Sembrerà strano ma questo è proprio quello che penso anch'io e lo vado dicendo da una vita.
Però sono quasi certo che nonostante questo punto in comune la pensiamo diversamente su quello che tu hai definito la chiave di un Kata.
Sicuramente lo hai già espresso (e per questo mi scuso) ma ne approfitto, se posso, per richiederti qual'è secondo te la chiave di lettura corretta dei Kata?
Semplice, sto giungendo alla conclusione che il kata, la forma, è solo una... forma!
Nessuna arcaica proprietà allenante, niente chissà quali segreti da decifrare, soprattutto non ci sono qualità tali per cui lo si rende indispensabile rispetto ad altri esercizi allenanti.
Una pura e semplice forma (formulata secondo canoni estetici tipici della scuola) da eseguire nel miglior modo possibile.
Capisco gli esempi proposti, portando anche maestri eccellenti a sostegno come Shirai, ma io preferisco ragionare sui concetti a prescindere dalle fonti.
Primo perchè voglio usare la mia testa (e dopo più di 20 anni di Karate penso che sia ora), secondo perchè in ogni caso ci saranno decine di combattenti, anche di altre discipline, altrettanto buoni come Shirai che dicono che il kata non ha l'utilità che spesso gli è stata attribuita.
Certo, tu mi dirai "Ma Shirai è il MIO sensei e io voglio seguire quello e dimostri un incrollabile fiducia nei tuoi predecessori e nel sistema di cui fai parte, infatti
Io faccio semplicemente come mi è stato insegnato dal mio Maestro.
Insegno e mostro il Kata nella maniera più precisa e asettica possibile, senza evidenziare e nascondendo sia i miei limiti che le mie personalizzazioni. Indico come modello i kata eseguiti da gente mooolto più in gamba di me e che abbiamo la fortuna di vedere abbastanza spesso nel nostro orticello federale.
Così facendo non lo condiziono all'origine e lascio che egli si esprima come gli è più congeniale. Poi, solo poi, quando l'allievo è maturo mostro il frutto del mio lavoro/personalizzazione e lascio che lui ci faccia con quello che mostro quel caspita che gli pare.
Beh, naturalmente non sta a me giudicare, visto che sei anche mio senpai e un karateka che stimo, ma io questa fiducia
a prescinderel'ho persa.
Questo non significa che non ritenga Shirai&Co grandi e fortissimi karateka, dico solo che il fatto di esserlo non implica che tutto quello che affermano sia automaticamente giusto. Vale anche per le scuole stesse, per i metodi di insegnamento.
L'unica cosa su cui ho fiducia incondizionata è il Budo Karate, laddove Budo vuol dire via del guerriero, e per quanto io non sia che un semplice karateka del dopolavoro (o prelavoro nel caso di oggi
) cerco comunque di mantenerne almento la mentalità
orientata al risultato.
Quindi, esempio estremizzato, se i "bunkai" del CKM mi paiono più applicabili dei quelli nostri (mia opinione), il Budo mi dice di prendere quello che è meglio per me e per i miei futuri allievi, e di studiarli e adottarli.