Il Judo tradizionale comprende anche molte tecniche di Atemì, che purtroppo le palestre agonistiche spesso trascurano, ma che fanno parte del suo bagaglio marziale.
Nel randori lo striking è vietato, ma nei katà e nelle applicazioni autodifensive esistono i colpi ed in teoria andrebbero allenati. Questa, del resto, era la versione dello stesso Kano, che si approccio al Ju Jitsu come uno striker più che altro e poi passò al Kito Ryu che gli fece apprezzare le proiezioni. Kano voleva un Judo dinamico, fatto di colpi e proiezioni per strada, per potere affrontare anche più avversari, per questo non apprezzava eccessivamente la lotta a terra ed avversava l'eccessiva sportivizzazione del metodo.
Questi maestri est europei stanno facendo il loro percorso cercando di recuperare lo spirito Kodokan, lo stile di Kano, anche se questa è la "loro visione".
Altri, anche in Italia, con lo stesso fine ottengono risultati un po' diversi nella loro ricerca.
Ma da quello che sto riuscendo a capire, leggendo qua e la, la situazione è sempre stata così, il patrimonio tecnico è molto vasto e fin da tempi risalenti ogni maestro diversificava l'insegnamento, a maggior ragione delle tecniche poco o meno codificate come quelle di percussione.
Per correttezza, poi, bisogna dire che il Judo tradizionale non è solo il Kodokan, anche il Kosen lo è, o il Butokukai ed in tutti si vedono le percussioni, almeno nei katà.
Gli atemì spariscono solo nell'esasperato agonismo....