conta l'uomo non l'arte

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marco

conta l'uomo non l'arte
« on: January 20, 2011, 11:27:40 am »
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Dal blog di Mario Puccioni:
SFATIAMO IL MITO DEI TRADIZIONALISTI
che "CONTA L'UOMO NON L'ARTE"

Messi alle strette da anni di MMA e di buon senso, i cultori del balletto marziale (quando in buona fede) si rifugiano nelle frasi fatte. Elenchiamone alcune delle più note:
"Una volta mio cugggino ha colpito uno con la tecnica mortale e quello dopo 3 gg è morto"
"Gli sport da combattimento sono solo sport, la vera marzialità si ha nei kata e simili"
"Ok pugili e lottatori, ma in strada noi mettiamo le dita negli occhi e mozzichiamo"
"Il mio maestro ha la panza e sbuffa dopo 3 flessioni ma ha l'energia interna, lui"
"Noi non facciamo sparring perché siamo troppo mortali"
"La preparazione fisica è pletorica, conta la tecnica"
etc.etc.

Ovviamente a queste obiezioni dettate da profondi complessi d'inferiorità, pigrizia innata e manipolazione psicologica, qualunque logica voi possiate tentare di opporre è fatica sprecata, lasciate perdere. So che lì per lì vi s'infiammerà il viso e vi pruderanno le mani dalla rabbia ma siate pazienti, è la tragedia umana che avete di fronte.
Restando ad argomentare tra noi Homo Sapiens Sapiens, esseri senzienti cioè, vale la pena di sfrondare quella che è la più abile e astuta mossa difensiva dei tradizionalisti ossificati: "Conta l'uomo, non l'arte".
Siccome questa obiezione contiene una grande verità che veicola una rigorosa menzogna/trucco dialettico sopraffino, mi ci dedicherò per voi.
E' perfettamente evidente et palese che una 'tecnica' sganciata da un essere umano in carne e ossa NON esiste, così come non esiste il Comunismo o il Cattolicesimo in sé, ma solo esseri umani con nome e cognome che veicolano quelle ideologie. Pertanto è perfettamente vero che 'conta l'uomo' in quanto anche al mongoloide più mancamentato apparirà ovvio che se mettiamo davanti la Zia Assunta, presa di peso dal gerontocomio di quartiere, e il campione mondiale Hulk Bisulk di sollevamento pesi categoria ipermassimi non esiste addestramento nell'universo che possa dare la vittoria alla zietta... Dunque conta l'uomo, la scuola e le tecniche impiegate sono sovrapponibili?
Noneeeeeeeeeeeeeeeeee!! E' un semplice artifizio dilaettico, un modo furbo di mettervela-mettersela al sedere che hanno escogitato, sveglia! Presi 2 bambini, gemelli omozigoti, e chiuso uno in seminario mentre l'altro lo facciamo crescere dentro Tana delle Tigri, chi vincerà uno scontro fisico tra loro dopo X anni??
Dire che 'conta la persona' serve al martial dancer per sfuggire alla inutilità della sua pratica e rifugiarsi nuovamente nell'ovattata fantasia marziale che lo culla. E' oppio mentale, nulla di più. A ragionamenti logici si oppongono leggende e fumose genealogie, alla prova pratica il relativismo assoluto inconcludente. Noi rispondiamo che quell'uomo che deve contare sei TU, caro il nostro tradizionalista panzuto, sei te che ti devi confrontare con l'utilità della tua pratica e sei sempre te che hai -per una ragione o per un'altra- scelto lo stile che fai.
E perché lo hai scelto dunque? Perché lo difendi? Se conta solo l'uomo a che pro allenarsi e utilizzare un metodo, quando ognuno vale l'altro? Tanto il tennis o la pallammano sono la stessa cosa del Karate o simili, noooo?
No.
Conta il metodo. Il metodo è un articolato sistema che permette a una persona d'acquisire informazioni atte a risolvere un problema. E' per questo che sin da piccoli andiamo a scuola, perchè è manifesto che anche il bambino col DNA più geniale (l'"uomo" qui) senza gli sudi adeguati resterà analfabeta, superato in tutto dal più doddo dei bimbetti comuni.
Conta il COME studi, dunque. A parità di metodo verrà fuori il talento innato, ma questa è una ovvietà, my friends. E però come lo scelgo il metodo? Se fossero tutti uguali vorrebbe dire che gli uomini che li hanno creati erano perfettamente uguali tra di loro, e ciò oltre che stupido contraddice l'assunto in discussione.
Il valore di un metodo si misura dai risultati ottenuti IN PRATICA, così come si giudica migliore un medico che nella stessa sala operatoria salva il 90% dei casi medici a lui sottoposti rispetto al collega che sullo stesso tavolo ne accoppa il 70%.
Il singolo medico poi lo inseriamo nel flusso di dati riguardanti tutti quelli usciti dalla stessa facoltà o scuola, ed abbiamo un quadro abbastanza stabile. Nonostante conti sempre l'uomo, e cioè se il luminare quel singolo giorno è ubriaco ammazzerà lo sfortunato paziente, il quadro statistico è cmq riferito al metodo e non a singoli episodi, ingiudicabili.
Nessuno al mondo si farebbe mai curare da un praticone di medicina che non ha mai conseguito una laurea (metodo) e visto un paziente in carne ed ossa (risultati pratici), quindi non si capisce come mai si dovrebbe andare a imparare da praticoni marziali che non hanno mai fatto esperienza sistematica e scientifica di quel che vanno 'insegnando' ad altri. Schermarsi dietro il "conta l'uomo" è una vergognosa ritirata davanti alle legittime domande del serio appassionato, una vile e/o folle incapacità di considerare che conta SEMPRE e SOLO l'uomo, ma quell'uomo conosce un Metodo.
I metodi evolvono, mutano nel tempo e si adattano alle esigenze, accolgono il progresso fatto tramite le esperienze di migliaia di ricercatori, migliorano. La scienza avanza sulla scorta dell'esperienza, la stasi non è contemplata nell'umana conoscenza. Ciò che è veramente tradizionale è questo: ricercare la verità effettuale allo scopo di migliorare noi stessi. E 'invece pedissequo tradizionalismo l'avvinghiarsi a forme esteriori e idolatrare i defunti maestri, ponendoli come entità semidivine non raggiungibili per noi poveri mortali.
Oggi come nella Cina del 2000 a.C. nello scontro fisico si pongono situazioni identiche o quasi, ma noi possiamo godere di 4000 anni di storia e studio di essa, dunque ci poniamo 4000 passettini avanti al cinesino alto 1m. e 50 che faceva la forma di kungfu ai tempi del Diluvio Universale, seppur con rispetto parlando. Nessuno al mondo può dare per certo che il campione UFC dei mediomassimi di oggi batterebbe il cinesino, ma nessuno nemmeno lo pretende, a che pro? Ognuno ha il suo fato e se Anderson Silva scivola sulla buccia di riso e muore battendo la testa, perde dal cinesotto se è il suo destino, però a noi interessa scegliere un METODO, non infantile identificazione nell'eroe di turno, perché noi non saremo MAI lui, Silva o cinesotto che sia. Un uomo adulto smette di sognare i Supereroi Marvel e cerca la sua strada, dunque gli serve soprattutto qualcuno che gli trasmette informazioni utili, le migliori sulla piazza.
La logica e il ragionamento sensato c'impongono di rifiutare come assurdo e immotivato un metodo anti-metodico, un'accozzaglia di movimenti messì lì in base all'autorità carismatica del Maestrone di turno, un involucro senza il contenuto che ne giustifica l'esistenza: il combattimento. Superpoteri metafisici, antichi inziati atlantidei, addestramento settario, sono il contrario di un metodo e dunque il contrario di ciò che può essere giudicato con il raziocinio; si rischia di cadere in trance davanti a esecuzioni circensi ed esteicamente accattivanti, costumi esotici e misteriosi linguaggi, di essere accalappiati con la pubblictà insomma.
Davanti alla emozionata elencazione delle gigantesche abilità vantate dal tradizionalista relativamente agli antichi fondatori del suo stile e del suo attuale maestro, l'uomo veramente tradizionale devve opporre un semplice: "Cosa c'entrano gli altri, cosa c'entra cosa sa fare il tuo sensei/sifu/guru? TU perché hai la panzetta e dopo 1 minuto di sparring ne buschi più del saccone lì infondo?". L'eterno bambino si identifica nel Maestro come figura succedanea del proprio padre, e nella setta marziale di turno proietta il bisogno di appartenere la gruppo che "ha la ragione in tasca", la Chiesa; di lui si deve avere pena.
Questo sistema di non-pensiero e di plagio è alla base della maggior parte delle religioni anche laiche (es. Comunismo, Stalin) ma è del tutto agli antipodi del concetto di Tradizione, sia ribadito una volta per sempre.


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Akira

Re:conta l'uomo non l'arte
« Reply #1 on: January 20, 2011, 12:13:37 pm »
+1
Anche se i toni sono tipici di chi vuole soprattutto prendersi gioco dei tradizionalisti, non posso che quotare in pieno quanto scritto, e lo dico proprio perchè sono passato anche io da un pensiero all' altro.
Poi sarebbe onesto riconoscere alcune cose: ad esempio che le arti marziali "tradizionali", diciamo antiche per comodità, se esistono è perchè sono state usate e tramandate; tutti gli sport da combattimento che oggi sono la "Vera Via" di chi sa combattere, sono di estrazione recente (nonchè sintesi delle stesse).
Da questo ne deduco che è per forza intervenuto qualche fattore che ne ha snaturato la pratica, rendendole oggi quel che sono. Io scommetto sui metodi di allenamento e sul contesto in cui si sono ritrovate (corsi da palestra per gente che NON deve combattere, situazione storica-culturale di relativa pace, etc).
Poi io rimarco sempre un concetto che mi pare banale, praticamente tutti noi facciamo arti marziali in mille stili per hobby, non ci dobbiamo vivere, non è la nostra professione, non dobbiamo sfidare ogni giorno le bande di Kenshiro... ergo il vero problema è la non ammissione da parte dei sedicenti maestri che certe cose si fanno per puro piacere personale, da cui magari si ricavano cose bellissime e validissime (ognuno ha le sue storie positive da raccontare), ma per quanto riguarda il combattimento ci vuole un altro MODO di praticare, appunto.
Se non hai mai combattuto, è bene ammetterlo.
Se lo hai fatto sportivamente, idem.
Se non te ne frega proprio nulla, basta riconoscere che è così.

Invece l' arte marziale, volenti o nolenti, è ancora qualcosa che "fa figo", fa macho, duro... se io scricciolo o panzone dico che pratico da millemila anni e sono cintura nera 15° dan di tecniche assassine, appago il mio ego di fronte alle fanchulle o agli amici boccaloni: insomma è uno status symbol.
Chi è disposto a rinunciare ad un tale status symbol che è completamente gratis? Direi decisamente pochi....
« Last Edit: January 20, 2011, 12:15:35 pm by Akira »

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marco

Re:conta l'uomo non l'arte
« Reply #2 on: January 20, 2011, 13:13:30 pm »
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Mi piace il tuo scritto Akira, spiacente di non potertelo appoggiare al momento :gh:

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rockyjoe

Re:conta l'uomo non l'arte
« Reply #3 on: January 20, 2011, 13:26:22 pm »
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non concordo semplicemente per un fatto evidente.se le tecniche che vengono insegnate di solito sono quelle che usava il cinesino del diluvio universale,allora non hanno mai funzionato nemmeno ai tempi del diluvio contro i terremotati denutriti.sfido che a quei tempi la gente a digiuno di arti marziali non tirasse cmq pizzoni e fosse mediamente fisicamente piu preparata rispetto all uomo medio del 2011.oltre al fatto che ci si ammazzava per davvero!

sarebbe molto facile dedurre che qualcosa non e' stato insegnato come si dovrebbe.eppure e' una deduzione che nessuno si sente di fare.basterebbe guardare i reperti archeologici per capire che,seppure non possiamo sapere il livello dei praticanti,gli armlock esistevano gia' ai tempi di Sparta!e cosi il pugilato coi cesti.evidentemente non e' questione di fossili,ma questione di marketing moderno.

certamente oggi si puo consultare mondialmente piu materiale,avere contatti con maestri ovunque.e anche per questo,dovrebbe essere piu facile studiare la singola arte marziale.e certamente le moderne attrezzature consentono di imparare molto piu in fretta e in sicurezza rispetto ai tempi di Sparta,e si possono fare passaggi mediamente piu complicati di allora,dal punto di vista tecnico.se invece per avere il quarto dan(finire il sistema)occorrono 20 anni,qualcosa di sicuro non va.soprattutto se sappiamo che i samurai,in epoca di guerra,a massimo 14 anni erano gia guerrieri completi padroni di varie discipline.


i monaci cristiani dopo il 1000,mancata la fine del mondo,cominciarono a studiare parecchio,e tanti libri li conoscevano e copiavano solo loro,e in latino.il sapere c era,ma non veniva dato alle masse.per le masse quel sapere non poteva esistere.e veniva trasmesso tra monaci,e quindi formalizzato,attraverso libri,
oggi parte di noi e' come la massa ignorante di allora.siccome non vediamo i libri,pensiamo che non esistano.siccome non vediamo gli effetti di un sapere,pensiamo che questo sapere marziale non sia mai esistito o fosse scadente.
e se semplicemente non ci fosse arrivato,se non in alcuni casi le vestigia e gli affreschi?

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Akira

Re:conta l'uomo non l'arte
« Reply #4 on: January 20, 2011, 13:43:18 pm »
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Però appunto stiamo parlando di "Sparta", "medioevo", "cina antica"... senza andare troppo lontano, sono tutti contesti in cui la gente viveva a contatto costantemente con la morte, con la violenza, con gli scontri fisici inevitabili: fa una bella differenza dall' apprendere per diletto.
Poi io parlo per il mio, ho studiato per anni e anni tecniche presunte efficaci, anche nella consapevolezza dell' enfasi sul gesto estetico e tecnico. Solo che tutte queste tecniche in genere sono ampiamente dimostrabili finchè vengono provate in modo didattico: mai visto in vita mia applicarne una seguendo davvero tutti i principi e le cose raccontate.
Così mi sento dire che è colpa mia, che sono io ad essere incapace oppure è una ciofeca quello che ho studiato. Vabbè, penso di aver visto e praticato abbastanza e in modo piuttosto obiettivo per dire che non è proprio così, perchè se è vero (come è vero) che ci sono TANTE persone che si sono difese e hanno combattuto con il più rigido dei karate o con il più "interno" dei taiji, è anche vero che oggi chi pratica altre cose in cui l' enfasi viene data invece alla potenza, alla semplicità etc mediamente è più abile a combattere, punto.

Penso che se con una macchina del tempo andassimo ai tempi dei samurai o dei "cinesi diluviati" :D non sopravviveremmo facilmente, nemmeno se fossimo nak muay navigati o superman mma anabolizzati: perchè ritengo appunto che ci fossero altri modi di apprendere, altri tempi, altre priorità che non le forme esteticamente perfette, e così via.
E soprattutto un mondo molto diverso, dove chi praticava davvero arti marziali lo faceva tutto il giorno, mica 3 ore a settimana "se non sono troppo stanco per le 8 ore davanti al pc in ufficio" :)

E forse scopriremmo anche che erano molto più pratici di quel che si pensi, che tutti i tecnicismi e stilosismi vari sono stati introdotti dopo per un' evoluzione non più focalizzata sul combattimento e basta.
« Last Edit: January 20, 2011, 13:47:33 pm by Akira »


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rockyjoe

Re:conta l'uomo non l'arte
« Reply #5 on: January 20, 2011, 13:48:21 pm »
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Però appunto stiamo parlando di "Sparta", "medioevo", "cina antica"... senza andare troppo lontano, sono tutti contesti in cui la gente viveva a contatto costantemente con la morte, con la violenza, con gli scontri fisici inevitabili: fa una bella differenza dall' apprendere per diletto.
Poi io parlo per il mio, ho studiato per anni e anni tecniche presunte efficaci, anche nella consapevolezza dell' enfasi sul gesto estetico e tecnico. Solo che tutte queste tecniche in genere sono ampiamente dimostrabili finchè vengono provate in modo didattico: mai visto in vita mia applicarne una seguendo davvero tutti i principi e le cose raccontate.
Così mi sento dire che è colpa mia, che sono io oppure è una ciofeca quello che ho studiato. Vabbè, penso di aver visto abbastanza e in modo piuttosto obiettivo per dire che non è proprio così, perchè se è vero (come è vero) che ci sono TANTE persone che si sono difese e hanno combattuto con il più rigido dei karate o con il più "interno" dei taiji, è anche vero che chi pratica altre cose in cui l' enfasi viene data invece alla potenza, alla semplicità etc mediamente è più abile a combattere e basta.

Penso che se con una macchina del tempo andassimo ai tempi dei samurai o dei "cinesi diluviati" :D non sopravviveremmo facilmente, nemmeno se fossimo nak muay navigati o superman mma anabolizzati: perchè ritengo appunto che ci fossero altri modi di apprendere, altri tempi, altre priorità che non le forme esteticamente perfette, e così via.
E soprattutto un mondo molto diverso, dove chi praticava davvero arti marziali lo faceva tutto il giorno, mica 3 ore a settimana "se non sono troppo stanco per le 8 ore davanti al pc in ufficio" :)

E forse scopriremmo anche che erano molto più pratici di quel che si pensi, che tutti i tecnicismi e stilosismi vari sono stati introdotti dopo per un' evoluzione non più focalizzata sul combattimento e basta.
infatti il mio parere rispecchia proprio il tuo discorso finale.
sentiamo quotidianamente boiate da parte dei mass media o dei ricercatori universitari,o dei maestri di arti marziali.il che non vuol dire che un sapere corretto non esista!o che non sia esistito!magari quello che studi e' una ciofeca ma non per colpa tua.ma chi doveva insegnare,era competente?se persino le cattedre universitarie che danno qualifiche valide nazionalmente e anche oltre,sono occupate secondo criteri nepotistici..

c e' la teoria economica per cui la moneta cattiva scaccia quella buona.sarebbe da rifletterci

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Offline ShenJin

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Re:conta l'uomo non l'arte
« Reply #6 on: January 20, 2011, 15:02:51 pm »
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Finchè l'ambiente delle AM tradizionali,soprattutto di quelle cinesi ( e lo dico con rammarico, dato che rappresentano un buon 90% della mia pratica),sarà infestato da gente sfigata,illusa e con la panza, "guidata" da personaggi furbi e mestieranti e avvolta in un alone misticheggiante che di "tradizionale" ha ben poco,la situazione sarà sempre la stessa...
non dimentichiamoci che anche i metodi "tradizionali" che circolano ancora oggi erano le mma del tempo, nate per arginare il declino di quelli precedenti, e non sono certo stati concepiti come "definitivi",se non da epigoni interessati a nascondersi dietro ad un marchio di successo...


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muteki

Re:conta l'uomo non l'arte
« Reply #7 on: January 20, 2011, 15:10:02 pm »
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Finchè l'ambiente delle AM tradizionali,soprattutto di quelle cinesi ( e lo dico con rammarico, dato che rappresentano un buon 90% della mia pratica),sarà infestato da gente sfigata,illusa e con la panza, "guidata" da personaggi furbi e mestieranti e avvolta in un alone misticheggiante che di "tradizionale" ha ben poco,la situazione sarà sempre la stessa...
non dimentichiamoci che anche i metodi "tradizionali" che circolano ancora oggi erano le mma del tempo, nate per arginare il declino di quelli precedenti, e non sono certo stati concepiti come "definitivi",se non da epigoni interessati a nascondersi dietro ad un marchio di successo...

quoto

mi domando cosa andrà di moda tra 10 o 15 anni quando l'entusiasmo per le MMA si sarà affievolito. lo stesso è accaduto già altre volte in passato.
le MMA sono una pratica splendida. ma anche negli anni '60 su pensava che il karate o il kungfu fossero il non plus ultra. domani a cosa toccherà?

in ogni caso il discorso è interessante. solo, ricordiamoci che si può praticare per tante ragioni e in tanti modi diversi. in tal senso, penso, conta l'uomo e non il sistema scelto in sé.

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marco

Re:conta l'uomo non l'arte
« Reply #8 on: January 20, 2011, 15:21:26 pm »
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I metodi evolvono, mutano nel tempo e si adattano alle esigenze, accolgono il progresso fatto tramite le esperienze di migliaia di ricercatori, migliorano. La scienza avanza sulla scorta dell'esperienza, la stasi non è contemplata nell'umana conoscenza. Ciò che è veramente tradizionale è questo: ricercare la verità effettuale allo scopo di migliorare noi stessi. E 'invece pedissequo tradizionalismo l'avvinghiarsi a forme esteriori e idolatrare i defunti maestri, ponendoli come entità semidivine non raggiungibili per noi poveri mortali

Muteki in qualche modo, in neretto, dice quello che dici tu.

Le MMA le ha citate come stimolo al buon senso.

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Offline ShenJin

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Re:conta l'uomo non l'arte
« Reply #9 on: January 20, 2011, 15:27:42 pm »
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I metodi evolvono, mutano nel tempo e si adattano alle esigenze, accolgono il progresso fatto tramite le esperienze di migliaia di ricercatori, migliorano. La scienza avanza sulla scorta dell'esperienza, la stasi non è contemplata nell'umana conoscenza. Ciò che è veramente tradizionale è questo: ricercare la verità effettuale allo scopo di migliorare noi stessi. E 'invece pedissequo tradizionalismo l'avvinghiarsi a forme esteriori e idolatrare i defunti maestri, ponendoli come entità semidivine non raggiungibili per noi poveri mortali

Muteki in qualche modo, in neretto, dice quello che dici tu.

Le MMA le ha citate come stimolo al buon senso.

Perfettamente d'accordo  :thsit:
L'unico problema è che troppo spesso si sentono liquidare i metodi tradizionali più in base alla conoscenza di praticanti scarsi che ad uno studio critico e rigoroso del "perchè" celato dietro ogni metodo, e questo non è un bene per il progredire dell'arte...


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rockyjoe

Re:conta l'uomo non l'arte
« Reply #10 on: January 20, 2011, 15:33:45 pm »
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I metodi evolvono, mutano nel tempo e si adattano alle esigenze, accolgono il progresso fatto tramite le esperienze di migliaia di ricercatori, migliorano. La scienza avanza sulla scorta dell'esperienza, la stasi non è contemplata nell'umana conoscenza. Ciò che è veramente tradizionale è questo: ricercare la verità effettuale allo scopo di migliorare noi stessi. E 'invece pedissequo tradizionalismo l'avvinghiarsi a forme esteriori e idolatrare i defunti maestri, ponendoli come entità semidivine non raggiungibili per noi poveri mortali

Muteki in qualche modo, in neretto, dice quello che dici tu.

Le MMA le ha citate come stimolo al buon senso.
infatti sono d accordo,ma nel tuo profilo leggo aikido.penso che l aikido,alla luce del grappling,assuma un senso diverso,o sbaglio?senza l esempio dei lottatori moderni certe cose sembrano una danza inattuabile,poi fai grappling,e ti accorgi che ci sono in mezzo un sacco di passaggi basilari,e non puoi fare a meno di pensare che chi ha creato l aikido,queste cose(magari non allenate come oggi)cmq le sapesse

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marco

Re:conta l'uomo non l'arte
« Reply #11 on: January 20, 2011, 15:39:36 pm »
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Io lo leggo così:
praticanti di qualsiasi disciplina mettetevi in testa bene quale sono i vostri obiettivi e ricercate senza tregua e preconcetti fino a raggiungere quello che per voi vale. Ma mettendolo in discussione sia come metodo, che come allenamento. Nonchè testandolo sempre secondo gli obiettivi che ci poniamo.
Faccio un esempio:
se il nostro obiettivo è la salute, quella deve migliorare(metodo) ;
se l'obiettivo è il combattimento quello deve migliorare(metodo);
se la DP quella devo testare e migliorare(metodo);
Sempre consapevoli dei propri limiti(l'uomo)
sempre consapevoli che esistono più strade, ma qualcuna più strada di un'altra(metodo).

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Akira

Re:conta l'uomo non l'arte
« Reply #12 on: January 20, 2011, 15:43:47 pm »
+1
Non so se riesco a spiegarmi bene ma ci provo.
Facciamo un esempio molto terra terra: difesa da gancio.
Ora, il primo problema che mi pongo è di tipo didattico, ovvero: che senso ha se non per i neofiti totali studiare un' applicazione di difesa (non parlo di parata, o incasso, ma di difesa tipica con cui si presume di chiudere subito lo scontro, una "mossa" insomma) da 1 (uno) gancio quando in uno scontro normalmente te ne tirano almeno 2 o 3 di fila?
Invece ci sono molte arti che anche ai livelli più elevati si focalizzano sull' abbellire e complicare questo tipo di attacchi; invece di essere 5° dan perchè conosco applicazioni contro combinazioni a caso del mio avversario, lo sono perchè invece della cosa semplice so farti la forbice al collo con avvitamento finale.
Altra osservazione: vedi un combattimento di arti marziali ed è una simil-kick boxing. Vedi un' esibizione di arti marziali ed è una coreografia spettacolare o impressionante nella sua efficacia. Vedi un incontro di professionisti di Sdc ed è un incontro sportivo. Vedi due burini che si picchiano per contendersi una birra ed è una scazzottata esilarante o violentissima.
Quello che appare evidente però è che solo nella demo di arti marziali, che in fondo non è altro che un esercizio preparato e perfezionato di quello che si studia effettivamente, le cose avvengono in modo "mortale", "artistico", "poetico", "perfetto". Tutti gli altri incontri sono più o meno violenti, ma c'è uno che le da, poi le prende, poi sbaglia una cosa, gli viene circa l' altra... ed è quello che succede in ogni combattimento reale, che sia la scazzottata tra due nonni per la supremazia nel TreSette o lo scontro reale di due massimi esponenti di un' arte antichisssima.

Quello che voglio dire è che si può anche dire che il kung fu (ad esempio) fosse l' mma dell' epoca, ma qualunque sia il punto d' osservazione anche se non possiamo veramente saperlo, la mia sensazione è che quando due esseri umani fanno a botte non c'è tutto questo spazio per i perfezionismi decantati, posizioni che attingono energia dalle nuvole etc.
Non c'è posto realmente per il colpo unico e risolutivo, per il punto di pressione o l' arto preso al volo, per la posizione dell' aquila reale con le gambe accartocciate. E' utile averle studiate queste cose, ma magari funzionano una volta su 10 contro gente del tutto incapace eppure ci si è costruito sopra degli interi miti.
E' tutto giusto in teoria, le posizioni, le forze, la fisica meccanica di queste mosse; ma al momento dello scontro si manifestano in modo molto diverso per cui allenandosi solo con la teoria in testa si fanno cose sbagliate o... giuste nel momento in cui ci si lascia semplicemente andare alla lotta innata (bud spencer docet).
« Last Edit: January 20, 2011, 15:48:12 pm by Akira »

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Offline Saburo Sakai

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Re:conta l'uomo non l'arte
« Reply #13 on: January 20, 2011, 15:44:17 pm »
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mi domando cosa andrà di moda tra 10 o 15 anni quando l'entusiasmo per le MMA si sarà affievolito. lo stesso è accaduto già altre volte in passato.
le MMA sono una pratica splendida. ma anche negli anni '60 su pensava che il karate o il kungfu fossero il non plus ultra. domani a cosa toccherà?

Qualcuno l'ha già ipotizzato...

Lo spirito viene prima della tecnica.

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marco

Re:conta l'uomo non l'arte
« Reply #14 on: January 20, 2011, 15:44:58 pm »
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I metodi evolvono, mutano nel tempo e si adattano alle esigenze, accolgono il progresso fatto tramite le esperienze di migliaia di ricercatori, migliorano. La scienza avanza sulla scorta dell'esperienza, la stasi non è contemplata nell'umana conoscenza. Ciò che è veramente tradizionale è questo: ricercare la verità effettuale allo scopo di migliorare noi stessi. E 'invece pedissequo tradizionalismo l'avvinghiarsi a forme esteriori e idolatrare i defunti maestri, ponendoli come entità semidivine non raggiungibili per noi poveri mortali

Muteki in qualche modo, in neretto, dice quello che dici tu.

Le MMA le ha citate come stimolo al buon senso.
infatti sono d accordo,ma nel tuo profilo leggo aikido.penso che l aikido,alla luce del grappling,assuma un senso diverso,o sbaglio?senza l esempio dei lottatori moderni certe cose sembrano una danza inattuabile,poi fai grappling,e ti accorgi che ci sono in mezzo un sacco di passaggi basilari,e non puoi fare a meno di pensare che chi ha creato l aikido,queste cose(magari non allenate come oggi)cmq le sapesse

certo che le sapeva. E faceva il SUO aikido.
Io ricerco il MIO aikido.
Non so se meglio o peggio(sicuramente peggio), ma sarà sempre il mio. Sono io che devo rendere conto per quel che faccio ricerco.
Posso usare il nome aikido , ma non mi appoggerò mai sui risultati di qualcun'altro