Ieri ho partecipato al raduno organizzato da Madhatter, Mazzate Tribali. Non mi dilungo sulla bella esperienza perchè se ne è già parlato
nel thread apposito. Mi voglio soffermare invece su uno dei tanti spunti di riflessione stimolati dal raduno.
Nella seconda metà della mattinata Xjej ci ha deliziati con una breve ma densa lezione sul double leg takedown (o morotegari), in cui posso dire di aver visto e provato davvero molte cose interessanti, e sebbene io rimanga un principiante nella lotta, ho imparato molto.
Io e Wa No Seishin eravamo in coppia e provavamo alternandoci. Ad un certo punto, quasi per caso, ci siamo accorti che certe volte il suo double leg mi faceva volare, altre volte era decisamente meno efficace e io riuscivo a mantenere la posizione. Vero che peso 20 kg di più, ma non è questo il motivo, perchè altrimenti sarebbe sempre stato inefficace, io peso sempre 100 e lui sempre 80.
Il motivo, invece, era la mia guardia, quando mi posizionavo in un kamae più tipicamente Shotokan (ormai passo da questa a quella più corta e viceversa senza pensarci nemmeno). Xjej ha confermato che una posizione più ampia ed un baricentro più basso rende più complesso effettuare una proiezione, e ha fatto esplicito riferimento alla posizione che assumono i lottatori.
Bene, tutto questo secondo me getta una nuova luce sulla tanto bistrattata posizione di guardia dello Shotokan e dell'elaborazione ad opera di Gigo Funakoshi, personaggio così spesso indicato come una catastrofe nel mondo del Karate. In nessuna scuola di Karate è mai stato posto l'accento sulle posizioni lunghe e in effetti da quando frequento il (i) forum, avendo visto cascate di strali abbattersi su Gigo, mi sono interrogato anch'io al riguardo
Possibile che un karateka ricordato con riverenza anche dal compianto Kase fosse in realtà un pezzo di scemo?
Un primo pezzo della risposta mi è arrivato quando il mio sensei Bruno e Luca Bagnoli mi hanno mostrato un video di un incontro di Jissen Karate a mani nude e con pugni al viso. Per chi non l'avesse letto consiglio di guardare
qui.
Ma ieri si è aggiunto un altro pezzo del puzzle.
Mi viene da pensare che in Giappone, quando è nato lo Shotokan, si stava diffondendo lo Judo, forma di lotta probabilmente più evoluta di quelle presenti nel circondario, sia in Cina che ad Okinawa (infatti si è sviluppata ancora fino ad avere dei suoi esponenti nelle MMA, mentre le altre della zona si sono praticamente estinte).
Sappiamo tutti che Funakoshi Gigo non era amante della corta distanza e della lotta, e a questo punto niente mi impedisce di supporre che le posizioni da lui elaborate (magari anche esagerate un po', vista la sua particolare condizione, e smussate poi dai successori) possano essere nate
anche dall'esigenza di prevedere che ci si trovi davanti un lottatore (un
buon lottatore...). Tutto questo assume senso anche in virtù anche del fatto che Judo e Karate non erano in mondi paralleli ma si stavano sviluppando nello stesso territorio e che quindi i contatti fossero inevitabili, a partire dalla prima dimostrazione di Funakoshi Gichin in Giappone.
Non dico che la posizione lunga sia
sempre vantaggiosa; a media distanza contro un buono striker che sa usare i calci è un suicidio, e perfino il grande Machida sta pagando la sua poca duttilità in questo senso. Tuttavia la una posizione lunga permette rapidità e grande portata sulla lunga distanza, in modo molto simile a quanto accade per la scherma.
Non dico nemmeno che la posizione lunga sia una sorta di "antigrappling" (
) definitivo, perchè è naturale che un lottatore esperto, come ogni esperto, abbia nel suo arsenale le contromisure per le contromisure. Tuttavia abbassare il centro di gravità (soprattutto sochin dachi e shiko dachi) può contribuire a guadagnare secondi preziosi per impostare una difesa, che ovviamente non si deve limitare a questo, ma che ne può beneficiare, anche solo per avere il tempo di trovare una posizione più stabile e portare un pugno senza essere travolti.
Un ultima nota, posso garantire che non basta fare vasche di ido geiko in zenkutsu dachi per ottenere quel tipo di equilibrio. Bisogna avere molta sensibilità e procedere nello studio delle posizioni in modo che da semplici canoni statici diventino vive, e che si riesca a gestire l'equilibrio in dinamicità. Cosa tutt'altro che facile.
Ma nulla toglie, a questo punto, che c'è più di una situazione in cui una posizione lunga e bassa (nei limiti, naturalmente) abbia un'utilità in sè e non solo didattica.