kenpo j.

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Re:kenpo j.
« Reply #195 on: March 29, 2011, 14:41:12 pm »
0
è cosa frequente sentir dire da un marzialista "non so come ho fatto"...
Ma è o non è una cosa positiva?
secondo me è positivo.
Secondo me, naturalmente.
Quel "non so come ho fatto", in molti casi, segna un momento di passaggio, una presa di coscienza.
Almeno per me è stato così, più o meno quando Manzoni terminava i promessi sposi, ha iniziato a capitarmi questo genere di cose, di fatto mi sono reso conto che, la mia testa, i miei pensieri, le fantasie, i ragionamenti, i dubbi e quant'altro, erano il vero grosso ostacolo alla mia crescita, perchè messo sotto stress, scoprivo che il mio corpo, quella roba li che ancora valutavo ridicola, impossibile, inapplicabile, l'aveva imparata da un pezzo ed era perfettamente in grado di applicarla se la testa non rompeva le palle.
Li ho iniziato a rendermi conto che, combattere è quella roba che accade quando ragionare ha fallito, non sono calati i dubbi, ma sono di molto diminuite le preoccupazioni e le menate, mentre aumentava la consapevolezza che, prima o poi, dai che ti ridai, avrei finito per farla anche io quella cosa la.
« Last Edit: March 29, 2011, 14:44:28 pm by Ronin44 »
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Re:kenpo j.
« Reply #196 on: March 29, 2011, 14:49:43 pm »
0
senza contare che fa molto figo dire:

"eh..cosa vuoi mai...mi hanno attaccato in 10/15...
non so come ho fatto...poi erano tutti a terra sanguinanti..."  :D :D

no dai...a parte tutto...

quando si passa talmente tanto tempo ad istintivizzare una cosa,ci mancherebbe pure che non salti fuori al momento del bisogno...
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Re:kenpo j.
« Reply #197 on: March 29, 2011, 15:00:20 pm »
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MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMM!!!!!!!!!!!!!!!!! Qui la cosa si complica. Istinto si o istinto no? Ragionare o lasciare che il corpo assieme all'adrenalina facciano tutto? Non posso permettermelo perchè sono  :blue:, però quando si parla di difesa della propria ed altrui vita................................. :ricktaylor: :swat:

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Re:kenpo j.
« Reply #198 on: March 29, 2011, 15:07:44 pm »
0
MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMM!!!!!!!!!!!!!!!!! Qui la cosa si complica. Istinto si o istinto no? Ragionare o lasciare che il corpo assieme all'adrenalina facciano tutto? Non posso permettermelo perchè sono  :blue:, però quando si parla di difesa della propria ed altrui vita................................. :ricktaylor: :swat:

mi spiego meglio..

SE hai il tempo per ragionare,lo scontro è comunque un'errore perchè col ragionamento poteva essere evitato o comunque sviato.

SE invece non hai nè il tempo nè la possibilità di sfuggire allo scontro,allora dovrai sperare che il tuo corpo (ed il tuo cervello,anche se non te ne rendi conto) sia pronto al da farsi.

come ho già detto:

L'arte marziale praticata oggi è arte e non difesa personale;
La difesa può essere data dall'arte rivisitata nel contesto (...questo è il vero concetto di adattabilità, non solo tecnica...);
Si studia l'Arte e ci si prepara a sviluppare una capacità di adattamento che creerà la nostra vera difesa;
Non c'è pratica e lotta che simuli lo scontro, ma ci si può preparare ad affrontare la modifica della situazione;
Non si "prova" a combattere, ci si "prepara" a dominare il proprio corpo, mente, emozioni ed abilità;

e perla delle perle...

L'adattabilità, la reazione, la percezione di sè e dell'avversario, studiate a fondo preparano ad affrontare la rottura dell' "omeostasi", ed il desiderio di riacquisizione degli equilibri con una buona preparazione aiutano trovare istintivamente il modo
di riportarli.... ;)
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Re:kenpo j.
« Reply #199 on: March 29, 2011, 15:14:20 pm »
0
Tempo fa, con Ryujin, Uechi e altri ragazzacci, ci troviamo vicino a Milano, nel Dojo di Moai, per il secondo dei tre ritrovi attualmente in archivio.
Il buon Moai (eccellente karateka) mette a disposizione il posto, io vengo invitato a tenere lezione per un paio d'ore (anche Ryujin e Uechi hanno tenuto una loro lezione) e mi dedico a strategia del combattimento, Tai Sabaki, proiezioni e alcuni concetti.
Insisto sul fatto che non conti l'essere uno contro uno o contro molti, anche nell'uno contro uno, se mi muovo come fossero in quattro, avrò più probabilità di gestire e dominare l'avversario rispetto a quanto accadrebbe concentrandomi su di lui e riducendo di conseguenza l'ampiezza del mio campo d'azione.
Siccome detesto quelli bravi a dire e a far fare, alla fine delle due ore, dopo un pò di gioco, mi sono messo in mezzo a quattro uke, (con il ghigno assassino di Uechi e Ryujin che pregustavano l'esecuzione) proprio per rimarcare quanto avevo affermato facendolo in prima persona.
In linea di massima ho badato a non essere chiuso e colpito, ma non è di questa o quella tecnica che voglio dire, il fatto è che ad un certo punto, commetto un errore e indietreggio anzichè uscire di lato o in avanti,  inciampo e cado, mentre cado Ryujin e Uechi mi caricano.
Io ricordo il momento in cui da inginocchiato mi lancio sulle gambe di Ryujin che sopraggiunge, ma le foto fatte da sua moglie mostravano il momento prima, io a terra di schiena che calcio i gioielli di famiglia di Uechi (che salta per evitare il calcio), dopo di che (pare) faccio Ushiro Ukemi e mi ritrovo inginocchiato, li dove ripartono i ricordi.
Quella tecnica li, quel calcio, a mio avviso vale più di tutte le altre belle tecniche portate prima e dopo, perchè era una situazione critica, di forte stress, ero nei guai e non è il calcio del Maestro Luca, non quello del praticante Luca......era il calcio di Luca combattente, più vero di tutto il resto.
Per quello rimane l'attimo che preferisco in quelle due ore.

P.S. X 360°
Il momento in cui si può gestire l'istinto, l'adrenalina, lucidamente.....si chiama "illuminazione" ed è un traguardo.
« Last Edit: March 29, 2011, 15:16:34 pm by Ronin44 »
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Re:kenpo j.
« Reply #200 on: March 29, 2011, 15:34:13 pm »
0
Sto riflettendo sugli ultimi due interventie mi viene in mente il mio solito dilemma! Se fossi ancora nei Parà, ragionerei sull'attacco per eliminare uno o più avversari e quindi l'importante sarebbe solo l'efficacia della furia omicida. Ma sono un tutore dell'ordine e quindi devo saper gestire emozioni e gesti. Devo capire bene cosa volere. Che caos.

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Re:kenpo j.
« Reply #201 on: March 29, 2011, 15:42:56 pm »
0
Sto riflettendo sugli ultimi due interventie mi viene in mente il mio solito dilemma! Se fossi ancora nei Parà, ragionerei sull'attacco per eliminare uno o più avversari e quindi l'importante sarebbe solo l'efficacia della furia omicida. Ma sono un tutore dell'ordine e quindi devo saper gestire emozioni e gesti. Devo capire bene cosa volere. Che caos.
In questo caso, le cose determinanti sono due più che tutte le altre.
Da una parte occorre conoscere bene l'aspetto più distruttivo e lesivo delle varie tecniche, anche le più "dolci" sono una "scelta" mutuata da volontà/conoscenza, ma scaturiscono da qualcosa di decisamente cruento, come in Aikido, dove moltissime tecniche morbide, atte a offrire una chance all'avversario, nascono da tecniche di Dayto Ryu atte a rompere l'avversario.
Conoscere il peggio di ogni gesto è ciò che ti consente di poter decidere per il meglio, se invece non conosci il peggio, la tua non è più una scelta, è una condizione, quindi sei a rischio di incappare in un "peggio" che non conosci e non puoi gestire.
Dall'altra parte, fossi in te, opterei per tutta la parte elusiva, il Tai Sabaki e gli aspetti del corpo a corpo più che ai colpi, perchè il tuo scopo è dissuadere e neutralizzare, non danneggiare o ledere.
In ogni caso, non c'è una gran differenza rispetto alla situazione Parà, nel senso che l'abitudine conta moltissimo, a furia di fare determinate cose in determinate condizioni, la confidenza con quella situazione farà crescere la lucidità con cui la affronti.
Un pò come il primo e il centesimo tuffo.....se sul primo strizzi gli occhi e tappi il naso, sul centesimo ti godi il volo, l'impatto con l'acqua, l'immersione e tutto il resto.
« Last Edit: March 29, 2011, 15:44:57 pm by Ronin44 »
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Re:kenpo j.
« Reply #202 on: March 29, 2011, 16:02:06 pm »
0
Tempo fa, con Ryujin, Uechi e altri ragazzacci, ci troviamo vicino a Milano, nel Dojo di Moai, per il secondo dei tre ritrovi attualmente in archivio.
Il buon Moai (eccellente karateka) mette a disposizione il posto, io vengo invitato a tenere lezione per un paio d'ore (anche Ryujin e Uechi hanno tenuto una loro lezione) e mi dedico a strategia del combattimento, Tai Sabaki, proiezioni e alcuni concetti.

sisi,vi immagino,gruppetto di tamarri pelati con il gi senza maniche tipo Ryu di street fighter e con le nere sdrucite da centinaia d'anni di pratica  :P


Insisto sul fatto che non conti l'essere uno contro uno o contro molti, anche nell'uno contro uno, se mi muovo come fossero in quattro, avrò più probabilità di gestire e dominare l'avversario rispetto a quanto accadrebbe concentrandomi su di lui e riducendo di conseguenza l'ampiezza del mio campo d'azione.

da buon aikidoka...io non ho ancora capito se questo concetto mi è chiaro...dovrei vedere cosa intendi..


Siccome detesto quelli bravi a dire e a far fare, alla fine delle due ore, dopo un pò di gioco, mi sono messo in mezzo a quattro uke, (con il ghigno assassino di Uechi e Ryujin che pregustavano l'esecuzione) proprio per rimarcare quanto avevo affermato facendolo in prima persona.

io vi conosco solo per via forum..ma in mezzo a quel gruppetto non mi ci metterei... :hakama:


In linea di massima ho badato a non essere chiuso e colpito, ma non è di questa o quella tecnica che voglio dire, il fatto è che ad un certo punto, commetto un errore e indietreggio anzichè uscire di lato o in avanti,  inciampo e cado, mentre cado Ryujin e Uechi mi caricano.
Io ricordo il momento in cui da inginocchiato mi lancio sulle gambe di Ryujin che sopraggiunge, ma le foto fatte da sua moglie mostravano il momento prima, io a terra di schiena che calcio i gioielli di famiglia di Uechi (che salta per evitare il calcio), dopo di che (pare) faccio Ushiro Ukemi e mi ritrovo inginocchiato, li dove ripartono i ricordi.

quindi,come si è parlato altre volte,è importantissimo il lavoro sotto stress!!  :thsit:


Quella tecnica li, quel calcio, a mio avviso vale più di tutte le altre belle tecniche portate prima e dopo, perchè era una situazione critica, di forte stress, ero nei guai e non è il calcio del Maestro Luca, non quello del praticante Luca......era il calcio di Luca combattente, più vero di tutto il resto.
Per quello rimane l'attimo che preferisco in quelle due ore.

ti capisco,sono le cose che danno soddisfazione..quando se ne esce una tecnica che magari si pensava solo "da studio"...magia....bellissimo...

P.S. X 360°
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Re:kenpo j.
« Reply #203 on: March 29, 2011, 17:16:19 pm »
+1
Sulla questione 1 vs 1 = 1 vs molti, prova a fare una cosa quando sei in Dojo.
Visto che sei bravo (ho visto i tuoi video quindi non scappi) prova a assumere un diverso atteggiamento durante l'esecuzione.
Prima esegui come fai sempre, porti la tecnica e mandi a terra Uke, poi rifai la stessa identica cosa, stessi movimenti e stessa tecnica, solo che metti, davanti a te e alle spalle di ukem a circa tre metri, un'altro ragazzo, fermo li, tu parti ma non più con l'intento di portare la tecnica a Uke, il tuo scopo è andare a stringere la mano all'altro, però facendo gli stessi identici gesti di prima, solo con tutta l'attenzione rivolta all'altro.
Verdai che su Uke, i tuoi movimenti saranno più fluidi, immediati, efficaci e rapidi, tu ti ritroverai fuori da un suo eventuale contrattacco, i posizione privilegiata per portare una seconda tecnica, o al secondo Uke, oppure (se il secondo non esiste) di nuovo a lui.
Disinteressati di Uke, mantieni l'attenzione ampia, al contesto generale, partendo dal focalizzare su un prossimo eventuale Uke, reale o no che sia, fino a quando non riesci a mantenere la concentrazione sul contesto e non più sul particolare.
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Re:kenpo j.
« Reply #204 on: March 30, 2011, 01:59:50 am »
0
Non so se l'ho afferrata bene sta storia! Ma sembra interessante!  :hakama:


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Fanchinna

Re:kenpo j.
« Reply #205 on: March 30, 2011, 08:18:42 am »
+1
buongiorno a tutti (giornata off)

il riflesso condizionato non è istinto

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Offline Dipper

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Re:kenpo j.
« Reply #206 on: March 30, 2011, 08:51:27 am »
0
Interessante disquisizione.
+1 a Paguronin perchè la lezione dell'anno scorso è stata memorabile e mi sono divertito come un bimbo al luna park.
+1 a Fanchinna perchè fare le cose come vengono e ad minchiam senza prima aver condizionato le reazioni di mente e corpo sarà anche istinto ma è soggetto ad un mucchio di errori. Quando giochiamo con i gatti alla lotta e questi ci artigliano la mano, il primo riflesso più naturale è ritrarre la mano... ed è l'opzione più sbagliata e controproducente :thsit:

Aggiungo una cosa sul concetto di "ragionare". Si mette tutto nel calderone di questo verbo ma ci sono diversi tipi di ragionamento.
Una parte del cervello, quella meno cosciente ma non per questo non pensante, deve essere in grado di elaborare all'istante strategie e tattiche adatte alla situazione (quanti sono, quali veramente pericolosi, c'è qualcuno che bisogna proteggere...), e per farlo deve esserci allenata.
Difficile da spiegare, è come se entrasse in funzione un altro cervello (forse si tratta di cervello rettile, ma sempre cervello è) che di solito se ne sta a nanna... ma di fatto prevedere, calcolare, controllare tutto in un batter di ciglia sono fattori determinanti.
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Fanchinna

Re:kenpo j.
« Reply #207 on: March 30, 2011, 09:03:14 am »
0
per me quando entra in funzione il cervello agonista,
abituato a regole ed arbitri che fermano l'azione,
siamo fuori strada
con e senza protezioni

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Offline Paguro49

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Re:kenpo j.
« Reply #208 on: March 30, 2011, 09:19:02 am »
0
buongiorno a tutti (giornata off)

il riflesso condizionato non è istinto
Vero, ma è anche vero che l'istinto fa fare al corpo le cose che sono divenute più spontanee e naturali, ragion per cui si lavora ( o si dovrebbe) per sostituire gesti spontanei errati con gesti spontanei più utili, anche attraverso il condizionamento dei riflessi.
Se l'esercizio che descrivo sopra viene proseguito aumentando il numero di avversari o obbiettivi oltre Uke, se si posizionano in altre direzioni (destra, sinistra, dietro ecc) si allena il corpo e l'io non cosciente a elaborare una strategia di movimento.
Poi il discorso sul linguaggio del corpo, sui segnali che possiamo captare da chi ci affronta, sul come stabilire a chi rivolgersi per primo eccetera, è un'altra parte di un buon addestramento, rientra anche nel dover imparare cosa comunichiamo noi, con la guardia, con l'impostazione del tronco, con le espressioni del viso, anche quando riteniamo di avere la faccia cattiva e minacciosa mentre invece stiamo dicendo "ho paura" esattamente come facciamo con i pugni alti e serrati, col busto che tende all'indietro eccetera.
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Fanchinna

Re:kenpo j.
« Reply #209 on: March 30, 2011, 09:24:20 am »
0

Vero, ma è anche vero che l'istinto fa fare al corpo le cose che sono divenute più spontanee e naturali, ragion per cui si lavora ( o si dovrebbe) per sostituire gesti spontanei errati con gesti spontanei più utili, anche attraverso il condizionamento dei riflessi.


i gesti errati vanno corretti al di fuori della spontaneità
ecco perchè il principiante deve fare tecnica
l'istinto viene tolto e si ragiona:
"il piede lo metti così, la mano la tieni colì"
è la smania di applicare subito che frega
la fretta
la frettaaaaaaaaaaaaaaa