Visioni diverse della pratica (e non solo)

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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Visioni diverse della pratica (e non solo)
« on: February 11, 2011, 09:26:31 am »
0
Leggendo questo intervento https://www.artistimarziali.org/forum/index.php?topic=6130.msg149785#msg149785 mi è venuto in mente questa citazione  "Non voglio sentirmi intelligente guardando dei cretini, voglio sentirmi cretino guardando persone eccellenti"  (Battiato se non erro..).
Io trovo molto stimolante trovarmi in un gruppo in cui sono a livello basso (nel mio caso è la norma  :-[ ma insomma il concetto è quello..) perchè mi piace la sensazione di avere un sacco di concetti da imparare e metabolizzare.
Mi chiedo se con la progressione della pratica si perda questo aspetto/desiderio o se rimanga una costante..
« Last Edit: February 11, 2011, 09:28:03 am by giorgia (Zia Illusa) »
I requisiti per una discussione sono onestà intellettuale e una mente aperta, senza questi nessun confronto è possibile

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Offline Darth Dorgius

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Re:Visioni diverse della pratica (e non solo)
« Reply #1 on: February 11, 2011, 09:32:51 am »
+4
Io sento che, più avanzo con la pratica, "meno" sono le cose di cui sono "sicuro"...

Quindi la sensazione di aver da apprendere da quelli che mi circondano è quella che più mi fa sentire a mio agio - ed è quella che ricerco maggiormente. :)
Cittadino del Territorio Libero di Trieste.

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marco

Re:Visioni diverse della pratica (e non solo)
« Reply #2 on: February 11, 2011, 09:42:43 am »
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Io sento che, più avanzo con la pratica, "meno" sono le cose di cui sono "sicuro"...

Quindi la sensazione di aver da apprendere da quelli che mi circondano è quella che più mi fa sentire a mio agio - ed è quella che ricerco maggiormente. :)

Non avrei potuto scriverlo meglio.

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Offline Ethan

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Re:Visioni diverse della pratica (e non solo)
« Reply #3 on: February 11, 2011, 09:46:56 am »
0
Credo che la curiosità e il desiderio d'imparare siano una costante.
I dubbi aumentano o forse si amplifica la percezione di aspetti che prima s'ignoravano o erano marginali.
Allo stesso tempo cambia il modo di "vedere" gli altri e la salita diventa sempre più ripida.
Forse non ci si accontenta più della prima cosa che ti mettono davanti,si diventa più esigenti



 
« Last Edit: February 11, 2011, 10:15:15 am by ἥρως البطل גיבור »

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Offline The Spartan

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Re:Visioni diverse della pratica (e non solo)
« Reply #4 on: February 11, 2011, 10:12:58 am »
0
Sui dubbi nn so, ma per il resto la ricerca di una "non confort zone" per la mia pratica è una costante.
YOU WANT SOME?COME GET SOME!
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Offline Gelo - Killer Whale is back!

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Re:Visioni diverse della pratica (e non solo)
« Reply #5 on: February 11, 2011, 10:17:54 am »
0
Io posso solo citare un racconto di Camillieri (con l'onnipresente Commissario Montalbano): "Sostiene Pessoa"

In questo racconto, Montalbano spiega di aver letto un giallo scritto da Pessoa dove fà un discorso del tipo: C'è un morto nel fosso.
Pessoa sostiene che il morto è nel fosso e quello è l'unico fatto certo. Il resto sono visioni, deduzioni o illazioni.
Non avere timore, innanzi ai tuoni nemici.
Sii impavido e retto, cossichè Dio possa amarti.
Dì sempre il vero, anche se ti conduce alla morte.
Salvaguardia gli indifesi e non fare torti.
E' il tuo giuramento!
(schiaffo)
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Sorga un cavaliere.

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Offline Giannizzero Wolf

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Re:Visioni diverse della pratica (e non solo)
« Reply #6 on: February 11, 2011, 10:23:06 am »
0
IMHO
ad inizio pratica gli stimoli li si trova in tutto, è tutto nuovo
tecnica, approccio, adattamento e le persone

man mano che si progredirà nella pratica cambieranno le priorità:
la prima cosa a "valer meno" sarà la tecnica
approccio ed adattamento avranno spesso una ruolo importante nello stimolo
ma l'unica cosa che rimarrà, sempre, come stimolo alla crescita saranno le persone e non è detto che pratichino la tua stessa disciplina

Non esistono problemi; ci sono soltanto soluzioni.


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Offline Shurei-Kan

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Re:Visioni diverse della pratica (e non solo)
« Reply #7 on: February 11, 2011, 14:44:32 pm »
0
Io sento che, più avanzo con la pratica, "meno" sono le cose di cui sono "sicuro"...

Quindi la sensazione di aver da apprendere da quelli che mi circondano è quella che più mi fa sentire a mio agio - ed è quella che ricerco maggiormente. :)

Un SUPERMEGAGALATTICO QUOTE!  :)


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Offline Paguro49

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Re:Visioni diverse della pratica (e non solo)
« Reply #8 on: February 11, 2011, 15:39:00 pm »
0
Leggendo questo intervento https://www.artistimarziali.org/forum/index.php?topic=6130.msg149785#msg149785 mi è venuto in mente questa citazione  "Non voglio sentirmi intelligente guardando dei cretini, voglio sentirmi cretino guardando persone eccellenti"  (Battiato se non erro..).
Io trovo molto stimolante trovarmi in un gruppo in cui sono a livello basso (nel mio caso è la norma  :-[ ma insomma il concetto è quello..) perchè mi piace la sensazione di avere un sacco di concetti da imparare e metabolizzare.
Mi chiedo se con la progressione della pratica si perda questo aspetto/desiderio o se rimanga una costante..
Per quello che mi riguarda, il desiderio, la curiosità, la voglia e il bisogno di imparare, non sono affatto rimaste le stesse......sono cresciute parecchio e non cessano di crescere.
Nel contempo, rispetto ai primi anni, ho trovato alcune risposte soddisfacenti (che spesso generano nuove domande però) mi si sono formate delle convinzioni forti, ho acquisito dei perchè alla pratica, tutte cose che fan parte dell'esperienza.
Ma la cosa più bella per me, è che non ho più, ormai da anni, menate sull'utilità o meno di una tecnica o di una posizione, quando non capisco mi ci incaponisco per capire a ogni costo.
In ogni caso, l'allievo è rimasto vivissimo, non solo con maestri più esperti di me, anche con praticanti di minore esperienza e con allievi alle prime armi, la bellezza di imparare è davvero in tutti e questo a 25 anni mi era del tutto ignoto.
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita

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Offline Il Tano

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Re:Visioni diverse della pratica (e non solo)
« Reply #9 on: February 11, 2011, 15:55:00 pm »
0
Ciao a tutti!
Io applico questo "principio" in ogni campo della mia vita:

Nella pratica sportiva, nel lavoro, come persona, qualunque sia la tua "evoluzione", incontrerai sempre qualcuno che ti "supera" o che é peggiore di te, in uno o piú aspetti.

Per me...
Prendere come riferimento per giudicare se stessi le debolezze (o i difetti) degli altri, vuol dire creare false sicurezze e non crescere.
Prendere come riferimento per giudicare se stessi i punti di forza (o i pregi), vuol dire mettere in discussione le proprie certezze e crescere sempre.

In realtá il processo non é per niente facile...

... E' necessaria una grande capacitá di autocritica e onestá intelletuale, per giudicarsi in un modo oggettivo.
... Bisogna trovare anche un equilibrio, per non eccedere nella fiducia o nella sfiducia nei propri mezzi e in quello che "si é" (sicurezza/insicurezza).
... E' faticoso e a volte doloroso, mettersi continuamente in discussione.

Peró é l'unico modo che conosco, per conoscermi e crescere come persona.

Un saluto!
Federico
« Last Edit: February 11, 2011, 15:58:45 pm by roroarro »


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Offline Tran Hung Dao

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Re:Visioni diverse della pratica (e non solo)
« Reply #10 on: February 12, 2011, 15:08:20 pm »
0
Quote
Non voglio sentirmi intelligente guardando dei cretini, voglio sentirmi cretino guardando persone eccellenti

Nn sono d'accordissimo con la frase applicata nella pratica..in realtà, lo sono con la prima parte ma allo stesso tempo nn con la seconda..un po eccessiva..

STAQUOTO DORJE..
Io sento che, più avanzo con la pratica, "meno" sono le cose di cui sono "sicuro"...

Quindi la sensazione di aver da apprendere da quelli che mi circondano è quella che più mi fa sentire a mio agio - ed è quella che ricerco maggiormente. :)

Credo che sia esattamente la senzazione di quando si va avanti.

Quello che Giorgia scrive alla fine lo si proverà sempre, almeno io credo.
L'avanzare nella pratica continua a darti materiale ed argomenti da studiare che ti fanno restare un principiante..e questo credo sia il bello di continuare a praticare, avere sempre qualcosa sulla quale nn ti senti sicuro e senti il bisogno di approfondire.

Io nn mi sento "superiore" a miei allievi..sono solo il loro insegnante con ovviamente una maggior esperienza..ma nn voglio dire una cosa retorica, ma credo che anche se da una posizione differente i propri allievi insegnino sempre qlcs al loro insegnante..io insegno a loro, ma io apprendo sempre qlcs di più ogni lezione che tengo..

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Offline Prototype 0

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Re:Visioni diverse della pratica (e non solo)
« Reply #11 on: February 12, 2011, 15:23:35 pm »
0
Bah...in qualunque ambito... più imparo, più vedo nuovi bivi conoscitivi, più mi sento merdina, più vedo il mondo circostante come tazza del cesso in cui galleggio, più vorrei tornare indietro e crescere truzzo e italidiota come tanti altri per campare più spensierato...

Tutto Torna

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Offline TAI-GA

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Re:Visioni diverse della pratica (e non solo)
« Reply #12 on: February 12, 2011, 16:21:18 pm »
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.......  "Non voglio sentirmi intelligente guardando dei cretini, voglio sentirmi cretino guardando persone eccellenti" .......

parafrasando in termini marziali si potrebbe dire:
"se ho bisogno di gonfiare po' l'ego vado da quelli del taicci"  :D

scusate OT, ma calza perfettamente