Saró deludente.
Le AM tradizionali che ho (intra)visto avevano sostanzialmente una strategia comune e basale di risposta a qualunque situazione:il ritorno ad una reazione animale e spontanea di difesa a qualunque assalto.
Come raggiungere quest'obbiettivo forgia le "differenze"di stile;ma strucca-strucca tolti gli orpelli,si punta a quello.
La pratica atletica,ha un approcio più pragmaticamente immediato e specializzato:la costruzione di un corpo specializzato ad un tipo di confronto....da un certo livello di allenamento in poi,la fisicità costruita dal atletismo professionistico crea un divario tale con i comuni mortali,da far si che un buon pugile,lottatore o quant'altro diventa automaticamente potenzialmente assai efficacie anche nel contesto non codificato della strada.
Paradosso odierno è quello che vede i tradizionalisti mediamente assai meno efficaci degli sportivi;da parte mia sostengo che le AM odierne comunemente divulgate hanno perso scopi e metodiche per raggiungere la millantata "efficacia reale".
La "cattiveria"....mah....non sono sicuro sia quella la qualità necessaria.
Diciamo che,più adatto al mio modo di pensare,preferisco parlare di ferrea determinazione.
Che può originare:da un "buon motivo"per il quale combattere/sopravvivere,da un intenso desiderio di vendetta,da un freddo calcolo personale,da un raptus di sfrenata violenza,etc etc.
Chissà se mi sono spiegato...
e' il tipo di interventi che auspicavo e che mi aspettavo da persone costruttive.altro che delusione!
sono d accordo,partendo da quanto hai detto, quindi, che qualunque studio debba cominciare sempre dall educazione dell istinto.educazione intesa nella sua accezione etimologica.riscoprire dunque cio' che si ha,e in definitiva,cio' che si e'.il famoso CONOSCI TE STESSO delfico.
non necessariamente penso che questo si debba tradurre in un corpo debole,se non perche' in una societa' odierna la mente viene premiata piu' del corpo(sport e veline a parte,naturalmente).
Le arti marziali tradizionali si propongono proprio l'unita' degli opposti,dove il binomio corpo-mente solo inizialmente e' tale,e dove per mente non si intende la parte di noi preposta alla facolta' di ragionare,di elaborare pensieri di minore o maggiore complessita',ma la parte inconscia di noi stessi,onde conoscerla e integrarla in ogni nostro gesto(non si puo' essere animali marziali solo per le 2 ore del corso,ma in un certo senso lo si e' sempre,proprio perche' uno scopo del genere ha senso solo se permanente,e se dunque si tratta di uno stato ordinario e non straordinario dell' IO).
Per poterlo fare, il piccolo io fatto di pensieri e di meschinita' personali deve essere dunque,in molti casi()non sempre,essere messo da parte.Non sempre perche' il nostro cervello razionale esiste perche' ci da certe altre possibilita',compresa quella,alle volte,di farci comprendere che abbiamo bisogno di scendere piu' in profondita dentro noi stessi.In qualche modo e' il nostro Virgilio interiore,che ci porta a scendere nelle profondita' di noi stessi,anche se questo in se' e per se' non ci garantisce il raggiungimento del cosiddetto stato di grazia.
Tornando a noi,il cervello,come spettatore esterno di tutto questo(il cervello non e' il nostro vero io,anche se fisicamente e' parte di noi entita' fisica,ma e' la parte del corpo inteso come meccanismo,che lo concepisce,e' in grado anche di "disegnare",una volta capito il processo,come meglio posso sfruttare la parte inconscia,e di disegnare i drill nel quale il mio rettile? interiore fara' esperienza migliore possibile di se' stesso).
La mia idea e' che non sempre i gesti delle arti classiche sono diversi da quelle sportive.Tuttavia potrebbero essere diverse,dipendendo dal grado di approfondimento di se stesso raggiunti,le motivazioni interiori del gesto.Il che non e' precluso neppure agli sportivi,anzi...potenzialmente lo possono dimostrare piu' dei classicisti.E secondo me e' cio' che fa la differenza,nello sport,tra un vero campione,e un ottimo atleta.Il problema e' che secondo me si e' confuso l' efficacia reale con la pura performance tecnica,in cui gli sportivi di base sono gia' superiori e anche meglio allenati,gia' a bassi livelli!Efficacia reale non deve essere un termine che si riferisce alle tecniche,ma a una migliore comprensione si se stessi,a una comprensione reale di se' che permette di essere l' uomo reale taoista.La tecnica fine a se' stessa non esiste nelle arti orientali:lo studio delle tecniche serve soprattutto per intraprendere uno studio autoconoscitivo,che ci permette di esperire l'autorealizzazione come essere umano integrato.Questo tipo di essere umano,questo uomo reale,e' gia' di per se' realmente efficace!Ma la tecnica gli e' servita principalmente per conoscersi!E per conoscersi nell' azione furibonda(rettile),e non nella contemplazione(mammifera)!
Dunque le motivazioni,l'aspetto interno e piu' Yin dell'arte marziale,direi che e' fondamentale,soprattutto nelle arti di origine orientale.Ma forse anche per molti nostri antenati marziali potrebbe essere stato lo stesso.
Ora molte delle arti orientali spingono a mantenere la calma nel centro dell' azione,come se questa efficacia,efficacia della persona integrata,e questa sua capacita' di rispecchiare i movimenti(anche interni) come la luna che si riflette nelle aque calme dello stagno di Hiroshima,deriva da uno stato di calma determinazione,non di collera o di voglia di sopraffazione.E' proprio per questa loro qualita' che le arti marziali sono state trasformate,in tempi di pace,in BUDO.Per via di questa capacita' "educativa".
Questa e' una delle possibili visioni naturalmente,ma influenza anche il mio modo di allenarmi.Se dunque per arte marziale intendo il modo di difendersi e di preservare la propria vita, piuttosto che abbattere differenti avversari(compreso il possibile avversario sul ring),allora il mio allenamento cerchera' di essere conseguente,ma non necessariamente almeno in apparenza,differente a tutti i costi da quello dello sportivo,che per tanti versi,ha molto da insegnarci!
Di base dobbiamo dunque capire da quali motivazioni nasce la voglia di combattere e su quale piano si esplica,per capire cosa dobbiamo studiare:
1)vogliamo essere forti aumentando il nostro ego?
2)vogliamo essere reali diminuendo il nostro ego?
Mi rendo conto che di base un giudizio gia' c e',da parte mia.Ma a ben vedere non e' un giudizio,ma e' solo la scelta mia personale!