Mi è capitato fra le mani un articolo che potrebbe essere interessante, La reazione del corpo allo stress estremo di R. Shillingford.
Sperando di farvi cosa gradita ve lo ripropongo condensato in quello che può essere pertinente alla DP:
Una delle sfide più importanti di qualsiasi programma di preparazione al combattimento (leggasi anche DP) consiste nel dare al praticante la forza mentale per affrontare l'acuto trauma che spesso accompagna una reale situazione di minaccia per la sua vita.
Tutti gli esseri umani nascono con il meccanismo del "combatti o fuggi", la capacità reattiva di modificare lo stato muscolare, ormonale e mentale, in condizioni di stress estremo, che ci consente di agire a una minaccia con una forza fisica maggiore del normale.
SI tratta in effetti di un meccanismo noto già nell'antichità e risalente alla preistoria, quando gli uomini dovevano affrontare ogni giorno la morte e il pericolo.
Nella società moderna non siamo più abituati a tali minacce; di conseguenza, quando veniamo posti in una situazione di stress estremo, i cambiamenti biologici che si verificano possono effettivamente privarci dell'iniziativa fisica, piuttosto che favorirla.
Quando ci troviamo in una situazione traumatica (che i medici definiscono stressor), l'ipotalamo cerebrale si attiva rapidamente e innesca una serie di reazione ormonali che portano alla liberazione nel flusso sanguigno di adrenalina e noradrenalina dal midollo surrenale.
Ciò produce un incremento nella respirazione, nel ritmo cardiaco e nella pressione arteriosa, richiamando sangue dai vasi periferici e dal cervello che viene veicolato verso i muscoli per aumentarne la riserva di zucchero e di ossigeno; a innescare questo processo contribuisce anche il fegato, che comincia a liberare il glucosio immagazzinato.
In seguito a questa reazione iniziale allo shock, il corpo cerca di stabilizzarsi adattandosi alla situazione e i livelli surrenali tendono a tornare normali, anche se gli stimoli nell'individuo rimangono invariati.
L'effetto psicologico della reazione allo stress può rilevarsi estremamente debilitante o potenziante.
Con il sangue incanalato verso i muscoli, esiste il pericolo di shock e paralisi mentale a causa delle sensazioni poco familiari che hanno luogo nel corpo: in questo momento possono subentrare confusione, ansia e debolezza fisica, e invece di acquisire una forza maggiore, l'individuo può psicologicamente ritrarsi dallo stressor, perdendo di conseguenza il contatto con la realtà della situazione.
Nell'addestramento allo scontro fisico andrebbero inseriti elementi di pericolo abbastanza reali (o quanto meno realistici) da provocare la reazione surrenale allo stress.
Man mano che il praticante si abitua a lottare in queste condizioni, la possibilità di lasciarsi paralizzare da una situazione che minaccia la sua vita si ridurrà notevolmente.
è questo un po' il succo di tanti esercizi sotto stress in palestra.
che ne pensate? vi allenate mai in modo da ricreare queste sensazioni?