la "nera", quasi fosse un traguardo invece che un principio.
Infatti sono una marea quelli che prendono il 1° Dan e smettono o passano ad altro.
C'è la voglia e il bisogno di essere considerati, ammirati, seguiti, un bisogno assolutamente umano e naturale, pazienza se il 1° Dan corrisponde al livello "principiante" anche nel suo significato tradotto.
Per cui vedi parare la mazzata dall'alto con Age Uke, tutto ok finchè non trovi quello che la tira davvero e ti spezza l'avambraccio, oppure il Mawashi come dici tu, parato in senso di blocco, invece che assorbito e deviato.
Ma penso sia giusto, si impara anche da quelle cose li e se si fà una figura da cioccolatai, ci si va giustamente a nascondere o ti trova il coraggio di riconoscere i propri limiti.
Selezione naturale, nulla di più. ;)

o si passa ad altro e si dice che il karate "non funziona"....
Sono passato ad altro ma il karate se praticato bene funziona eccome.
Un albero non si giudica forte in base alla lunghezza dei suoi rami, ma dalla profondità delle sue radici!

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Offline nameganai

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o si passa ad altro e si dice che il karate "non funziona"....
Io ne ho ben due di Karate che non funzionano, ma il primo aveva la garanzia scaduta, il secondo l'avevo comprato alla fiera dei Obej Obej su una bancarella, insomma, me li sono tenuti entrambi li in cantina.
Ora c'ho quello preso su ebay che funziona benissimo.......ma non prende Rete4....pazienza :spruzz: :spruzz: :spruzz:


 :spruzz: :spruzz:

ma se non prende rete 4 non sei preparato a tutto!!!   :D :D


Sono passato ad altro ma il karate se praticato bene funziona eccome.

certo Xin,ma è il motivo principale che porta a trolleggiamenti vari in giro per la rete..

"io ci facevo il carate ma poi mi sono preso un battello di pakke da uno che non faceva niente...il carate non serve ad una mazza"..

robe così insomma...
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Offline steno

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Allora... sforzarsi di dare un significato a tutto, può tranquillamente portare fuori strada, cercare un significato è bene, fossilizzarsi sul fatto che ogni gesto debba avere un significato nascosto è un'altro.
Nel caso della parata, una qualunque delle tre basilari, il senso è volendo misto.
Vi ricordo che ho dimostrato come soto chudan uke e gedan barai, NON siano parate, l'ho fatto pubblicamente al primo gathering del FAM, dissipando molte obiezioni a suo tempo mossemi a tal proposito.

Diciamo che dalla cintura verde o blu a crescere, la parata non è più solamente la parata, il braccio che carica non è più solo un mezzo per usare meglio le anche e scaricare maggiore energia nel colpo, si capisce però nettamente come, effettivamente, quei gesti siano non solo tecniche, ma concetti.
Ecco che, giunti a capire il concetto di tale tecnica, essa diventi sia attacco che difesa, come ad esempio un mae geri keage da gamba avanti mentre uke avanza ed io sono al muro, oppure come jun zuki, se tirato nel difficilissimo punto giusto, possa spezzare le dita ad uke che tira uno giyaku zuki.
Ecco due esempi di tecniche d'attacco, usate per frenare un attacco in affondo e "stoppare" un pugno.
Vero è che gedan arai otoshi, se tirato al momento e punto giusto, frantuma le ginocchia che è un piacere :)

Andare oltre è doveroso, ma con un po di testa si cresce, senza si finisce fuori strada.

 :vomit: :vomit: :vomit:  Non c'entra nulla, ma è nuova e devo inaugurarla :P
la fijlkam è alla frutta

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Offline Dipper

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:vomit: :vomit: :vomit:  Non c'entra nulla, ma è nuova e devo inaugurarla :P
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Offline DJ scanner

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non mi piace pensare alle tecniche come alle lettere dell'alfabeto, tipo la A la B sono tecniche, le parole sono combinazioni ecc. (mi vengono brutti ricordi), ma mi piace pensare ad una tecnica come un kanji complesso (con molti significati), formato da più ideogrammi più piccoli (il caricamento, il movimento, la fase finale ecc. anch'essi con diversi significati), danno una idea da sviluppare e si può studiare sia uno per uno gli ideogrammi più piccoli che lo compongono che l'ideogramma intero :om: :D
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