Sono d'accordo con l'autore dell'articolo: un atleta al top, così come un artista, deve conoscere molto bene le basi; quindi, in questo caso specifico, deve saper eseguire alla perfezione l'esercizio classico di panca piana, che per lui è uno stimolo aspecifico. Però poi l'atleta al top lavora via via su esercizi che danno stimolo allenante specifico, e quindi comprendo la ricerca di maggior dinamicità per l'esercizio della panca, in funzione del gesto tecnico del lanciare il peso, o il disco o il giavellotto.
Tuttavia personalmente non mi piace, tra tutte le esecuzioni del video, quella dell'atleta che compie il rimbalzo maggiore, la trovo esagerata: in quel caso il tratto in spinta (così come quello in caduta) si riduce enormemente, oltre che essere nella fase di arco forte, quasi al limite della chiusura.
Per quanto mi riguarda credo che nella preparazione atletica di un atleta di quel livello ci siano diverse tipologie di esercizi che lavorano in modo similare. E' così per esempio per le gambe: il velocista in sala pesi esegue jump, semisquat, squat, strappo, girata, castello (piedi), pressa, etc. E' così per chi fa free climbing, sport che lavora tanto a secco sul trave e sul pan gullich: trazioni su tacche, su mono e biditi, su svasi, lanci a 2 mani, lani a 1 mano, cadute e rimbalzi.
Alcuni di questi esercizi stimolano maggiormente in un range ristretto (es. strappo), altri a maggior ampiezza (squat sedere a terra); alcuni sono più dinamici (es: jump), altri meno, altri ancora si avvicinano di più al movimento di gara.
Personalmente, in preparazione per una prestazione, ho sempre programmato (o mi hanno programmato) il lavoro partendo dall'aspecificità, dalla creazione e rafforzamento/innalzamento delle qualità di base, passando via via verso la cosiddetta "trasformazione", lavorando sempre di più sul gesto specifico di gara, sostituendo esercizi meno dinamici con altri più dinamici, esercizi e stimoli aspecifici con esercizi specifici.