Per contribuire, riporto l'ultima parte del trattato "la scienza della scherma" di R. Scorza e P. Grisetti del XIX sec. in quanto credo che la catena cinetica del diretto avanzato simile alla botta dritta della scherma, per l'affondo bisogna considerare anche la spinta della gamba dietro (non e' un falling step), in sostanza pero' la forza di penetrazione viene dispersa dal guantone mentre con la spada essa viene concentrata sulla punta.
"DELLA POSSANZA DELLA STOCCATA .
§. 463. Prima di finire il presente trattato
giudichiamo non essere inutile l’esaminare
quanto sia la possanza di una
stoccata ben vibrata; e ciò disinganno
di chi credesse poter eludere l’azione
medesima col munirsi di qualcuna
delle solite giubbe, che credonsi
impenetrabili a qualunque stoccata.
§. 464. Noi supporremo che la forza dello
schermitore non sia maggiore di quella
che vale a sostenere un peso di 33
libre col suo pugno, ma tenendo il
braccio disteso orizzontalmente; supporremo
inoltre che quando vibra la
stoccata percorra col pugno uno spazio
di 24 pollici, ossia 2 piedi in 1 di
3
di minuto secondo, ciocchè è il più ordinario.
Onde la forza della sua mano
verrà espressa da
33 × 2 = 198 = 1 × 198 ,
1 × 1” 1” 1”
3
355
cioè ella è uguale a quella che compete
ad una libbra di peso che si muove
percorrendo 198 piedi per ogni minuto
secondo, ossia a quello che compete
ad una palla di un oncia di peso,
la quale si muove percorrendo 12 volte
198 piedi per secondo, vale a dire
2376 piedi per secondo. Questa forza
dunque equivale in intensità a più di
due o tre volte quella, con cui è cacciata
una palla di un’oncia dal fucile
caricato di buona carica. Veri è che la
modificazione della massa sulla velocità
può alterare a qualche riguardo l’effetto
d’una stessa forza; ma l’intensità
però della forza medesima non viene
punto alterata per tale modificazione.
La forza del pugno viene evidentemente
comunicata alla punta della spada,
e la punta stessa anderebbe con
tutta quella forza ad incontrare il corpo
che vi si presenta contro, se la
spada fosse perfettamente rigida. Data
anche alla spada medesima una certa
flessibilità, la forza con cui la punta andrà
ad incontrare il corpo postovi innanzi,
sarà sempre di una non ordinaria
grandezza. Riflettasi inoltre che
la spada rappresenta un vero cuneo, e
perciò quand’essa va per ispezzare un
corpo, la forza che la muove sarà capace
di equilibrare una resistenza, che
sarà tanto maggiore della forza mede356
sima, quant’è l’altezza del cuneo maggiore
della sua testa, ossia quant’è la
lunghezza della spada maggiore della
larghezza della lama considerata alla
coccia. Perciò quando la sua lunghezza
uguagliasse 50 volte la larghezza
presso la coccia, e la lama fosse inflessibile,
chiamando R la resistenza
capace di equilibrare la stoccata, si
avrebbe la proporzione 1 : 50 : : 2376
1”
1 onc.:R. Onde R = 118800 × 1 onc.
1”
Se la resistenza dunque non sarà
di questa grandezza che in vero dee
sembrare alquanto prodigiosa, la stoccata
avrà necessariamente il suo effetto.
Se anche si desse la flessibilità alla
spada, e tale che valesse a ridurre
l’effetto della stoccata alla metà o ad
un terzo soltanto, potrà nulla di meno
una forza ordinaria renderne vana l’azione?
Non si richiederà sempre a tale
uopo una forza di una grandezza, che
fa meraviglia e sorpresa? Da quanto
abbiamo qui esposto ciascuno può facilmente
raccogliere quanto sarebbe
imprudente l’affidarsi a qualche riparo
e lusingarsi ch’esso solo valer debba a
salvare lo schermitore da una stoccata,
senza cercare di evitarla altrimenti.
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Può pure vedersi quanto importi che i
fioretti, i quali adopransi nelle scuole
di scherma, sieno molto pieghevoli, affinchè
i loro colpi non possano recare
gran male; poiché un fioretto alquanto
rigido, come sarebbe la smarra, potrebbe
portar pure, malgrado il bottone un
pregiudizio di molta conseguenza a chi
ne ricevesse una ben vibrata stoccata,
a segno anche di fargli recare per sino
la morte; e quantunque i maestri di
scherma abbiano per riparo del petto
quella specie di cuscino detto pure petto,
nondimeno si sono veduti alcuni di
essi dover soccombere, ed essere vittima
della troppa violenza, e minore misura
combinate insieme, con cui i loro
scolari tiravano le stoccate."