1) Ok
2) Ma i kata vengono fatti tutt'oggi dentro il dojo in intimità anche quando non si devono fare presentazioni. Devo dire che se un giorno dovessi giungere alla conclusione che il kata non è che un "curriculum" da mostrare a qualcun altro, probabilmente lo abbandonerò.
3) I formalismi di Chado, Ikebana, Shodo però esistono da molto prima che diventassero delle mode
Sulla loro utilità (e sulla correlazione con lo Zen) o meno ognuno ha le sue opinioni e ne abbiamo già parecchio discusso a suo tempo.
Nel caso non ce ne fosse, ciò mi rende il kata ancora meno importante...
4) Sulla teatralità giapponese (o per lo meno come esclusivamente giapponese) non sono molto d'accordo. Le forme con i movimenti universalmente noti come "fioriti" esistono già da molto prima della nascita del Karate, parlo della Cina.
Dopotutto le abissali differenze tra i kata saltano agli occhi solo di chi le cerca... credo che spesso la differenza sia sempre negli occhi di chi parla (persone che talvolta poi puntano il dito contro gli "inutili" e "superficiali" metodi moderni di DP).
D'accordissimo sulla rigidità e sulle emozioni del kata (che ci riportano allo step 3). Una cosa che mi ha detto un amico in visita al dojo quando eseguivo kata insieme ad un gruppo di agonsiti di kata, senza che gli chiesi niente mi disse che stavamo facendo la stessa cosa, ma loro eseguivano una serie di movimenti, io stavo combattendo.
5) Esatto! Hai centrato il punto. Dunque questi kata eccessivamente formalizzati non svolgono la funzione che spesso le persone sono solite attribuire loro.
2)mettiamola così,io stesso quando mi alleno al kata,non faccio quasi mai l intera sequenza perchè non sto mostrando i miei lavori a qualcuno,ma mi sto allenando con quei lavori.ecco perchè sto sempre nel kata,nella forma della mia scuola.
lo farei anche se stessi allenando muay thai.la thai è tutto un curriculum di cose,globalmente presa.però ogni aspetto va e andrà sempre allenato a sè,anchese inquadrato nel tutto di cui fa parte.quindi per quanto tu possa abbamdonare la sequenza kata,il metodo del kata non potrai mai abbandonarlo pur volendo
3)qui abbiamo 2 possibili idee di kata:il kata come imposizioni dall esterno,e il kata come lavoro introspettivo.se uno vuole lavorare in consonanza con se stesso,e non ripetere dei gesti in cui non si rispecchia e non si sente "comodo,non possiamo parlare di studio della propria funzionalità attraverso il kata.
4)stavi combattendo,stavi vivendo il kata.non stavi pensando a farlo bene,ma a essere te stesso,all interno dei concetti del kata.il kata non puo essere giusto o sbagliato,in un certo senso(ovvio che devi studiare),perchè il kata sei tu stesso.piu i tuoi gesti seguono la tua intenzione e combaciano nel tempo e nello spazio con essa,e piu il kata è (soggettivamente)esatto
5)e su questo,non ci piove
Come dici tu,così codificati rigidamente i kata non possono asservire alla loro funzione.tuttavia se bisogna essere così adattabili e mutevoli,ha senso studiare ancora partendo da kata?
il che ci riporta alla domanda:cos è il kata?
la sequenza in sè,o il metodo di studio che comporta?e in questo secondo caso la sequenza serve ancora?
la mia risposta alla fine è molto semplice.se è la sequenza,non servono assolutamente.se è il metodo di studio,non si può non usare un metodo kata,che lo si voglia o no.quindi,io li prendo come metodo di studio,e non ho bisogno di ripetere una sequenza in cui l ultimo movimento avrebbe potuto essere anche il primo(almeno parlando delle mie forme)