allora provo a rispondere ad AndreaZ...
se io dovessi stilare una lista delle caratteristiche di uno stile di kenpo,per far si che sia riconosciuto come tale,direi che:
-le posizioni devono essere alte e naturali.
-maggior enfasi deve essere data alle tecniche di braccia.
-gli atemi sono prevalentemente a mano aperta.
-movimenti circolari.
-rapidità dei colpi,che arrivano a pioggia sull'avversario.
-fluidità dei movimenti,nessun colpo o movimento "rigido".
-non esiste il colpo in sè,ma ogni attacco genera il successivo.
queste,più o meno,sono le cose che accomunano gli stili di kenpo/kempo che conosco,anche solo di vista...
dove sta la differenza con il karate/jujitsu?
più che di differenze,direi che è uno stile concettualmente diverso.
la matrice cinese è molto presente e di conseguenza si discosta molto dall'idea di AM giapponese.
a parole,è difficile spiegare..
è molto presente l'idea di cedevolezza,dalle parate ai colpi,l'idea di"un colpo,un morto" non esiste....
il buon Parker era solito dire "la differenza fra il karate ed il kenpo è quella che passa fra un colpo di fucile ed una raffica di mitra"
per spiegarmi meglio,entro nello specifico del mio stile,specificando che non pretendo che gli altri usino gli stessi concetti (spero di no,altrimenti non posso più fare il figo che fa roba di nicchia..
)
gli attacchi/parate si suddividono principalmente in 3 concetti diversi:
tamburello : che è grossomodo quello di daniel san in karate kid,quando se ne andò a okinawa,lo conoscete tutti.
rimbalzo : uso il blocco o il corpo avversario per cambiare direzioni ai miei colpi facendoli rimbalzare in maniera opposta alla forza esercitata.
taglio : attraverso il blocco o corpo avversario ammorbidendo il mio colpo in modo che tagli la resistenza incontrata.
distanza e modalità di combattimento:
corta o cortissima,noi delimitiamo un'area di sicurezza,entro la quale tutto è nostro...
se l'avversario la penetra si "attacca preventivamente" per arrivare al contatto,dove si lavora usando i concetti di cui sopra,grossa importanza viene data agli spostamenti attorno al corpo di uke,gestendo gli spazi in maniera ottimizzata.
le percussioni e le proiezioni fanno parte dello stesso attacco,a differenza del jj per dirne una,non uso l'atemi per ammorbidire e squilibrare,per poi entrare in proiezione,ma l'atemi è proiezione stessa,infatti si studia molto il modo di proiettare senza "afferrare" (e qui quando faccio jj faccio un casino boia e mi prendo una valanga di nomi
)
si studia anche la lotta a terra con atemi.
finalità del combattimento:
eliminazione della minaccia in base alla pericolosità della stessa.
tecniche di contenimento e "fatali" sono studiate fin dai primi passi.
non vi sono applicazioni sportive in quel che facciamo,si percuote finchè ce n'è bisogno,anche durante le proiezioni,si continua a percuotere l'avversario in "volo".
le proiezioni sono studiate con le cautele del caso (come nel judo e jj e aikido) per l'incolumità di uke,ma come in altri stili,la stessa provoca danni gravi,dalla disarticolazione alla rottura.
non vi sono bersagli "vietati" ovviamente.
per citarti il mio amato Maestro:
- il Kenpo è nato per "sopravvivere", e tale è rimasto a lungo pur arricchendosi di sfumature culturali e spirituali;
- Il Kenpo và "cucito" addosso all'allievo, come un vestito di alta sartoria, e si adatta allle caratteristiche del praticante;
- Il praticante non è (...solo...) Maestro, le cui caratteristiche invece richiedono abilità ben separate e distinte;
- Kata, Kihon e Kihon Kumitè sono strumenti per imparare i principi da applicare in combattimento, non diktat;
- Non si "prova" a combattere, ci si "prepara" a dominare il proprio corpo, mente, emozioni ed abilità;
- L'adattabilità, la reazione, la percezione di sè e dell'avversario, studiate a fondo preparano ad affrontare la rottura dell'
"omeostasi", ed il desiderio di riacquisizione degli equilibri con una buona preparazione aiutano trovare istintivamente il modo
di riportare gli equilibri;
- Chi si avvicina al KJ per imparare a difendersi ed è aggressivo, non riesce a progredire.E lo stesso è per i pigri, i frettolosi, gli
orgogliosi, coloro che dubitano e coloro che non hanno pazienza. La preparazione e lo studio dei principi è pertanto
FONDAMENTALE.
- Tutti possono avvicinarsi al Kenpo Kutsu e trane beneficio in relazione al loro impegno, costanza, pazienza, umiltà,
applicazione nello studio e predisposizione sia fisica che emotiva, morale, etica, filosofica e "spirituale";
- Benchè tutti possano sviluppare molte buone abilità e caratteristiche, non tutti giungeranno a padroneggiarlo, ad "essere
Kenpo"
Tutto si racchiude nell'insegnamento "...non devi praticare il Kenpo, devi ESSERE il Kenpo..."
spero di aver risposto,almeno in parte alle tue domande