La discussione ad ogni modo apre un capitolo mooolto interessante
Voglio subito premettere che, benché abbia un’idea abbastanza precisa al riguardo, non è mia intenzione screditare le altre, ma piuttosto cercare un confronto costruttivo.
Matusa, il metodo che tu e altri come XYM utilizzate è detto aristotelico: dalla generalità di un principio universale, si scende verso il particolare, è proprio quello che viene definito
metodo deduttivo. Si parte da una verità universale, assunta come vera e assiomatica, e si discende nei dettagli.
In marzialese, si parte dal generalizzare un principio per ottenere le tecniche.
Invece quello che a me piace utilizzare, è detto galileiano: parte dal particolare di una serie di casi empiricamente verificati, per trovare la regola generale, è definito in contrapposizione al primo
metodo induttivo. Il percorso è quindi esattamente opposto.
In marzialese, si parte dallo studio di singole tecniche per sintetizzare il principio.
Sebbene il secondo mi sia più simpatico e sia spesso associato al metodo scientifico, entrambi in realtà hanno dei punti deboli: il metodo deduttivo è più “fideistico” e presuppone la verità di leggi che non sono sempre hanno riscontro e, mancando il quale, tutto il ragionamento crolla; il metodo induttivo, per converso necessita di un campione statistico sufficientemente rappresentativo per essere solido, il ché non è sempre facile e fattibile.
http://www.cosediscienza.it/metodo/01_metodo.htm Solitamente i tradizionalisti usano il metodo deduttivo, riferendosi alla saggezza dei grandi maestri del passato, mentre chi pratica SDC di solito invece usa un metodo induttivo, sperimentando sul ring o utilizzando l’esperienza diretta di chi ci sale, e se ci pensate bene, applicando questi due modelli si spiegano moltissime affermazioni protagoniste dei dibattiti classici dei forum.
Credo di essere un tradizionalista atipico quindi…
Adesso arriveranno Raven e Madhatter, che, da bravi filosofi tignosi, faranno le pulci a questo discorso…
EDIT: aggiustato un link...