Fare Kumite è difficile perchè hai davanti uno che mena, che non ti perdona errori e distrazioni, che se ne frega delle tue lacune e dei tuoi limiti, quindi è difficile perchè metti in campo ciò che sei e che sai al di la di quello che racconti e ti racconti.
Fare Kata è difficile perchè occorre dargli un senso, una utilità che vada al di la del puro formalismo, trovarci dentro degli insegnamenti utili, distinguere i Kata di pura estetica da quelli didattici e formativi, creare e trovare spitito combattivo vero senza avere avversari fisici se non noi stessi, trovare spirito combattivo anche nei passaggi lenti e di respirazione.
Fare Kumite è difficile se si prova a farlo con sincerità, senza leggerezze, calandosi in uno stato d'animo più verosimile possibile, dove entrino in gioco ansie e paure vere, quelle del combattimento e non del gioco, quelle dove tutta l'esibizione svanisce e resta la tecnica realmente assimilata.
Fare Kata è difficile se si esegue non per chi guarda ma per se stessi, per imparare, per ricavarne qualcosa da poter trasporre in Kumite, che sia tecnica o stile, è difficile perchè l'avversario è il peggiore, ossia noi stessi con tutti i dubbi, con l'ignoranza e la superficialità di cui siamo capaci, con i troppi ragionamenti e le domande che non hanno risposte ne logiche ne immediate, con tutti quei limiti alla fantasia e alla libertà d'azione e di movimento, costretti a far vero qualcosa che è codificato e imbrigliato in sequenze obbligate.
A mio avviso far "bene" Kata in modo utile davvero è più difficile che fare Kumite.....sebbene sia assai meno doloroso.