Io da ignorantone (e come ce lo insegnano a noialtri ignorantoni kyu)...
Direi che il tsuki con kimé, ossia, bloccato, non puó avere nome perché tirarlo cosí serve solo a scopo didattico, quando lo provi a vuoto e per ovvi motivi fisiologici (per poterlo far "esplodere" senza che ti si disarticoli la spalla el il gomito) e non é una "tecnica vera e propria", perche nella pratica lo affondi o lo frusti.
Peró si dice, si narra, che la contrazione finale unita ad un particolare movimento d'anca (azzz me di che stiamo parlando???), in stili come lo shorin della famiglia Higa (circolava un aneddoto di una lezione del maestro oscar higa), serve per generare un particolare effetto finale nel colpo - una vibrazione che agisce sugli organi interni - Tipo "la manata sul cuore" alla fine del video di Higaonna.
In quel caso, magari, quel tipo di ricerca ha un nome che io ovviamente ignoro. Sicuro che anche negli stili cinesi c'é qualcosa del genere.
Che un colpo richiamato faccia maggiori danni piuttosto che uno lasciato lì è abbastanza intuitivo, anche senza tirare in ballo energie mistiche, ed è scientificamente spiegato
qui da un famoso fisico autore di diversi libri oltre che ex pugile. E' proprio il principio dell'
impulso.
Ci sono pochi colpi che non seguono questa regola, perchè nell'attacco viene impiegata tutta la massa del corpo ed essendo la forza di inerzia troppo grande, non permettono un richiamo (o per lo meno un richiamo immediato); tipicamente oi tsuki, furikiri mawashi geri (il circolare con rotazione) e ushiro mawashi geri (il circolare rovesciato).
Certo, se si riuscisse a richiamare il colpo pur impiegando così tanta massa esso sarebbe ancora più devastante, e d'altra parte il richiamo è necessario per rendere più potenti gli attacchi che non impiegano tutta la massa, come il gyaku tsuki, dove una parte del peso si scarica sul piede avanzato durante tutta la tecnica.
Ma vorrei portare l'attenzione su di un principio fondamentale: il kime non significa bloccare lì ila tecnica, non è una contrazione finale. Questa è la spiegazione che viene data ai principianti per iniziare a percepire la differenza tra rilassamento e contrazione, ma è solo un proto kime.
Il kime vero non è diventare duri come la roccia, ma è metaforicamente come un onda che parte dal terreno, passa attraverso il colpo, si abbatte sul bersaglio e poi torna indietro (appunto
).
Questa non è nemmeno una delle mie elucubrazioni da libero pensatore: nei programmi di esame ufficiali dello Shotokan della SKI per le cinture avanzate, una tecnica richiesta si chiama proprio "kime waza" e consiste nel verificare quanto l'allievo abbia capito il concetto di kime con dei gyaku tsuki con richiamo, eseguiti tutti alla massima potenza, su di un bersaglio mobile.