@ Gargoyle
Ok, loquisco
Cazzaro mode On
Premesso che vi sto svelando parte della didattica del mio WSDS
Cazzaro mode Off
Passo ad elencare alcuni "difetti" (che in realtà sono tratti distintivi) che io, che provo a praticare Systema, ho trovato nella pratica del CKM.
Progressione troppo forzata nell'intensità della didattica, a prescindere dalla forma fisica o dalla preparazione tecnica o psicologica.
Secondo me il lavoro fisico andrebbe dosato in maniera più "pedagogica", comprendendo perfino esercizi di "riabilitazione" e recupero graduale della forma fisica nel caso di "principianti assoluti". Lo stesso per le componenti mentali e psicologiche del praticante, da trattare come il "soggetto" della didattica (e non l'oggetto dell'addestramento), facendo un lavoro più da "tutor" che da istruttore, trattate una per una. Una volta costruito questo sistema di componenti mentali, fisici e psicologici, si possono far interagire tramite esercizi vari, con ritmi e intensità più elevate.
(Nel Systema insegnato "adesso" ai civili c'è infatti una progressione dettata dall'individuo, che sperimenta la didattica in maniera abbastanza autonoma ma in maniera molto produttiva. Mancando di effetto "shock" ma operando una "familiarizzazione" controllata della realtà dello scontro, questo modo di insegnare ha come effetto secondario quello di ritenere gli allievi. E' ovvio che quello impartito nelle strutture militari e poliziesche sia proporzionalmente più intenso e duro, ma bisogna ricordare che in quel caso c'è una selezione a monte di individui già in possesso di certi standard).
Un pò troppa "autorità" tecnica dall'alto, per quanto vasto e approfondito sia il lavoro fatto dal fondatore e dal suo team di innovatori. Ma non è un vero difetto, visto nell'ottica del CKM, finalizzato all'efficacia nel breve periodo.
Si ha quindi un rinforzo dell'automatismo Stimolo-Risposta in caso di feedback positivo (la reazione difensiva "insegnata" è stata efficace) a scapito di un lavoro di rieducazione neuromotoria più lento e "pignolo" ma più efficace nel lungo periodo e con un raggio operativo più ampio, basato principalmente sullo studio dei principi e delle strategie, e il loro modo di applicazione.
Il fatto è che ho notato che
le tecniche efficaci sono davvero poche e universali, e che conviene allenare quelle,
ma che esse sono diverse a seconda dell'individuo, che secondo me deve avere la "libertà" di provarle tutte in maniera controllata e pertanto con tempi più lunghi di pratica, selezionando e scartando fra quello che ha visto o crede di poter fare.
Questo però aumenterebbe la durata minima della lezione, fino a tre ore.
Non nascondo che qualcuna tra le lezioni di CKM che feci all'epoca hanno seguito questo mio orientamento, con molte spiegazioni da parte dell'istruttore, ed infatti sono durate tre ore piene.
Il pressure test lo organizzerei in maniera più elastica: a volte farei fare un tot variabile di tempo di sforzo intenso, a volte darei un carico di lavoro fisso, mentre a volte farei raggiungere lo stato di stress provando a ripetizione le tecniche per tantissime volte o tramite sparring, a velocità ed intensità variabili in base alla preparazione dei praticanti coinvolti.
Comunque ripeto, quello che io proporrei come regola è già fatto (come eccezione alla stessa) dal singolo istruttore, quindi la mia è una critica "integrativa" al metodo, che di per sè presenta un ottimo grado di coerenza interna.
My 2 cents.