sul fatto che sia un bene o un male accettare determinate parti di se ci sarebbe da aprire un 3d a posta visto che le cose da dire sono tante.
A volte sai quando parlo con adoloscenti e vedo che sono personcine problematiche, che continuano a lamentarsi, o troppo viziati, cerco di dare il peggio di me per fare vedere che non sono un adulto perfetto, che li richiama se sgarrano, oppure da prendere come modello. Cerco invece di fargli credere che sono un po come loro, ribelle, senza disciplina, sempre nel bel mezzo di crisi esistenziali, amorose e relazionali.
Loro si sentono cosí a proprio agio e si mostrano per quello che sono.
Alla fine scopro sempre che non sono personcine tanto male, e che alla radice ci sono genitori incapaci di relazionarsi con degli esseri umani.
Accettare è una cosa, tollerare che escano troppo e in maniera incontrollata meno, però in fondo anche un 3d sull'argomento potrebbe essere interessante.
Non so machine, non credo nel mettersi a livello degli ragazzi se hai una qualche funzione educativa/formativa. Preferisco chiarire i ruoli e poi avere dei momenti in cui io rinuncio a rivestire quel ruolo, ma che il passaggio sia chiaro altrimenti tenere una classe di venticinque ragazzi nemmeno ventenni diventa impossibile a parer mio.
Non sono un formatore, non posso darti consigli su questo, ma ti posso dire che riesco ad entrare bene nella testa dei ragazzi con questo metodo.
Se ti serve per capire cosa sta alla base di certi atteggiamenti che ti danno fastidio, magari ti puo essere utile.
Pensa che a volte chiacchero con il figlio di un amico che ha 13 anni, una personcina problematica che va a far sedute da uno psicoterapeuta.
Con lui uso linguaggio anche volgare con parolacce, questo lo faccio perché lui lo usa con me e mi comporto da specchio per fargli capire che sono come lui.
Il padre quando mi sente mi riprende, dicendomi che nopn devo usare questo linguaggio.
Il fatto di essere ripreso dal padre mi mette ancora di piu al livello del figlio ai sui occhi.
Ti puoi immaginare il ragazzino cosa pensa di me? Come mi tratta?
Cioé io sono una sorta di coetaneo per lui, capisci?
Questo metodo mi consente di capire cosa ha nella testa e come mai che si comporta da bimbominchia.
Secondo me questa cosa dei ruoli da impostare é controproducente con certi soggetti e per arrivare a determinati scopi, infondo l'etichettare tutto e tutti sono una visione sbagliata della nostra societá.
Queste porsoncine non si identificano in alcuna categoria, come del resto pure io, quindi quando vengono dati i ruoli si innesca una forma di ribellione automatica.
Se proprio devi fare rispettare le parti perché se un'educatrice, ti consiglio di fali identificare in questi ruoli piuttosto che imporli e basta.
Un esempio
se nomino un essere umano alunno, lui dovrá eseguire gli ordini impartiti dal maestro, ma dovrá percepire che il lavoro che svolge é utile sia per lui che per gli altri.
Ecco che la cosa comincia ad avere un senso per la personcina perché c'é uno scopo in quello che fa.
Sembra tutto cosí sempolice ma i meccanismi della mente sono complessi e se li capisci puoi far fare qualunque cosa alle persone, anche adulte.