vabbè, ma allora siamo delle pippe!! non ho capito come mai 'sta discussione si è castrata all'improvviso... botta di sonno collettiva?
E' che c'è tanta carne al fuoco che non sapevo da dove cominciare, e mi manca il tempo per rispondere a tutti.
Va bene, proviamoci, tenterò di impormi di essere non troppo prolisso nelle risposte.
Diretto avanzato vs jabIl diretto avanzato non è un jab modificato, è un pugno a sé stante. E' considerato un pugno "portante" e non, come didatticamente viene scritto sui manuali e spiegato nelle palestre per il jab, un colpo di disturbo, di saggio o per aprire la strada all'artiglieria pesante. Il diretto avanzato è una parte di quell'artiglieria. Tirare il diretto avanzato non significa rinnegare un jab, e viceversa. Ma ciò che sta alla base della differenza è la strategia: quella di chi usa il diretto avanzato è in genere di un outfighter o di un counterfighter, e parte dal presupposto di rendere pericoloso ogni pugno, a maggior ragione il pugno avanzato, che è l'arma più vicina al bersaglio.
Meccanica del diretto avanzatola meccanica del diretto avanzato è stata concepita per renderlo più distruttivo ed efficiente possibile. Anche solo la mancanza di una delle parti nel movimento completo comporta perdita di efficacia, per cui, essendo il diretto un pugno con poca escursione di anca, necessita che la catena cinetica sia eseguita alla perfezione. La sequenza è: prima muovo il braccio, poi spingo col piede dietro, poi continuo ad allungare il braccio e verso la fine ruoto il bacino allineandolo perpendicolarmente al bersaglio. Al momento dell'impatto irrigidisco la struttura contraendo i muscoli, le ultime 3 nocche sono verticali e sono allineate con l'articolazione del polso (anch'essa verticale), con ulna e radio, con l'articolazione del gomito e con quelle delle spalle. Prima cosa che impatta è il pugno sulla faccia dell'avversario, poi arriva subito dopo il piede avanzato (che atterra) e per finire segue il piede arretrato (3 point landing). Appena ho colpito (colpisco in modo tale da avere completa estensione del braccio oltrepassando di qualche centimetro il bersaglio), ritraggo immediatamente il pugno (altrimenti va a farsi friggere il teorema dell'impulso) e torno in guardia.
Danni possibilidunque, questa struttura è stata concepita non certo per autodanneggiarci al primo pugno, ma esattamente l'opposto, evitare di rompersi una mano o un polso durante uno scontro in strada (e non aver così più a disposizione un'arma). Ho fatto l'esempio limite della pressione sulle nocche per rispondere a chi aveva paura dei danni di questo pugno su di sé, e per provare a far capire che questa struttura è tutt'altro che labile proprio sul pugno stesso.
Da un lato non mi preoccupo di avere danni alla mano perché ho fiducia nella giustezza della tecnica (oltre al fatto che non me la sono inventata io dall'oggi al domani, ma c'è tutta una teoria dietro, che ormai ha più di 100 anni), dall'altro, comunque sia, l'esempio relativo alla pressione, anche ragionando sull'impulso della forza, è comunque valido. dopo spiego perché con un piccolo esempio.
Altra cosa che butto lì. Io la preoccupazinoe maggiore ce l'ho non tanto per le nocche, quanto per la parte che strutturalmente è più debole di tutta la catena, vale a dire il polso: fatevi un giro sui siti di traumatologia e/o ortopedia e capirete cosa intendo: il polso, tra le altre ossa, ne ha 8 piccole, disposte a 2 a 2 che, rotte, danno un sacco di problemi, e spesso si trasformano in problemi cronici. Chi sa di cosa parlo sa anche la prossima cosa che dirò: "rottura dello scafoide". Lo spauracchio di chi si frattura un polso. Anche qui, la struttura del diretto avanzato, evitando torsione del polso per allineare le nocche, preserva da questi rischi.
dinamica del pugnoIl danno da impatto di un pugno, così come la meccanica dello stesso, vengono descritti dalla fisica classica utilizzando diverse leggi e principi. Entrano in gioco principalmente attrito (statico e dinamico), principio di conservazione dell'energia, teorema lavoro energia, teoria degli urti, impulso e quantità di moto. Lungi da me fare un trattato, però visto che happosai l'ha menzionato, uno dei principi che sta alla base della meccanica dei pugni in generale è quello dell'impulso.
L'impulso è una forza molto grande applicata per un tempo contenuto, che trasmette energia da un corpo a un altro. Il tempo, più è contenuto, più evita che il principio di azione e reazione tra corpi ritrasmetta parte della forza impressa a chi l'ha generata. Cosa spiega l'impulso? Faccio prima con un esempio classico della fisica.
Sono sul molo. Davanti ho una barca ormeggiata.
Appoggio il mio pugno contro la barca e comincio a spingerla con una forza costante di 1 Newton per 100 secondi. Ammettiamo che sia una forza adeguata al mio scopo. Qual è la forza totale che ho trasmesso alla barca? Forza X tempo = 100 newton x secondo. Risultato: la barca si sposta. Alla sua chiglia non succede nulla.
Ora invece mi metto davanti alla barca, applico col mio pugno sulla chiglia una forza di 1000 newton per un tempo di contatto di 0.1 secondi (come faccio ad applicare la forza per così poco tempo? semplice, appena colpito ritraggo immediatamente l'arto). La forza totale impressa sarà ancora di 100 newton x secondo. Risultato: la chiglia della barca si ammacca o si rompe. La barca non si sposta.
Il secondo è un impulso, il primo no.
Nel primo esempio, applicando la forza in quel modo, avrò una pressione pari alla forza espressa diviso la superficie di impatto (le 3 nocche). Nel secondo caso, essendo un caso limite, non potrò fare esattamente questo discorso. Ma espandendo il concetto di tempo, anche nel secondo caso, per un tempo infinitesimale, sulla chiglia ho applicato una pressione.
Aggiungo un esempietto ancora per chiarire la questione della pressione: appoggio il pugno su una lama di coltello, spingo con forza di 10 newton per 10 secondi. Mi conficco la lama per 1 cm nella carne. Ora riprovo, ma stavolta colpisco impulsivamente con la stessa forza totale di prima, ritraendo subito la mano. Secondo voi, mi taglierò lo stesso o no?
Allora, detto questo, i miei esempi dei post passati sulla pressione in rapporto al danno hanno un goccio più di senso?
Infine: a maggior ragione che la faccia avversaria non è un muro liscio... se ciò che impatta ha superficie di scarico della forza maggiore, rischierò meno che la reazione del corpo che colpisco si scarichi su una superficie esigua del mio pugno, con le conseguenze che si sono dette (rischio rottura nocche).
Conclusione:
il fatto che io decida di tirare il diretto avanzato in quel modo non significa che lo tirerò sempre e solo in quel modo.
Se il diretto lo voglio tirare all'addome, dovrò piegare il busto: in questo caso mi toccherà torcere il polso (tenendolo sempre allineato al gomito e spalle) propozionalmene a quanto mi sono piegato.
Se lo voglio tirare inclinandomi un po' all'interno per schivare un colpo e tirare d'incontro (es. mi faccio sfilare il pugno avversario tra spalla e orecchio) il polso torcerà un po', così come al contrario se colpisco portandomi all'esterno (ultima foto di pacquiao). Il cross non lo tirerò a pugno completamente verticale perché nell'eseguire il cross mi piego naturalmente un po' in avanti, e cmq l'allineamento delle spalle non potrò mai averlo.
Ultima considerazione: recentemente il gancio si sta sempre di più vedendo tirare col pugno verticale...come mai?