Per abituarsi "a fare" e' un discorso combinato di quantita', qualita' ed intensita'.
Meglio 4 ore 7/10 che 1 ora a 9/10 come risultato all' abitudine che poi e' quello che conta per l' eventuale finalizzazione alla competizione o comunque al "confronto".
Se aggiungiamo anche il discorso "prevenzione" e' ovvio che il discorso di Clode e' l'approccio ottimale.
Quotabilissimo anche il discorso "carne da macello" (che in Italia e' applicato nel calcio ), io sono solito dire che, aime', si finisce a lavorare con gli scarti del calcio.
Palese che anche la tutela dei praticanti deve andare di conseguenza, tirar fuori due buoni agonisti e non avere una base di gente con cui possano lavorare anche solo per il lavoro tecnico e la bassa intinsita' (ma in modo sufficentemente vario da essere "costruttivo") sarebbe un controsenso.