Dal blog di Mario Puccioni:
SFATIAMO IL MITO DEI TRADIZIONALISTI
che "CONTA L'UOMO NON L'ARTE"
Messi alle strette da anni di MMA e di buon senso, i cultori del balletto marziale (quando in buona fede) si rifugiano nelle frasi fatte. Elenchiamone alcune delle più note:
"Una volta mio cugggino ha colpito uno con la tecnica mortale e quello dopo 3 gg è morto"
"Gli sport da combattimento sono solo sport, la vera marzialità si ha nei kata e simili"
"Ok pugili e lottatori, ma in strada noi mettiamo le dita negli occhi e mozzichiamo"
"Il mio maestro ha la panza e sbuffa dopo 3 flessioni ma ha l'energia interna, lui"
"Noi non facciamo sparring perché siamo troppo mortali"
"La preparazione fisica è pletorica, conta la tecnica"
etc.etc.
Ovviamente a queste obiezioni dettate da profondi complessi d'inferiorità, pigrizia innata e manipolazione psicologica, qualunque logica voi possiate tentare di opporre è fatica sprecata, lasciate perdere. So che lì per lì vi s'infiammerà il viso e vi pruderanno le mani dalla rabbia ma siate pazienti, è la tragedia umana che avete di fronte.
Restando ad argomentare tra noi Homo Sapiens Sapiens, esseri senzienti cioè, vale la pena di sfrondare quella che è la più abile e astuta mossa difensiva dei tradizionalisti ossificati: "Conta l'uomo, non l'arte".
Siccome questa obiezione contiene una grande verità che veicola una rigorosa menzogna/trucco dialettico sopraffino, mi ci dedicherò per voi.
E' perfettamente evidente et palese che una 'tecnica' sganciata da un essere umano in carne e ossa NON esiste, così come non esiste il Comunismo o il Cattolicesimo in sé, ma solo esseri umani con nome e cognome che veicolano quelle ideologie. Pertanto è perfettamente vero che 'conta l'uomo' in quanto anche al mongoloide più mancamentato apparirà ovvio che se mettiamo davanti la Zia Assunta, presa di peso dal gerontocomio di quartiere, e il campione mondiale Hulk Bisulk di sollevamento pesi categoria ipermassimi non esiste addestramento nell'universo che possa dare la vittoria alla zietta... Dunque conta l'uomo, la scuola e le tecniche impiegate sono sovrapponibili?
Noneeeeeeeeeeeeeeeeee!! E' un semplice artifizio dilaettico, un modo furbo di mettervela-mettersela al sedere che hanno escogitato, sveglia! Presi 2 bambini, gemelli omozigoti, e chiuso uno in seminario mentre l'altro lo facciamo crescere dentro Tana delle Tigri, chi vincerà uno scontro fisico tra loro dopo X anni??
Dire che 'conta la persona' serve al martial dancer per sfuggire alla inutilità della sua pratica e rifugiarsi nuovamente nell'ovattata fantasia marziale che lo culla. E' oppio mentale, nulla di più. A ragionamenti logici si oppongono leggende e fumose genealogie, alla prova pratica il relativismo assoluto inconcludente. Noi rispondiamo che quell'uomo che deve contare sei TU, caro il nostro tradizionalista panzuto, sei te che ti devi confrontare con l'utilità della tua pratica e sei sempre te che hai -per una ragione o per un'altra- scelto lo stile che fai.
E perché lo hai scelto dunque? Perché lo difendi? Se conta solo l'uomo a che pro allenarsi e utilizzare un metodo, quando ognuno vale l'altro? Tanto il tennis o la pallammano sono la stessa cosa del Karate o simili, noooo?
No.
Conta il metodo. Il metodo è un articolato sistema che permette a una persona d'acquisire informazioni atte a risolvere un problema. E' per questo che sin da piccoli andiamo a scuola, perchè è manifesto che anche il bambino col DNA più geniale (l'"uomo" qui) senza gli sudi adeguati resterà analfabeta, superato in tutto dal più doddo dei bimbetti comuni.
Conta il COME studi, dunque. A parità di metodo verrà fuori il talento innato, ma questa è una ovvietà, my friends. E però come lo scelgo il metodo? Se fossero tutti uguali vorrebbe dire che gli uomini che li hanno creati erano perfettamente uguali tra di loro, e ciò oltre che stupido contraddice l'assunto in discussione.
Il valore di un metodo si misura dai risultati ottenuti IN PRATICA, così come si giudica migliore un medico che nella stessa sala operatoria salva il 90% dei casi medici a lui sottoposti rispetto al collega che sullo stesso tavolo ne accoppa il 70%.
Il singolo medico poi lo inseriamo nel flusso di dati riguardanti tutti quelli usciti dalla stessa facoltà o scuola, ed abbiamo un quadro abbastanza stabile. Nonostante conti sempre l'uomo, e cioè se il luminare quel singolo giorno è ubriaco ammazzerà lo sfortunato paziente, il quadro statistico è cmq riferito al metodo e non a singoli episodi, ingiudicabili.
Nessuno al mondo si farebbe mai curare da un praticone di medicina che non ha mai conseguito una laurea (metodo) e visto un paziente in carne ed ossa (risultati pratici), quindi non si capisce come mai si dovrebbe andare a imparare da praticoni marziali che non hanno mai fatto esperienza sistematica e scientifica di quel che vanno 'insegnando' ad altri. Schermarsi dietro il "conta l'uomo" è una vergognosa ritirata davanti alle legittime domande del serio appassionato, una vile e/o folle incapacità di considerare che conta SEMPRE e SOLO l'uomo, ma quell'uomo conosce un Metodo.
I metodi evolvono, mutano nel tempo e si adattano alle esigenze, accolgono il progresso fatto tramite le esperienze di migliaia di ricercatori, migliorano. La scienza avanza sulla scorta dell'esperienza, la stasi non è contemplata nell'umana conoscenza. Ciò che è veramente tradizionale è questo: ricercare la verità effettuale allo scopo di migliorare noi stessi. E 'invece pedissequo tradizionalismo l'avvinghiarsi a forme esteriori e idolatrare i defunti maestri, ponendoli come entità semidivine non raggiungibili per noi poveri mortali.
Oggi come nella Cina del 2000 a.C. nello scontro fisico si pongono situazioni identiche o quasi, ma noi possiamo godere di 4000 anni di storia e studio di essa, dunque ci poniamo 4000 passettini avanti al cinesino alto 1m. e 50 che faceva la forma di kungfu ai tempi del Diluvio Universale, seppur con rispetto parlando. Nessuno al mondo può dare per certo che il campione UFC dei mediomassimi di oggi batterebbe il cinesino, ma nessuno nemmeno lo pretende, a che pro? Ognuno ha il suo fato e se Anderson Silva scivola sulla buccia di riso e muore battendo la testa, perde dal cinesotto se è il suo destino, però a noi interessa scegliere un METODO, non infantile identificazione nell'eroe di turno, perché noi non saremo MAI lui, Silva o cinesotto che sia. Un uomo adulto smette di sognare i Supereroi Marvel e cerca la sua strada, dunque gli serve soprattutto qualcuno che gli trasmette informazioni utili, le migliori sulla piazza.
La logica e il ragionamento sensato c'impongono di rifiutare come assurdo e immotivato un metodo anti-metodico, un'accozzaglia di movimenti messì lì in base all'autorità carismatica del Maestrone di turno, un involucro senza il contenuto che ne giustifica l'esistenza: il combattimento. Superpoteri metafisici, antichi inziati atlantidei, addestramento settario, sono il contrario di un metodo e dunque il contrario di ciò che può essere giudicato con il raziocinio; si rischia di cadere in trance davanti a esecuzioni circensi ed esteicamente accattivanti, costumi esotici e misteriosi linguaggi, di essere accalappiati con la pubblictà insomma.
Davanti alla emozionata elencazione delle gigantesche abilità vantate dal tradizionalista relativamente agli antichi fondatori del suo stile e del suo attuale maestro, l'uomo veramente tradizionale devve opporre un semplice: "Cosa c'entrano gli altri, cosa c'entra cosa sa fare il tuo sensei/sifu/guru? TU perché hai la panzetta e dopo 1 minuto di sparring ne buschi più del saccone lì infondo?". L'eterno bambino si identifica nel Maestro come figura succedanea del proprio padre, e nella setta marziale di turno proietta il bisogno di appartenere la gruppo che "ha la ragione in tasca", la Chiesa; di lui si deve avere pena.
Questo sistema di non-pensiero e di plagio è alla base della maggior parte delle religioni anche laiche (es. Comunismo, Stalin) ma è del tutto agli antipodi del concetto di Tradizione, sia ribadito una volta per sempre.